"Ben venga che la Asl 10 si premuri di riscuotere i ticket mai pagati dagli utenti. Sì ma quanti sono? A quanto ammontano? Come verranno capitolati nel bilancio? Quanto è stato riscosso finora? E, particolare non di poco conto, come è stato possibile che Equitalia abbia inviato una scarica di richieste pazze?" Eccole qui, in buona sostanza, le domande che il Vicepresidente della Commissione Sanità Stefano Mugnai (Pdl) ha formalizzato alla giunta regionale con un’interrogazione a cui l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia dovrà rispondere in forma scritta, ovvero mettendo numeri e cifre nero su bianco. L’intento di Mugnai, che ha preso spunto dai solleciti di pagamento per esami mai fatti inviati da Equitalia all’utenza, è quello di fare piena luce sul fatto specifico, certo, ma anche e soprattutto sulle effettive capacità di riscossione che l’operazione ‘furbetti del ticket’ mira a produrre.
«E’ opportuno che le Asl della Toscana, in particolare quella di Firenze, procedano ad una campagna di recupero crediti, soprattutto per quanto riguarda somme verso assistiti per erronee dichiarazioni di esenzione ticket per reddito. La Asl di Firenze – ricorda Mugnai nella sua interrogazione – ha provveduto in sede di redazione del bilancio consuntivo al 31.12.2010 alla cancellazione dei suddetti crediti con il parere favorevole del Collegio dei Revisori dei conti». Ebbene: «Dopo l’opportuna verifica presso l’Agenzia delle Entrate sulla validità dell’attestazione dei vari assistiti per esenzione dal ticket per reddito sulle prestazioni sanitarie usufruite – si legge ancora nel documento di Mugnai – la Asl 10 ha incaricato Equitalia per la riscossione dei crediti, il cui recupero ha anche il supposto positivo intento di verificare coloro che, pur non esenti dal pagamento del ticket per le prestazioni sanitarie, hanno dichiarato di esserlo».
I furbetti, appunto. Però qui è successo il patatrac: «L’invio delle raccomandate con sollecito di pagamento – spiega l’esponente del Pdl nell’interrogazione – è proceduto a tappeto. L’azienda, resasi conto delle richieste errate, avrebbe poi inviato lettere di scuse all’utenza interessata, ma non risulta che tutti coloro che avevano diritto alle scuse l’abbiano mai ricevuta». Mugnai ritiene «opportuno chiarire perché sia avvenuto tale errore e come possa l’utenza interessata chiarire la non debenza della somma richiesta, risolvendo con celerità la questione con Equitalia senza l’emergere di danni di qualsiasi genere». Per questo Mugnai domanda alla giunta regionale di chiarire innanzitutto «quante raccomandate con sollecito di pagamento siano state inviate», «quante di queste siano risultate errate» e «quali rimedi intenda adoperare l’azienda (oltre alle lettere di scuse) per redimere i problemi giuridici e fiscali creati all’utenza».
Poi, però, il Vicepresidente della Commissione sanità stringe l’inquadratura sugli importi e chiede: «A quanto ammonta il recupero crediti ipotizzato dalla Asl 10? Quanto è stato riscosso fino al momento della risposta all’interrogazione? Quanti reclami con indicazione di inesigibilità ha ricevuto l’Asl da parte dell’utenza, in seguito al primo invio di raccomandate? Sotto quale voce l’azienda intenda iscrivere a bilancio i crediti riscossi?» Ma la Sanità toscana viene comunque promossa anche per il 2010.
Anche quest’anno il MeS, il Laboratorio Management e Sanità della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, per conto della Regione Toscana, ha messo a punto la valutazione della performance della sanità toscana. Il risultato è il Report 2010, giunto quest’anno alla sua quinta edizione. Che attraverso 200 indicatori passa al setaccio l’intero sistema sanitario toscano, valutando e confrontando – attraverso l’ormai collaudato strumento dei bersagli – le performance delle 12 aziende sanitarie locali, delle 4 aziende ospedaliero-universitarie e della Fondazione Gabriele Monasterio. Il sistema di valutazione è stato avviato nel 2004, e dopo un periodo di rodaggio, la prima presentazione dei dati conseguiti dalle aziende nel 2006 è stata fatta nel 2007.
