Firenze - Sarà votata dal Consiglio comunale di Sesto Fiorentino, nella seduta di domani, la delibera per l’introduzione della nuova tassa di soggiorno introdotta dal decreto sul federalismo fiscale. L’atto proposto dalla giunta stabilisce che a partire dal primo settembre - se la Regione confermerà Sesto Fiorentino nell’elenco delle località turistiche della Toscana - sia soggetto a un’imposta ciascun pernottamento nelle strutture ricettive presenti sul territorio (alberghi, affittacamere, bed&breakfast, agriturismi, ecc.).
“La misura non grava sui cittadini dei singoli comuni ed è stata chiesta a gran voce dall’Associazione dei comuni italiani - ha spiegato stamani il sindaco Gianni Gianassi in una conferenza stampa - semplicemente restituisce al territorio i costi per l’utilizzo del territorio stesso da parte dei turisti”. La materia sarà disciplinata da un regolamento unico predisposto dai quattro comuni della Piana fiorentina, mentre le singole tariffe sono state decise autonomamente da ciascun comune.
La proposta della giunta sestese prevede l’applicazione dell’imposta con criteri di gradualità in proporzione al prezzo (un euro a stella per ciascuna notte di pernottamento, fino a un massimo di dieci notti consecutive). Sono esentati dal pagamento i minori di dodici anni e gli autisti e gli accompagnatori dei gruppi organizzati, mentre a provvedere alla riscossione sarà ogni singola struttura ricettiva, che riverserà poi la somma al Comune entro quindici giorni dalla fine di ogni trimestre solare.
Sarà il Comune a fornire gli appositi cartelli informativi che le strutture ricettive dovranno affiggere all’interno dei propri locali. Le statistiche sul movimento turistico a Sesto Fiorentino negli ultimi anni evidenziano una permanenza media di due notti e un totale di presenze annue che dal 2006 a oggi è oscillata tra le 250.000 e le 300.000 unità. Le risorse ricavate saranno destinate - come prevede lo stesso decreto - “a finanziare interventi in materia di turismo, manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali e ambientali locali, nonché per i servizi pubblici locali”.