Doccia, Calcinai, Fornacette. E ancora Ferrone, Catinai, Figline. Intorno a Firenze sono molte le località, i paesi, le frazioni i cui nomi si riferiscono all’antica arte della ceramica e della terracotta. Ciò non può stupire, se si pensa che fino a poche decine di anni fa attorno al capoluogo toscano erano ancora molte le fornaci artigianali a produzione manuale. Oggi che le macchine hanno soppiantato il lavoro artigianale, il rischio è quello di disperdere un prezioso bagaglio di conoscenze, usi e modi di dire che cadono progressivamente in disuso.
Proprio dall’aspetto linguistico prende le mosse la ricerca di Massimo Casprini, esperto di storia locale e autore del Dizionario delle fornaci da laterizi e da stoviglie nel contado fiorentino (pp. 224, euro 19,00), in uscita a maggio per Polistampa. L’opera, unica nel suo genere, è il primo compendio esaustivo sull’arte tradizionale della ceramica che, a partire dal gergo adoperato nelle fornaci, ricostruisce gli aspetti storici, sociali, etnografici e culturali di un mestiere senza tempo. Che cos’è esattamente un “fascinaio”? E un “usciale”? E che significa l’espressione “fare la fossa”? Attraverso la spiegazione di ogni singola voce del dizionario, Casprini racconta come si svolgeva la vita lavorativa all’interno delle fornaci, chiarendo il significato di modi di dire ormai desueti e analizzando il nome di centinaia di strumenti del mestiere e prodotti di terracotta, in particolare stoviglie e laterizi.
Scorrendo le voci, si passa dalla ricostruzione minuziosa dei processi produttivi all’esame della legislazione che regolava i rapporti di lavoro, e la descrizione dei diversi manufatti (anche attraverso le numerose fotografie) si accompagna a incursioni nel mondo della letteratura. L’ampio saggio introduttivo di Matilde Paoli dell’Accademia della Crusca conferma la ricchezza e l’accuratezza della ricerca documentaria e lessicografica dell’autore, che unisce la propria competenza nella materia a un taglio divulgativo per rendere il Dizionario accessibile anche al pubblico non esperto.
Del resto, scrive Casprini, “riscoprire i mestieri dimenticati è una via da percorrere per conoscere la propria storia, con riferimento a ciò che è stata, come si è modificata e quanto si è sviluppata in un contesto geografico e sociale”. Gherardo Del Lungo