di Antonio Lenoci Nelle precendenti puntate di questa inchiesta abbiamo raccontato come quasi venti anni dopo la approvazione degli incentivi alla produzione di energia pulita (il così detto Cip6) sulle rive dell'Arno non ci sia traccia di impianti idroelettrici, nonostate che già alla fine degli anni '90 imprenditori avessero presentato richiesta di concessione delle briglie lungo il fiume. A onor del vero, bisogna aggiungere che un impianto di produzione idrolettrica in provincia di Firenze c'è, addirittura pubblico.
I più ferrati in materia, ingegneri e tecnici vi direbbero, come hanno detto a noi “Si son presi il salto migliore”. Andiamo a rileggerci un comunicato stampa datato 10 febbraio 2006: “Produrre oltre 8 milioni di chilowatt di energia elettrica, quanto serve per alimentare un comune di diecimila abitanti, senza inquinare, ad emissioni zero. Questo è quanto accadrà con l'entrata in funzione della nuova centrale elettrica di Bilancino, inaugurata stamani dal presidente di Publiacqua, Amos Cecchi, dal sindaco di Barberino, Gian Piero Luchi e dal presidente della Regione Toscana, Claudio Martini”.
L'accordo per la realizzazione fu firmato nel 2003, e in soli tre anni l’opera è stata progettata e costruita, con un investimento di 4,5 milioni di euro, a cui la Regione ha contribuito con un finanziamento di circa 800.000 euro, utilizzando le risorse comunitarie previste dal Docup 2003-2006. “Una piccola centrale, ma simbolicamente grande, e servirà per accendere molte lampadine, mi auguro che accenda anche la lampadina di coloro che sono chiamati a governare” affermava quella mattina presidente della Regione Toscana.
“Fra i vantaggi della centrale idroelettrica di Bilancino – precisava Claudio Martini - c’è anche quello del contributo alla realizzazione degli obiettivi del Protocollo di Kyoto: produrre 8 milioni di chilowatt di energia idrolettrica comporta l’abbattimento di 6.000 tonnellate di emissioni di CO2 in atmosfera”. “Una realizzazione di piccole dimensioni – teneva a sottolineare il presidente della Regione - ma se ripetuta sul territorio regionale potrà dare risultati assai significativi in materia di bilancio energetico.
Abbiamo bisogno di produrre più energia, ma in modo pulito – e concludeva - la Regione si propone, entro il 2012, di produrre il 50% del fabbisogno di elettricità con fonti rinnovabili (al 2006 si era a quota 30%)”. Oggi, dopo quattro anni, come funziona la centrale idroelettrica di Publiacqua a Bilancino? Secondo il Servizio Comunicazione di Publiacqua SpA la Centrale è perfettamente funzionante e produce energia in linea con i rilasci in Sieve concordati con l'Autorità di Bacino del Fiume Arno.
Non ci sono problemi di funzionamento e nel 2010 la Centrale ha prodotto oltre 5 milioni di Kwh. Nel sito internet istituzionale (dove abbiamo trovato anche un video promozionale) l'azienda ex municipalizzata fa ancora menzione del comunicato stampa originario, che troviamo anche sul sito del Comune di Barberino del Mugello (che descrive l'impianto come meta turistica e ancora in attesa di attivazione). Così è facile rilevare che secondo le attese originarie la centrale avrebbe dovuto produrre il 50% in più dell'energia realizzata attualmente.
Proprio perfettamente, forse, non funziona. Comunque la si pensi, l'unica struttura presente sul territorio potrebbe fare almeno da modello per i progetti sull'Arno? Un mese fa, in occasione di una conferenza stampa, lo abbiamo domandato all'attuale presidente di Publiacqua, Erasmo D'Angelis: “Ma sicuramente perché l'Arno è sempre stato un grande fiume energetico, ha sempre fornito energia, attorno al fiume c'erano circa 600 mulini, molte Gualchiere, la più grande vicino a Bagno a Ripoli dove anche Leonardo ha studiato.
Tutta l'industria pesante, frantoi, industria della lana, ricavavano l'energia dal fiume. Inoltre l'Arno era anche navigabile arrivavano marmi da Carrara. La Provincia ha un progetto messo in cantiere alcuni anni fa che sta arrivando a soluzione per far ripartire l'Arno come motore energetico recuperando i salti e le pescaie del fiume. Lo chiamano mini-idrico, però sono impianti che immetteranno in rete energia, una frontiera che va superata visto che l'Arno oggi ci consente di fare anche questo".
Belle parole, anche se non informatissime, per essere un addetto ai lavori. Come detto nella puntata precedente, infatti, la produzione idroelettrica sul fiume è tutt'altro che imminente. Dopo la definizione del Project financing, secondo le informazioni inviateci dalla Provincia di Firenze, a fine anno si procederà allo svolgimento della gara per l'individuazione delle migliori offerte. Ma come è possibile che già nella primavera del 2011 si proceda all'assegnazione della concessione, visto che l'esecuzione del contratto di concessione è subordinato ai tempi indicati nella proposta scelta, all'esproprio delle areee prospicienti necessarie e alla Verifica di Impatto Ambientale, non ancora disponibili in nessuno dei siti individuati? E anche quando tutto questo sarà approntato, per arrivare alla realizzazione delle opere, il concessionario dovrà avviare la progettazione definitiva, ancora subordinata all'autorizzazione e ai pareri pubblici, e in seguito la progettazione esecutiva.
Solamente allora si realizzeranno gli impianti che produrrano elettricità: nella migliore delle ipotesi ci vorranno ancora anni. La Regione, con il Presidente Enrico Rossi, ha ribadito anche recentemente l’importanza del tema energetico e delle fonti rinnovabili. In occasione della manifestazione Terra Futura tenutasi presso la Fortezza da Basso di Firenze è stato il neo Presidente a premiare le piccole realtà locali che si sono attivate negli anni per produrre energia in modo autonomo: imprenditori e famiglie, per lo più con impianti fotovoltaici.
Ma come si può parlare di consapevolezza diffusa, se proprio gli enti locali sono esempio di incoerenza, là dove, avendo a disposizione fonti energetiche lungo i corsi d’acqua non riescono a trovare il modo di sfruttarle in tutti questi anni? A impedirlo incredibili lungaggini burocratiche e perverse logiche di sistema, che impediscono l'avvio degli impianti e tarpano le ali a investitori e progettisti, inevitabilmente demotivati e ostacolati da invalicabili “mulini a vento”.
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