Anno Domini 1510: quando Francesco Albertini, uomo di chiesa e di cultura, dà alle stampe il suo Memoriale di molte statue et picture sono nella inclyta cipta di Florentia, Firenze è la capitale culturale ed economica d’Europa, dove operano Leonardo, Michelangelo, Raffaello e tanti altri maestri. Eugenio Giani, presidente del consiglio comunale: "Ringrazio l'Istituto olandese ed il Centro Di di Ginevra che donano già con il loro nome una garanzia al prodotto che stiamo presentando.
Un lavoro importante, non un mero lavoro di diffusione editoriale. Un'opera originale che offre un bagaglio importante, da comprare e conservare. Con la Giunta Domenici ho svolto il ruolo di assessore alla Cultura, avrei voluto esercitare questo ruolo anche per più tempo se possibile - confessa Giani - e durante questo periodo ho potuto constatare la forza e l'importanza di Firenze come centro culturale nel mondo, interagendo con altre realtà anche internazionali. Siamo nel pieno cinquecentenario dalla nascita di questo testo, importante per diversi motivi; a Firenze non si è solo fatto ma si è anche scritto di ciò che si faceva.
Un personaggio su tutti per quanto riguarda questo è Giorgio Vasari che ha curato molto l'aspetto descrittivo delle opere e dei grandi maestri. Abbiamo inoltre in questo testo una descrizione delle opere nel momento massimo del Rinascimento in cui si sfidano i migliori, ricordiamo la Battaglia di Cascina contro la Battaglia di Anghiari da una parte Leonardo, dall'altra Michelangelo. I capolavori sono letti vissuti in un clima particolare da un uomo preparato ed ispirato come lo era l'Albertini.
In questa città la vocazione ad esser punto di riferimento risale alle nostre radici, non a caso il 18 febbraio ricordiamo l'Elettrice Palatina che ha lasciato a Firenze una eredità importantissima sottraendo beni preziosi al privato, alla famiglia dinastica che avrebbe potuto disperderli come hanno fatto i Gonzaga. L'Elettrice Palatina lascia a Firenze dicendo "a godimento dei forestieri" questa straordinaria donna - sottolinea Giani - lascia a Firenze i suoi beni con la consapevolezza che la città possa essere nel tempo attrazione per il mondo".
Si tratta della prima edizione critica, autore lo storico dell’arte Waldemar de Boer, curatore Michael W. Kwakkelstein, direttore dell'Istituto Universitario Olandese di Storia dell'Arte che da oltre 50 anni svolge a Firenze intensa e qualificata attività internazionale di formazione e ricerca. Il Memoriale consiste in un opuscolo di appena 16 pagine il cui pregio sta nella descrizione di centinaia di dipinti, affreschi e sculture, sia di tema religioso che profano, collezioni private incluse.
Nessuno aveva mai fatto niente del genere. Si tratta dunque del primo testo interamente dedicato all'arte fiorentina e, in un certo senso, della prima, pionieristica, guida turistica del mondo. Un documento fondamentale che fotografa i tesori della città quartiere per quartiere e, in più, quelli del contado: menziona numerose opere altrimenti sconosciute, fornisce basi sicure per successive attribuzioni, cita non poche ‘cose memorabili’ poi distrutte o disperse. Soprattutto, il Memoriale fa immaginare lo stupore e l’orgoglio dei fiorentini per la loro città capolavoro, con l’imponente cattedrale di S.
Maria del Fiore ormai quasi ultimata, il David di Michelangelo appena collocato in Piazza della Signoria (1504) e la leggendaria Battaglia di Anghiari affrescata da Leonardo in Palazzo Vecchio e allora ancora visibile. Originario di Pontassieve (n. circa 1469 – m. post 30 agosto 1510), Albertini approda giovanissimo nella Firenze di Lorenzo il Magnifico, Botticelli, Filippino, Ghirlandaio, Verrocchio. Il momento è magico. L’economia fiorente e la diffusione degli ideali umanistici favoriscono il crescente interesse delle classi privilegiate e istruite verso l’antichità classica, la cultura, le arti.
Il Memoriale vuole semplicemente soddisfare queste curiosità. Albertini lo dedica all’amico scultore e architetto Baccio da Montelupo e lo propone a una ristretta cerchia di conoscenti, fuori dal mercato librario, anticipando a suo modo i tempi di un’editoria turistica ancora assai lontana dal venire. Sebbene per i criteri attuali possa apparire modesto, il Memoriale torna a porre questioni estreme su decine di capolavori perduti. La Battaglia di Anghiari o il gigante in terracotta Giosué di Donatello sono i misteri più noti, ma altri avvolgono molte delle opere disperse che oggi si trovano nei più celebri musei del mondo: il Martirio di S.
Sebastiano di Antonio e Piero del Pollaiuolo alla National Gallery di Londra, la Coronazione della Vergine di Fra' Angelico al Louvre, la Vasca di fontana, attribuita a Antonio Rossellino e Benedetto da Maiano, che in origine abbelliva il giardino de' Pazzi e oggi il Metropolitan Museum of Art di New York. Ricordando gli affreschi di Perugino e Giottino distrutti nell’assedio del 1529, Albertini accenna all’angelo di Leonardo nella chiesa di S. Salvi, nota una tavola ‘fiammingha’ nella chiesa di S.
Egidio (la pala portinari di Hugo van der Goes, ora agli Uffizi) e mostra di apprezzare il valore delle collezioni d'arte romana antica in possesso delle grandi famiglie (Medici, Martelli, Ghiberti). Tutto ciò fa della riedizione del Memoriale un autentico evento per gli storici dell’arte e l’editoria turistica. Pregevole lo stesso metodo adottato per l'edizione critica. Tutte le opere d'arte ritrovate e gli edifici menzionati sono accompagnati da una fotografia e da informazioni dettagliate sia sulla provenienza che sulla committenza. Analogo il trattamento per le opere distrutte di cui sono rimaste immagini: ad esempio la stessa Battaglia di Anghiari, la Battaglia di Cascina di Michelangelo e la Sagra di Masaccio, in originare nella chiesa del Carmine.
In totale, 32 tavole e circa 250 immagini e schede. Cinquecento anni dopo, grazie al Centro Di di Ginevra Marchi, il Memoriale torna in libreria (pagine 240, € 40, disponibile anche in inglese). La realizzazione del libro è stata resa possibile anche grazie al contributo de Il Gioco del Lotto.