Firenze - Il Monitor dei Distretti della Toscana di Banca CR Firenze in collaborazione al Servizio Studi di Intesa Sanpaolo, che illustra l’andamento dei distretti toscani nel quarto trimestre del 2010 e riepiloga l'andamento complessivo dello scorso anno. A partire da questo numero, il Monitor dei Distretti dedicato alla Toscana si arricchisce migliorando la copertura delle aree distrettuali regionali, in particolare per quanto riguarda il settore agro- alimentare. I distretti “tradizionali” monitorati salgono a 18.
Inizia, inoltre, il monitoraggio dei poli tecnologici rappresentati, in Toscana, dal polo farmaceutico (province di Pisa, Firenze e Siena), che nel 2010 ha esportato 721 milioni di euro. I dati del quarto trimestre confermano la fase di accelerazione delle esportazioni dei distretti tradizionali toscani, cresciute del 22% tendenziale nell’ultimo scorcio dell’anno. Tale ritmo consente di chiudere il 2010 con una crescita del 15% sul 2009, uno dei risultati migliori tra le regioni italiane.
Nonostante questi buoni risultati, a fine anno l’export distrettuale toscano risulta ancora al di sotto dei livelli pre-crisi: il gap da colmare si è comunque ridotto a poco meno dell’8%, facendo ipotizzare come possibile un pieno recupero per l’anno in corso. L’evoluzione positiva delle esportazioni nel corso del 2010 ha interessato quasi tutti i distretti tradizionali toscani, con poche eccezioni: le calzature e articoli in pelle di Arezzo (-14%), i mobili di Poggibonsi e Sinalunga (-1,9%) e il tessile-abbigliamento di Arezzo (-0,2).
Molti distretti, tuttavia, rimangono lontani dal pieno recupero dei livelli pre-crisi, anche a causa dell’innescarsi di gravi crisi aziendali, spesso irreversibili. Tra i distretti dove le esportazioni rimangono più distanti dai valori registrati nel 2007 si segnalano la ceramica di Sesto Fiorentino, il mobile imbottito di Quarrata e quello di Poggibonsi-Sinalunga che ha sperimentato, tuttavia, un ritorno alla crescita nell’ultimo trimestre dell’anno. Nonostante una crescita nel 2010 del 40% circa, rimane molto al di sotto dei livelli del 2007 anche il distretto delle calzature di Lucca. Tra i distretti con un peso più elevato sull’export distrettuale toscano si segnala per le buone performance nel corso del 2010 il distretto dell’oreficeria di Arezzo che, grazie al +30% del 2010, riesce a raggiungere e superare i livelli di vendite sui mercati esteri del 2007.
Ottimi risultati anche per la Concia e calzature di S.Croce sull’Arno, seppure in rallentamento, come atteso, nell’ultima parte dell’anno per via del progressivo esaurirsi della spinta data nella prima parte dell’anno dalla ricostituzione dei magazzini delle imprese a valle. Accelerano invece nel quarto trimestre, migliorando le già buone performance della prima parte dell’anno, il polo fiorentino della pelle, il tessile e abbigliamento di Prato e, soprattutto, l’abbigliamento di Empoli, tra i più in ritardo nel cogliere le opportunità di crescita sui mercati esteri. E’ da sottolineare, comunque, come i risultati positivi ottenuti da tutti i principali distretti toscani, in particolare per quanto riguarda l’oreficeria, la concia e il tessile, siano anche influenzati in modo significativo dai forti incrementi registrati nei prezzi delle principali commodity utilizzate che vengono, in parte o completamente, riflessi dai prezzi di vendita dei prodotti finiti.
L’oro è aumentato nel corso del 2010 del 30%, la lana intorno al 40% mentre le pelli e il cotone hanno sperimentato incrementi ancora più significativi, nell’ordine del 70% circa. La buona performance dei distretti tradizionali non è stata affiancata da risultati altrettanto positivi per il polo tecnologico farmaceutico che ha sperimentato una diminuzione delle esportazioni del 5%, in parte determinato dalla fine del boom delle vendite di vaccini e influenzato dalla ristrutturazione in atto, in particolare a Siena. I distretti del settore agro-alimentare, meno colpiti dalla crisi, risultano più vicini o addirittura al di sopra dei livelli del 2007.