Da allora, il Report è diventato uno strumento fondamentale per valutare la capacità delle aziende di perseguire gli obiettivi indicati dalla Regione, e, in sostanza, uno strumento insostituibile di governo della sanità. Nel 2010, la performance complessiva della sanità toscana è stata molto positiva, si sono attenuate le differenze tra le diverse aziende, con un avvicinamento a una sostanziale equità, e negli ultimi tre anni si è registrato un progressivo miglioramento su oltre il 60% degli indicatori monitorati.
Un altro risultato significativo: la complessa sfida per riuscire a rispondere ai bisogni dei cittadini non in modo uniforme, ma con risposte modellate sulle specifiche esigenze, per dare maggiori opportunità a chi ha più necessità è stata affrontata, e si cominciano a vedere i primi, parziali risultati: monitorando infatti alcuni tassi di ospedalizzazione per titolo di studio dei pazienti per ricoveri tramite pronto soccorso e per malattie croniche quali scompenso, diabete, BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva) e polmonite, si osserva un possibile miglioramento del divario tra gruppi di popolazione con titoli di studio differenti. “Il sistema di valutazione della performance della sanità toscana, giunto alla sua quinta edizione, si conferma un punto di riferimento consolidato del sistema che, nel tempo, si è esteso anche fuori dai confini regionali – dice l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia – Il monitoraggio e il confronto delle performance, la valorizzazione dei risultati migliori e la programmazione basata sui bisogni reali delle persone sono fondamentali per il nostro sistema sanitario pubblico.
La cultura della misurazione dei risultati, il miglioramento continuo dei processi organizzativi e del servizio finale dovranno sempre più consapevolmente caratterizzare l’attività di una pubblica amministrazione evoluta e al servizio dei cittadini. L’opportunità, che ci viene dal nuovo Piano sanitario e sociale integrato, di una programmazione unica fra sanitario e sociale, permetterà di affrontare congiuntamente problemi di salute determinati da fattori diversi”. “La Toscana – osserva Sabina Nuti, direttore del MeS – continua ad essere la sola Regione a rendere pubblici i risultati conseguiti dal sistema sanitario, ossia a presentare come sono state utilizzate le risorse che rappresentano quasi l’80% del bilancio regionale.
Dalla valutazione emergono aspetti positivi e altri da migliorare. Ciò che conta è che tramite le misure si avvii un confronto serio, coinvolgendo i professionisti sanitari per attivare strategie di cambiamento, per massimizzare il valore aggiunto di ogni euro speso a favore della collettività in sanità. La buona politica, di qualsiasi colore, si vede anche da questo, dalla serietà con cui si presentano i fatti e i risultati, anche quelli poco soddisfacenti”. Il sistema, ormai collaudato, è quello dei bersagli.
La sua architettura informatica è oggi coperta da un brevetto nazionale, e costituisce di fatto un’innovazione nel campo del management sanitario. Cinque le fasce di ogni bersaglio: - fascia verde intenso, la più centrale, corrisponde a una performance ottima, nella scala di valutazione si colloca tra 4 e 5; - fascia verde chiaro: performance buona, fra 3 e 4; - fascia gialla: performance che presenta ampi margini di miglioramento, fra 2 e 3; - fascia arancione: performance scarsa, che deve essere migliorata, fra 1 e 2; - fascia rossa, la più esterna: negativa, molto scarsa, sotto l’unità 1. E sei le dimensioni di valutazione: livello di salute della popolazione; capacità di perseguimento delle strategie regionali; valutazione socio-sanitaria; valutazione esterna; valutazione interna; valutazione dell’efficienza operativa e della performance economico-finanziaria. Gli indicatori utilizzati per la valutazione e il confronto sono oltre 200, raggruppati in circa 50 indicatori di sintesi. Sotto al bersaglio, per ogni azienda compaiono le cosiddette “best practices”, ossia gli indicatori in cui l’azienda presenta il miglior risultato regionale. La performance del sistema sanitario toscano 2010 Il bersaglio del sistema sanitario toscano, costruito facendo la media dei risultati conseguiti dalle aziende, presenta la quasi totalità dei risultati nelle fasce verde scuro-verde chiaro-giallo.
Appena 3 nella fascia arancione. Nessuno nella fascia rossa. Negli ultimi 3 anni, la Toscana ha conseguito un miglioramento su oltre il 60% degli indicatori monitorati, riuscendo in molti casi a ridurre anche la variabilità tra le diverse aziende. Ecco solo alcuni degli indicatori più significativi utilizzati per la valutazione: Il percorso nascita Negli ultimi anni la Regione Toscana ha dedicato molta attenzione al percorso nascita, prevedendo tra le molteplici iniziative anche periodiche indagini di soddisfazione rivolte alle donne che accedono ai servizi durante la gravidanza, per il parto e nella fase del puerperio.
