Firenze – “Il superamento del modello degli Ospedali psichiatrici giudiziari (Opg) è un obiettivo di civiltà. E la Regione Toscana ha intrapreso con convinzione un percorso che va nella direzione giusta, mirando ad armonizzare le misure sanitarie e di reinserimento con le esigenze di sicurezza, e che dobbiamo portare a termine perché la civiltà di un popolo si misura dalla sua capacità di prendersi cura dei malati e dal rispetto per la dignità di ogni persona umana”. Si è aperto con questo saluto del presidente Rossi la giornata di lavori su 'Un progetto regionale per il superamento dell’Opg di Montelupo fiorentino', organizzato a Sant’Apollonia dalla Regione Toscana e dal Centro 'Franco Basaglia' della Provincia di Arezzo, che ha chiamato a raccolta operatori, amministratori di altre regioni ed esperti di sanità penitenziaria.
Per la Regione erano presenti l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia, che ha concluso la densa sessione mattuti na del convegno. All’assessore al welfare Salvatore Allocca il compito di tirare le conclusioni pomeridiane. Per l’assessore al diritto alla salute Scaramuccia “in tema di sanità penitenziaria dobbiamo andare avanti sulla strada intrapresa che ha visto la Toscana giocare sempre un ruolo determinante anche a livello nazionale. Senza la Regione Toscana non ci sarebbe stato il Dpcm del 2008 che è il punto di partenza per il percorso di regionalizzazione, cioè del passaggio della funzione sanitaria in tutti gli Istituti penitenziari, compresi gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, dal Ministero della Giustizia a quello della Salute.
Dopo il 2010 che ha fatto registrare il trasferimento completato di tutto il personale e quello quasi ultimato di tutti i locali ad uso sanitario, abbiamo ora aperto la fase due, ovvero il pieno inserimento della sanità penitenziaria nel sistema sanitario regionale, nostro obiettivo primario, con tutte le garanzie di qualità, di presa in carico e di efficacia. E in collaborazione proficua con il Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria, con il Centro di giustizia minorile, con l’Istituto penale minorile di Pontremoli e con il Garante dei detenuti di Firenze”. Alla fine del mese di maggio, come ha ricordato l’assessore Scaramuccia, la Giunta regionale ha approvato il progetto che stabilisce azioni specifiche da avviare e monitorare, dal superamento del rischio suicidio al miglioramento dell’igiene ambientale e all’aumento dell’efficacia degli interventi in emergenza urgenza, attivando il sistema di qualità e sicurezza anche nelle carceri.
Un’attenzione particolare viene data alla valutazione e all’accoglienza dei bisogni dei minori in carcere, di cui è stato approvato nei giorni scorsi il progetto attuativo che identifica azioni e soggetti coinvolti. “Con la stessa determinazione e con il coinvolgimento di tutti gli attori – ha proseguito Scaramuccia – stiamo lavorando al progetto di superamento dell’Opg di Montelupo fiorentino. Dall’inizio dell’anno a ora sono state ben 51 le persone dimesse da Montelupo, con un programma personalizzato di accoglienza e reinserimento dei singoli pazienti.
Il percorso non è certo finito, c’è ancora molto da fare, ma credo che questo sia un segno tangibile di impegno, il primo risultato positivo di una battaglia, in cui unendo tutte le energie anche aldilà dei punti di vista diversi, dobbiamo andare avanti. E superare quell’inferno che, come ha scritto un paziente su uno dei muri di Montelupo, è l’indifferenza degli altri”. “Per il superamento dell’Opg di Montelupo ci vuole il coraggio di portare a compi mento la riforma Basaglia – ha dichiarato l'assessore al welfare Salvatorew Allocca -.
Va bene una road map, che individui tappe intermedie, ma occorrono impegni e scadenze precise, che sappiano individuare senza ambiguità l’obiettivo finale. Una road map che deve prefigurarsi come una exit strategy, la strada per la definitiva uscita da istituzioni di tipo manicomiale”. “Fermo restando l’impegno della Regione – ha spiegato Allocca – nella pronta presa in carico tramite i Dipartimenti di Salute Mentale territoriali delle persone ritenute dimissibili e attivate le eventuali strutture residenziali ad alta intensità di cura per tutti le altre ancora bisognose di attenzione ed accoglienza, rimane la fase tre prevista nell’Allegato C del DPCM del 2008, ovvero la regionalizzazione anche di coloro ancora sottoposti a misure di sicurezza e non ancora dimissibili.
Occorre quindi attivare un percorso, caratterizzato da una precisa scansione delle fasi, che conduca alla restituzione di queste persone al territorio”. Allocca ha poi proseguito il suo intervento evidenziando che “l’Opg sarà veramente chiuso e superato, nella sua natura manicomiale e carceraria, nel momento in cui sarà attivato un modello diverso di presa in carico dei malati di mente, impropriamente definiti sin qui internati. Questo richiede una forte determinazione, da parte di tutti.
E’ necessario avere il coraggio di completare una grande riforma che aspetta ormai da troppo tempo la sua definitiva realizzazione che ha trasformato in modo radicale l’idea dell’approccio alla malattia mentale cancellan do l’istituzione manicomiale. Per farlo – ha detto ancora – è necessaria una rivisitazione della legislazione nazionale rivedendo la legge Gozzini e superando le ambiguità residue tra il recepimento delle pronunce della Corte Costituzionale ed il mantenimento implicito di principi contenuti nel codice Rocco, per arrivare ad affermare il principio che i malati vanno curati e non contenuti”.
Una riforma che si è fermata proprio sulla soglia degli Opg. “Nell’attesa – ha concluso Allocca – che si determino condizioni più favorevoli a tali cambiamenti non si può stare fermi ed il percorso che si era inceppato va ripreso con forza individuando l’obiettivo del superamento e della chiusura come un obiettivo non settoriale ma complessivo, che risponde alla storia, alla identità ed al profilo politico della Toscana”. Secondo i dati di fonte regionale (Assessorato al diri tto alla salute) e relativi al 20 giugno 2011, l’Opg di Montelupo, a fronte di una capienza di 201 posti, ospita 155 persone.
Entro i prossimi 6 mesi è prevista la dimissione di 18 persone (domicilio, domicilio assistito, comunità terapeutica).