Spicca la crescita delle vendite all’estero di vino del Chianti (+15,4%), con una accelerazione nell’ultimo trimestre; ottime anche le performance dell’olio sia a Lucca (6,7%) sia soprattutto a Firenze (+13%). I distretti toscani hanno sicuramente potuto beneficiare del traino offerto dai mercati emergenti: Emirati Arabi Uniti (in particolare per la gioielleria aretina), Cina, Hong Kong, Turchia hanno tutti mostrato incrementi significativi dei valori in corso d’anno. E’, tuttavia, soprattutto la Francia, primo mercato di sbocco, ad aver dato il maggiore contributo al recupero delle esportazioni.
Le esportazioni toscane verso la Francia, grazie ad una crescita del 17,6%, hanno sfiorato, a consuntivo del 2010, il miliardo e 300 milioni di euro, un livello nettamente superiore sia a quello del 2009 sia a quelli pre-crisi. Il mercato francese è risultato fondamentale per molti distretti toscani, in particolare la pelletteria fiorentina, il tessile-abbigliamento di Prato, l’orafo di Arezzo, il cartario di Capannori e l’abbigliamento di Empoli, tutti distretti che si sono distinti nel corso del 2010 per le ottime capacità di recupero.
Anche i dati di CIG mostrano un quadro ancora dominato dalle incertezze: pur in una situazione di rallentamento, le ore richieste di CIG, in particolare straordinaria e in deroga, sono rimaste su livelli elevati, segnalando come vi siano ancora molte imprese in crisi, specie tra le più piccole e i subfornitori non in grado di raggiungere autonomamente i mercati esteri che, in questa fase, si stanno mostrando più dinamici rispetto a quello italiano. I Distretti toscani: l’andamento complessivo nel 2010 Le esportazioni dei distretti della Toscana hanno registrato una evoluzione positiva nel corso del 2010, con una continua accelerazione nel corso dell’anno che lascia spazio a un 2011 nuovamente brillante.
I distretti toscani, cresciuti a un tasso annuo del 15,9%, si sono collocati tra i migliori nel panorama italiano, potendo sfruttare sia la presenza di lavorazioni a monte (come la concia), tra le prime a ripartire, sia il collocamento su fasce alte del mercato, che hanno potuto beneficiare del ritorno alla crescita del segmento del lusso a livello internazionale. Una parte dei risultati di vendita in valore, comunque, è da attribuirsi alla forte crescita dei prezzi che ha interessato alcune delle principali commodity utilizzate (pelli, cotone, lana, oro). Un sostegno importante alla crescita delle esportazioni dei distretti toscani è arrivato, e potrà arrivare anche in ottica previsiva, dal buon posizionamento sui “nuovi mercati” rispetto ad altre realtà distrettuali.
Gli sforzi di diversificazione attuati negli ultimi anni per raggiungere mete più lontane hanno dato i loro frutti in questa fase di ripresa dell’economia mondiale caratterizzata da un ampio differenziale a favore dei paesi emergenti. Da sottolineare, comunque, come una parte importante del recupero delle esportazioni dei distretti toscani sia da attribuirsi anche ai mercati più vicini, come la Germania, paese che da molti anni appare in calo nell’export toscano ma che nel 2010 si è rivelato un sostegno importante per molti distretti. Ma è stata soprattutto la Francia (mercato prioritario per molti prodotti del Made in Tuscany) a dare un contributo chiave alla dinamica delle esportazioni dei distretti toscani che, grazie a una crescita del 17,6% hanno sfiorato, a consuntivo del 2010, il miliardo e 300 milioni di euro, un livello nettamente superiore sia a quello del 2009 sia a quelli pre-crisi.
Il mercato francese è risultato fondamentale per molti distretti toscani, in particolare la pelletteria fiorentina, il tessile-abbigliamento di Prato, l’orafo di Arezzo, il cartario di Capannori e l’abbigliamento di Empoli, tutti distretti che si sono distinti nel corso del 2010 per ottime capacità di recupero.