Nel 2010 tutte le partorienti dei punti nascita sono state invitate a compilare un questionario disponibile su internet, o in alternativa a rispondere alle domande telefonicamente. Oltre 4.000 questionari sono stati raccolti tra le partorienti nel periodo gennaio-ottobre 2010. Nel 58,4% dei casi hanno dichiarato di essere molto o moltissimo soddisfatte dell’assistenza ricevuta nell’intero percorso. Un po’ critico risulta il coordinamento tra i sanitari che operano durante il pre partum, parto e post partum, che secondo l’esperienza vissuta dalla donne intervistate è quasi o totalmente assente per una donna su 5.
Quattro donne su 5 hanno dato una valutazione buona o ottima del corso di preparazione al parto. Molto buona la fiducia nel personale ospedaliero: 77,9% nei medici, 71% negli infermieri, 87% nelle ostetriche. Il 50% delle donne hanno lasciato commenti spesso molto articolati e propositivi, che dimostrano il desiderio delle neomamme di contribuire al processo di miglioramento della qualità del percorso nascita. La rilevazione verrà ripetuta anche quest’anno. Il Pronto Soccorso Anche per il 2010 si conferma il progressivo incremento di accessi al pronto soccorso.
La Toscana ha affrontato il problema, prevedendo una serie di azioni per migliorare gli aspetti relativi all’accoglienza e alla presa in carico, potenziando il servizio di diagnostica per immagini, e introducendo modalità organizzative innovative, come il See & Treat (gli infermieri al pronto soccorso per i casi meno gravi). Grazie a un processo di informatizzazione oggi è possibile avere in tempo reale una fotografia dei pronto soccorso toscani. Quanto ai tempi di attesa, la percentuale di pazienti con codice verde visitati entro un’ora mostra un quadro piuttosto eterogeneo tra le varie Asl, con dati che variano tra il 51,39% e il 99,84%. Sanità d’iniziativa e Attività Fisica Adattata La sanità d’iniziativa è un innovativo modello assistenziale che – superando quello classico della “medicina d’attesa”, che attende il paziente sulla soglia dell’ospedale – adotta un approccio “proattivo”, intercettando la patologia al suo esordio, o addirittura prevenendola prima che si manifesti, e garantendo al paziente interventi adeguati e differenziati.
Grazie alla sanità d’iniziativa, per esempio, dal 2008 al 2010 la percentuale di pazienti ai quali viene fatto il controllo dell’emoglobina glicata (un esame significativo per monitorare il paziente diabetico) è salita da 60,3% a 66,8%, avvicinandosi all’obiettivo posto dalla Regione che almeno il 70% dei pazienti diabetici effettuino una misurazione dell’emoglobina glicata nel corso dell’anno. Quanto all’Attività Fisica Adattata, l’obiettivo regionale è di almeno un corso ogni 1.000 abitanti oltre i 65 anni per i corsi a bassa disabilità, e un corso ogni 15.000 abitanti oltre i 65 anni per i corsi ad alta disabilità.
Nel 2010 sono stati attivati in tutte le Asl 1.063 corsi a bassa disabilità, ai quali hanno partecipato 18.071 persone. La maggior parte delle aziende si trova in fascia verde, nessuna è in fascia rossa, e l’eccellente prestazione della Asl 11 di Empoli dimostra che si può ancora migliorare nell’organizzazione e mettere a disposizione dei cittadini uno strumento di controllo e gestione della propria salute. Sei soddisfatto di lavorare nel sistema sanitario toscano? Cosa pensano i dipendenti delle aziende sanitarie toscane delle proprie realtà lavorative? Sono soddisfatti di lavorare per il sistema sanitario toscano? A queste e ad altre domande hanno risposto circa la metà dei 50.000 dipendenti delle aziende sanitarie toscane che dal 15 novembre al 31 dicembre 2010 hanno compilato il questionario di clima organizzativo realizzato dal MeS.
La partecipazione è stata del 42%: 21.113 questionari pervenuti su 50.310 attesi. Quasi la metà di quelli che hanno risposto (47,17%), alla domanda “svolgo un lavoro che mi piace” sceglie il valore 5, il massimo, e il 31,16% il valore 4. Il sistema di valutazione per l’anno 2010 è accessibile sul sito internet http://performance.sssup.it/toscana. Il Report è interamente scaricabile in formato pdf dal sito del Laboratorio MeS www.meslab.sssup.it