“Il futuro delle Acciaierie di Piombino passa attraverso una precisa condizione: le banche devono garantire gli investimenti per rinnovare l’altoforno, ristrutturare il debito e cercare soluzioni imprenditoriali che portino nuovi capitali capaci di investire in produzioni aggiuntive di laminati”. Lo afferma l’on. Fabio Evangelisti, Segretario Idv Toscana, commentando la notizia del probabile ingresso di un Fondo Inglese nel capitale delle Acciaierie. “Dobbiamo fuggire questa logica speculativa – aggiunge Evangelisti – e perseguire la rotta tracciata nell’assemblea del 21 marzo scorso, quando ci eravamo impegnati tutti insieme - forze politiche, sindacati, associazioni ed enti locali – affinché, responsabilmente, mettessimo in campo ogni risorsa tesa a scongiurare il declino del sito siderurgico di Piombino, mobilitando tutte le forze per chiedere al sistema bancario, che è il vero proprietario delle acciaierie, di costruire un piano industriale che qualifichi il ciclo integrale delle acciaierie con produzioni anche a valle e ad alto valore aggiunto.” “Se le notizie apparse sugli organi di stampa – spiega Evangelisti – venissero confermate, saranno a rischio la produzione dell’acciaio, con gravi ripercussioni per i quattromila dipendenti e per l’indotto.
Martedì prossimo, a Roma, l’incontro in programma al Ministero dello Sviluppo Economico può rappresentare un punto di svolta. È fondamentale, però, che prevalgano ragioni di politica industriale agli interessi finanziari”. “Noi dell’Italia dei Valori – conclude Evangelisti - ribadiamo la necessità a fare fronte comune per chiedere al Governo di assumersi la responsabilità di una politica industriale che chiarisca definitivamente se l’Italia deve perdere, o no, anche questo settore strategico, invece di pensare ai miliardi di euro di investimenti sul nucleare, una tecnologia pericolosa, superata ed antieconomica alla quale, il 12 e 13 giugno, possiamo dire definitivamente basta votando Sì ai referendum.
È urgente, invece, che questo Governo delle chiacchiere, come avviene in tutte le economie mondiali, si attivi per dare al Paese una politica industriale degna di questo nome. In particolare, la delicata situazione delle acciaierie deve essere affrontata come sito e non solo come singola azienda. È prioritario spingere il percorso con le banche e incalzare il Governo a individuare nuovi sbocchi e investitori credibili per segnare il rilancio della siderurgia, in Val di Cornia come nel resto del Paese”.