Lungo i cantieri della TAV il sottopasso ciclo-pedonale che collega via Reginaldo Giuliani a via delle Tre Pietre che è rimasto costantemente allagato per mesi. In inverno l’insidioso pavimento era sempre sdrucciolevole, spesso anche ghiacciato; a metà giugno l’acqua usciva ancora dai muri di contenimento o gocciolava dal soffitto, correndo nelle caditoie e creando pozze estese; ai primi di luglio si vedono ancora leggere uscite d’acqua. Rete Ferroviaria Italiana, che conduce i lavori, sostiene che si è trattato di un problema di manutenzione o della perdita di un tubo di Publiacqua, ma la situazione è peggiorata appena sono iniziati i lavori per lo “Scavalco”.
Proprio accanto, all’altezza del bivio per Pisa, inizia la galleria artificiale della linea AV. Durante la costruzione del tunnel i binari che escono dalla galleria di Monte Morello, scavalcano la linea che si trova verso monte in modo da giungere ai marciapiedi centrali di S.M. Novella. Quando invece il sistema sarà a regime i convogli passeranno dalla galleria artificiale, attualmente in costruzione, per poi imboccare il tunnel che va alla stazione Foster. All’altezza dell’ex Istituto Farmaceutico Militare, ci sarà anche il Pozzo Arrivo Frese di cui si sta completando la soletta inferiore.
Qui tra qualche anno, una volta scavato il primo tunnel, emergerà la talpa. All’inizio di maggio alcune abitazioni di via Reginaldo Giuliani sono state gravemente danneggiate da un flusso di acqua proveniente dalla strada che in una corte interna ha raggiunto i 70 cm. Anche in questo caso, secondo i proprietari, c’entrano le Ferrovie, che hanno ostruito con i lavori il collettore che dalla strada passa sotto i binari. Le alte paratie che separano il cantiere dalle abitazioni non permettono di vedere i lavori, ma da una palazzina in costruzione con vista sui binari, si può individuare la falda idrica scoperta proprio a ridosso delle barriere antirumore costruite dallo stesso proprietario. I lavori per la TAV hanno richiesto la collocazione di numerose pompe per portar via l’acqua durante gli scavi.
Qui tutti sanno che normalmente la falda si trova a -3 m., ma le Ferrovie affermano che i loro rilevamenti piezometrici indicano -6. Forse sono da mettere in relazione con queste differenti valutazioni le recenti voci di un innalzamento della falda acquifera in quella zona Si tratterebbe piuttosto di un “minore abbassamento” rispetto alla condizione precedente. I cittadini sospettano infatti che i rilevamenti segnalino una situazione transitoria provocata dal lavorio delle pompe e che comunque il controllo dei corpi acquiferi provenienti dalla collina, già difficoltoso prima della costruzione della TAV, diventerà più complicato con la costruzione dei diaframmi del sottoattraversamento.
Per il controllo delle acque sotterranee RFI afferma che sono stati collocati 47 piezometri lungo tutti i cantieri da Campo di Marte a Castello e che la frequenza dei controlli per quelli più vicini alla ferrovia (costantemente comunicati ad ARPAT e all’Osservatorio ambientale) è giornaliera. Ma gli abitanti del luogo negano che ciò avvenga. Sempre secondo RFI la velocità media di scavo della fresa, quando entrerà in funzione il prossimo anno, sarà di 15 m/giorno. Ma queste previsioni, decisamente ottimistiche, non tengono conto dei rischi insiti in operazioni del genere e messi in evidenza dagli studi geotecnici e di ingegneria ambientale condotti dall’Università di Firenze.
