Scritte contro il filosofo Giovanni Gentile e contro il fascismo sono state tracciate nella notte in diversi punti di Firenze. "Gentile fascista eri il primo della lista, morte a te e a chi ti difende", parole indirizzate contro il senatore Achille Totaro al cimitero di Trespiano. La Digos ha aperto accertamenti per individuare i responsabili delle scritte, tracciate anche nel luogo in cui fu ucciso. Solenni parole quelle che il sindaco Matteo Renzi ha pronunciato nel celebrare il 25 aprile e ricordare la Costituzione, i valori della libertà e l'antifascismo. Si è svolta questa mattinala cerimonia di celebrazione del 66esimo anniversario della Liberazione.
Dopola santa messa nella chiesa della Madonna del Pozzo, in suffragio dei cadutinella guerra di Liberazione, l'assessore NiccolòBalducci, a nome dell'Amministrazione comunale di Empoli, ha depostouna corona al monumento di piazza della Vittoria e al cippo di piazza 24luglio, al termine del corteo, aperto dal gonfalone comunale, che ha sfilato nellevie del centro di Empoli. «Festeggiare il 25 aprile quest’annoha un valore particolare, più forte, perché ricorre il 150esimodell’Unità d’Italia» ha detto Balducci nel suo intervento in piazza 24 luglio, davantialle autorità militari, civili, religiose, alle associazione combattentistichee a numerosi cittadini.
«Al di là di ogni caratterizzazionedi parte -ha proseguito Balducci- il significato della data del 25 aprile stanell'essere stato un momento di granderiscatto morale per l'Italia. La conclusione vittoriosa della lottadi Resistenza fu la grande leva morale e di valori su cui poi la RepubblicaItaliana ha trovato la forza di legittimarsi di fronte al resto del mondo e didarsi nuove regole per garantire ai suoi cittadini il pieno sviluppo dellapropria persona e l'effettiva partecipazione all'organizzazione politica,economica e sociale del Paese.
E' questo il valore centrale da dare allagiornata di oggi». Una terza corona al cippo dellafrazione di Fontanella è stata deposta dall'assessore Filippo Torrigiani. “Oggi celebriamo la Liberazione del nostro Paese dalnazi-fascismo. Un paio di mesi fa abbiamo celebrato il 150esimo anniversario dell'Unitàd'Italia. Il Risorgimento e la Resistenza: due periodi che ci rendonoorgogliosi di essere italiani, due periodi che hanno visto il risveglio dellecoscienze, due periodi che fanno parte della mitologia della nostra nazione.Una mitologia che ogni popolo deve avere per ricordare da dove viene e perprevenire sempre un ritorno dell'oppressione fisica e morale”.
Con questeparole l’on. Fabio Evangelisti, ha aperto le celebrazioni ufficiali del 66°Anniversario della Liberazione a Licciana Nardi, in provincia di Massa Carrara,una cittadina arroccata sulle Apuane che porta il nome di Biagio e AnacarsiNardi, morti per la grande causa della libertà nel 1844. “Parlare oggi di oppressione fisica è troppo, ma ciònon per quella morale... Anzi, dire che siamo in presenza di una perfidapressione morale è quanto mai attuale”, ha aggiunto Evangelisti.
“Viviamo,infatti, in una società in cui i principali mezzi di informazione sono nellemani di un’unica persona. Oggi non esiste una piena libertà di pensiero,non esiste una vera democrazia informativa, giacché in televisione, suigiornali, nei luoghi di più importante rappresentanza istituzionale, si assisteininterrottamente a un disprezzo totale della verità. Questa è una'dittatura' mascherata e proprio per la sua parvenza di democrazia è ancora piùsubdola. Proprio per questo l'emergenza è totale.
Dunque, ripeto ancora unavolta, tutti dobbiamo e possiamo fare di più. “Le feste della nostra nazione punteggiano questimesi. Il 17 marzo, anniversario della nostra Unità, il 25 aprile, quando l'Italia si è liberata ed ècresciuta, poi il 1 maggio, festa del Lavoro, per ricordare la radice su cuicresce il nostro Paese, quella dei diritti dei lavoratori, infine il 2 giugno,festa della Repubblica. Una Repubblica unita, libera e fondata sul lavoro.Siamo un paese che è nato e cresciuto in primavera.
Una primavera che oggivogliamo rivivere”. “Essere in Lunigiana il 25 aprile ha un significatoparticolare per chi viene dalla città”, ha concluso Evangelisti. “E’ commoventepensare come nessuno abbia rifiutato ospitalità a questi profughi. Tutti hannotrovato una seconda famiglia in queste case”. “Un ricordo che è anche un monito per i giorninostri”, ha spiegato Evangelisti, con riferimento alle “guerre di liberazione”di Egitto, Tunisia, Libia e all’emergenza profughi che ha investito l’Italia.“Il 25 aprile e la Liberazione ci insegnano che l'accoglienza non è una sceltaper un popolo, ma un dovere”.