di Montecristo La banda del buco ha colpito ancora. Secondo le indagini della Procura della Repubblica di Firenze, pubblicate ieri, i materiali di scavo dei cantieri per la terza corsia autostradale dell'A1, anziché essere smaltiti secondo le norme UE come sostanze pericolose, sarebbero stati buttati nel lago di Bilancino in Mugello. Se l'ipotesi giudiziaria si rivelasse fondata, danno paesaggistico ed ambientale, inquinamento idrico, ecc. si confermerebbe l'illustre precedente dei cantieri per la ferrovia veloce sempre in Mugello.
In quel caso i realizzatori sono stati condannati dal Tribunale in primo grado con imputazioni simili. All'epoca, nonostante la denuncia degli ecologisti e le proteste degli abitanti, un assessore regionale all'Ambiente, in forza ai Verdi, ammise che erano mancati adeguati controlli. E si ritirò a vita privata. Più di recente un altro assessore regionale, con delega ai Trasporti, chiese pubblicamente al Ministro delle Infrastrutture di derogare, con apposita legge, le norme UE sullo smaltimento dei materiali di risulta dei cantieri per il sottoattraversamento TAV di Firenze, per consentire una più “serena” realizzazione dell'opera.
Anche lui si è ritirato a vita privata. Ma le preoccupazioni dei fiorentini rimangono. Con questi presupposti è lecito domandarsi dove finiranno i milioni di tonnellate di smarino estratto dai 9 chilometri di tunnel ferroviaria che attraverserà la città. In quale dannato buco li butteranno? Perché una cosa sembra evidente: in Italia corrispondere alle direttive dell'Unione Europea in tema di smaltimento degli scarti di cantiere pare difficile, o troppo costoso. 150 anni fa, all'epoca del risorgimento, in Toscana per incentivare lo sviluppo economico, i progressisti avviarono un intenso piano di lavori pubblici.
Ma i tanti nuovi operai che scavavano e riempivano buche su strade, fogne e cantieri, furono ribattezzati dai buontemponi “bucaioli”. Ai giorni nostri progressisti di ben altra pasta, reinterpretando l'invito Keynesiano a far buche e riempirle quale incentivo allo sviluppo economico, pretendono di spendere almento un miliardo di euro per scavare un enorme buco sotto la nostra città e pure nella finanza pubblica. Ecco il paradosso. Nell'Italia squattrinata del 2011, in cui gli enti locali battono cassa a Roma e non sono in grado di chiudere il bilancio annuale, i soldi si trovano solo per le grandi opere, specie se contrastate dalla popolazione.
E senza riguardo per le prescrizioni normative e ambientali. Dunque non c'è due senza tre? I Bucaioli colpiranno anche a Firenze? Quel dannato tunnel miliardario, con ennesima stazione annessa, è davvero difficile da realizzare, per molte ragioni. Ma se un consiglio è permesso, c'è da state in guardia. E dopo gli smaltimenti illeciti del Mugello e di Bilancio, guai a chi ha qualche specchio d'acqua, o qualche buco da riempire di smarino. Come dire: amici dell'Argentario, attenti, che i Bucaioli son capaci di riempirvi la laguna!