Questa serie di arresti sono il risultato di specifici e costanti servizi della Questura mirati a contrastare il fenomeno. Il primo arresto è avvenuto lunedì pomeriggio sul Lungarno Santa Rosa dove sono finiti in manette due magrebini (di 21 e 24 anni) pizzicati a vendere hashish sul Ponte Vespucci ad un loro connazionale. Quest’ultimo, vistosi scoperto, ha gettato la dose appena acquistata in Arno confessando successivamente che si trattava appunto di hashish.
La coppia di arabi era stata seguita a distanza dagli uomini della Sezione Contrasto al Crimine Diffuso: prima della compravendita erano infatti stati visti entrare e uscire da una casa in Lungarno del Pignone. All’interno di tale abitazione gli investigatori hanno trovato un 17enne dalla cui camera da letto sono saltati fuori quasi 2 etti di droga (180 grammi di hashish). Manette anche per il giovane: per lui l’accusa è di detenzione ai fini di spaccio; circostanza che ha aggravato la posizione degli altri due pusher responsabile di aver imbastito i loro traffici illeciti con la complicità di un minore.
Rinvenuti anche 2700 euro in contanti presso i domicili degli arrestati: uno in via dell’Olivuzzo, l’altro in via del Leone. Ieri, intorno alle 17.20, in Piazzale di Porta a Prato, gli agenti ben appostati hanno sorpreso un marocchino di 28 anni che aveva ceduto una dose di coca ad un suo connazionale accompagnato da un cittadino romeno. Venditore e acquirenti sono stati seguiti e bloccati dopo lo scambio droga/soldi. Sotto il tappetino poggiapiedi dello scooter sul quale si era allontanato il pusher sono stati recuperate altre 4 dosi già confezionate dello stesso stupefacente (un totale di 3 grammi e mezzo di coca).
Addosso all’uomo è stata sequestrata una banconota da 50 euro utilizzata per la compravendita e 300 euro in contanti. Poco più tardi, sempre a Porta a Prato (questa volta nei pressi dell’area dismessa delle ferrovie) è finito in manette un marocchino irregolare di 29 anni. L’uomo aveva offerto una dose di eroina (1,53 grammi) a due soggetti senza sospettare minimamente che erano agenti in borghese impegnati in uno specifico servizio antidroga. L’arrestato, con numerosi precedenti di polizia, era già finito dentro per lo stesso reato.