Lo scavo di una galleria in un terreno eterogeneo come quello di Firenze può provocare modificazioni morfologiche, e quindi effetti nel sistema del sottosuolo, anche a molta distanza dallo scavo. Le esperienze del Mugello e di Bologna ci insegnano. Le opere principali attualmente in corso nella zona sono il corridoio bimodale attrezzato per l’approvvigionamento dei materiali di cantiere e per lo smaltimento dei materiali di scavo via ferro, il sottopasso ciclo-pedonale tra la nuova stazione e via Sighele, l’allargamento del sottovia stradale di via Circondaria e la collocazione delle barriere antirumore. Le rilevazioni e i monitoraggi ambientali fatti da ITALFERR e trasmessi ad ARPAT e all’Osservatorio Ambientale riguardano vari aspetti: atmosfera, acque sotterranee, acque di superficie, rumore, elettromagnetismo, vibrazioni. "Nell’area dei Macelli attualmente ci sono due punti di monitoraggio dell’atmosfera, ma presto, sempre finanziata da RFI, dovrebbe esser messa un’altra centralina alla scuola Rosai in relazione all’apertura del corridoio bimodale per convogliare a Cavriglia la terra rimossa -spiegano dai Comitati dei Cittadini dell'Area Fiorentina- Dal 1° agosto entrerà in funzione il corridoio per il trasporto ferroviario.
Lo smarino complessivo ammonta a 2.850.000 mc. (a fronte dei 2.600.000 mc. della Piramide di Cheope). Per adesso è stato approvato lo smaltimento di 1.350.000 mc. che avverrà nell’arco di 2 anni e mezzo fino a riempire la ex cava di lignite di Cavriglia. Per l’approvazione del progetto degli altri 1.500.000 mc. occorreranno alcuni mesi. Così nei programmi il lavoro è stato rallentato: verrà utilizzata una sola fresa da Campo di Marte a Castello, per poi procedere in senso inverso una volta scavato il primo tunnel.
Questo solo fatto, anche senza considerare tutte le incertezze tecniche ed economiche del progetto, dovrebbe suscitare la reazione dell’opinione pubblica fiorentina perché comporterà un prolungamento dei lavori e dei disagi in città. Durante lo scavo il monitoraggio sulla salute pubblica e sull’ambiente sarà assicurato da 9 centraline: 3 a Campo di Marte, 3 nella zona dei Macelli, 3 nella zona dello scavalco. Attualmente ce ne sono in funzione 6 che controllano il PM10, le polveri sospese e i parametri meteo.
Tutti però hanno potuto vedere – e patire – le nuvole di polvere e i depositi di fango sollevati dai lavori “propedeutici”. Secondo quanto che afferma un tecnico di ARPAT intervistato dal “Corriere Fiorentino” i tecnici che seguono i lavori della TAV sono solo tre mentre ne servirebbero il doppio. L’impianto di lavaggio delle ruote dei camion al momento dell’ispezione della Commissione ambiente del Consiglio comunale il 17 giugno scorso non era ancora entrato in funzione. E comunque asfaltatura e organizzazione del cantiere non sono perfetti, il che significa fango sulle strade, sabbia, polvere.
La maggiore emergenza denunciata dai cittadini e anche dalla stampa nel cantiere dei Macelli è quella dell’impianto per la produzione del calcestruzzo che sorgerà proprio in mezzo alle case. Tanto che l’Amministrazione ha già preso provvedimenti per spostare i bambini della scuola elementare “Rodari” in viale Corsica, come da tempo chiedeva un comitato spontaneo di genitori. L’altra scuola, la “Rosai”, che si era trovata in corrispondenza della nuova stazione e che era stata ricostruita qualche anno fa in via dell’Arcovata, sarà evacuata anch’essa, ma solo tra qualche anno, quando la talpa vi passerà proprio sotto.
Nel “cementificio” in mezzo alle case si tratterà oltre al calcestruzzo anche la bentonite, una particolare argilla che si espande con l’acqua costituendo un gel usato come additivo per impermeabilizzare il cemento durante la costruzione di gallerie, diaframmi e pali, e la cui utilizzazione e smaltimento richiede particolari precauzioni dato che contiene piccole quantità di quarzo e silice cristallina. Al di là delle precauzioni per le scuole, resta dunque il problema anche per tutto il quartiere, per ciò che riguarda le polveri ma anche per il rumore degli impianti".