Quale può essere il ruolo delle cooperative d’utenza nella gestione di una risorsa pubblica come l’acqua? Se ne parlerà domani a Firenze in occasione di “Tutti per l’acqua, l’acqua per tutti”, l’iniziativa promossa dall’Associazione Cooperative Consumatori Distretto Tirreno, alla presenza di due Presidenti di Regione. Dalle 10 alle 13, al Palazzo degli Affari in piazza Adua, Enrico Rossi, presidente della Toscana, e Catiuscia Marini, presidente dell’Umbra, discuteranno con Maura Latini, vicepresidente Consiglio di Gestione Coop Italia, e con Mattia Granata, dell’Università di Milano, su “Acqua bene comune: garantire la disponibilità per tutti, la qualità, la sostenibilità ambientale e il controllo dei cittadini.
Il professor Pierangelo Mori, dell’Università di Firenze, presenterà i risultati di una ricerca su “le cooperative di utenza in Italia e Europa. “Si tratta di un appuntamento importante anche in vista del referendum del 12 e 13 giugno – spiega Stefano Bassi, presidente dell’Associazione Cooperative Consumatori Distretto Tirreno che introdurrà i lavori - Il 12 e 13 giugno i cittadini sono chiamati a esprimersi sulla richiesta di abrogazione di norme di legge che limitano una gestione della risorsa acqua come bene comune e non mercificabile.
Noi sollecitiamo i soci delle nostre cooperative a partecipare alla consultazione affinché sia raggiunto il quorum. Da tempo Coop è attiva su questo terreno, con le tante iniziative che in questi anni hanno coinvolto i nostri soci e i consumatori: dalla campagna “ Acqua per la Pace “ per il diritto all’accesso all’acqua potabile soprattutto nei Paesi del Sud del mondo, alla ultima campagna, “l’acqua di casa tua” per un uso responsabile, rispettoso delle compatibilità ambientali del patrimonio idrico nazionale.
Se consideriamo l’acqua un bene essenziale, prezioso, inalienabile, non possiamo trattarlo alla stregua di una qualsiasi “merce”, verso cui operare in termini di pura resa o profitto. Altre sono le priorità: la piena disponibilità per tutti, la qualità, il controllo pubblico. E anche sulla obbligatorietà della formula societaria, la società per azioni, siamo sicuri che non sia possibile sperimentare forme diverse che, proprio sulla base dei principi fondanti dell’uso pubblico di questa risorsa, non rendano protagonisti in prima persona gli utenti-cittadini?”