Presunto smaltimento di materiale di scavo e rifiuti speciali, che proverrebbero dal cantiere della Terza Corsia della A1, nei pressi del lago toscano di Bilancino in Mugello. L'indagine era partita già da alcuni mesi con il coinvolgimento dell'Agenzia regionale per la protezione ambientale. Giuseppe Quattrocchi, procuratore capo, insieme ai Pm Giulio Monferini e Gianni Tei, ha spiegato che l'ipotesi è quella del materiale di scavo riversato nel lago eludendo le regolari procedure previste per lo smaltimento dei materiali inquinanti. Il materiale si sarebbe combinato con le nuove cementificazioni andando così a finire nella falda che riversa nel lago.
sarebbero dunque mancate non solo le precauzioni dettate per legge, ma si tratterebbe di una procedura operativa lasciata, se non al caso, al libero arbitrio dei singoli direttori dei lavori che per accelerare i tempi e più probabilmente ridurre i costi si sarebbero lasciati andare alla pura e semplice 'edilizia creativa'. Discariche abusive e trasporto di materiale inquinante, danno paesaggistico ed ambientale, inquinamento del bacino di approvvigionamento idrico più grande della regione, solo per citare alcuni dei capi di imputazione. Tra gli indagati figurerebbero solo i funzionari di Autostrade per l'Italia e delle societa' che svolgono i lavori, chiamati in causa personalmente e non in rappresentanza delle rispettive ditte dirette o in appalto. I lotti interessati sono quelli delle varianti di valico e del tratto autostradale fiorentino dell’A1.
Se da una parte sembravano lavori interminabili e lenti, dall'altro il lavoro della Procura è stato attento e mirato, tanto che le conclusioni che emergono solo ora sono come il corpo che riaffiora dal lago nei più classici dei film gialli e l'individuazione dei colpevoli pare essere già ad un punto di svolta, anche se i singoli indagati, informati tramite notifica dell'inchiesta avviata in sordina e conclusasi con fragore sul loro operato, si sono dichiarati increduli ed estranei alla vicenda. “Seguiamo con attenzione la vicenda e la conclusione dell’inchiesta della magistratura per capire con precisione ciò che è realmente accaduto, vogliamo che emerga la verità e che si pongano elementi di chiarezza a tutti, da noi amministratori pubblici ai cittadini, per assumere ulteriori iniziative di tutela e difesa e anche per allontanare eventuali allarmismi”.
Così si esprime il presidente della Comunità Montana Mugello Stefano Tagliaferri rispetto allo scenario che emerge dall’inchiesta condotta dalla Procura di Firenze sul presunto inquinamento dei fondali e dell’ecosistema del lago di Bilancino che sarebbero stati causati dai lavori della Variante di Valico, come anticipato stamani dall’edizione di Firenze del quotidiano La Repubblica. La struttura preposta alla vigilanza e al controllo sulla conduzione dei lavori di realizzazione della grande opera è individuata nell’Osservatorio Ambientale, che in questi anni ha imposto prescrizioni nelle attività di cantiere, anche per quanto riguarda la salvaguardia delle acque del lago di Bilancino e dei torrenti: “Vogliamo conoscere la situazione effettiva, rispetto alle irregolarità e ai reati ipotizzati dalla magistratura - commenta il presidente della Comunità Montana del Mugello Stefano Tagliaferri -, affinché le istituzioni e gli organi di controllo interessati possano valutare le iniziative più opportune da intraprendere a tutela del nostro territorio e dell’ambiente, già duramente ferito dall’Alta Velocità.
Il lago di Bilancino rappresenta una risorsa fondamentale per il turismo e lo sviluppo del territorio del Mugello ed è risorsa altrettanto strategica per la città di Firenze e la Toscana. Attendiamo - conclude - che anche le altre istituzioni preposte ci aggiornino sullo sviluppo della situazione”.