No a candidati a qualunque carica politica all’interno del Comitato regionale per le comunicazioni (Corecom), l’organismo di garanzia sulle comunicazioni di massa che è anche deputato alla vigilanza sul rispetto della par condicio: è quanto stabilisce la nuova proposta di legge (pdl) che ha come primo firmatario il Consigliere regionale del Pdl Stefano Mugnai e sottoscritta anche dal capogruppo Alberto Magnolfi, dal suo vice Paolo Enrico Ammirati e dal Vicepresidente della I Commissione Alessandro Antichi. A scatenare l’iniziativa legislativa di Mugnai e dei suoi colleghi del Pdl è un caso specifico: quello del candidato sindaco dell’estrema sinistra a Montevarchi Vincenzo Caciulli, che è anche uno dei componenti del Corecom.
Attualmente, la normativa prevede la semplice incompatibilità di ruoli, ma non basta. Già perché è nelle campagne elettorali che un candidato che sia anche membro del Corecom (organismo deputato tra l’altro a vigilare sulla par condicio e sulla regolarità delle trasmissioni tv in periodo elettorale) viene a trovarsi nella posizione di controllore e controllato. «Non vogliamo fraintentendimenti: da parte nostra – spiega Mugnai – non c’è alcuna intenzione di mettere in discussione la campagna elettorale di Montevarchi né la candidatura di Caciulli, per carità.
Solo vorremmo evitare che una simile imbarazzante situazione si riproponga in futuro. Quello della coincidenza tra controllore e controllato è infatti un vulnus inaccettabile che con questa pdl puntiamo a sanare. Certo, buon senso e correttezza verso gli elettori dovrebbero essere sufficienti a guidare i singoli verso scelte trasparenti. Ma dato che alla luce dei fatti evidentemente ciò non basta, meglio normare». L’idea punta a far divenire ineleggibile a ogni carica politico-istituzionale colui che sia membro del Corecom.
Infatti, la pdl va a incidere sulla legge attualmente in vigore (la 22/2002) abrogandone il punto ‘a’ dell’articolo 22 (intitolato «Incompatibilità») per sostituirlo con un nuovo punto (art. 22bis) intitolato «Ineleggibilità». Il nuovo testo predisposto da Mugnai recita così: «I componenti del CO.RE.COM sono soggetti alle seguenti ineleggibilità politiche: membro del Parlamento europeo e italiano, del Governo, dei Consigli e delle Giunte regionali, provinciali e comunali; Presidente della Regione; Sindaco; Presidente della Provincia; presidente o direttore di enti pubblici anche economici nominato da parte del Parlamento, del Governo, degli organi regionali, provinciali e comunali; componenti di organi esecutivi dei partiti e movimenti politici, a livello nazionale, regionale, provinciale e comunale». Chiaro, anzi chiarissimo già così.
La relazione che accompagna la pdl, però, spiega ancor più nel dettaglio: «Con la presente proposta di legge si intendono separare le fattispecie inerenti la ineleggibilità rispetto alla incompatibilità di carica. In particolare, si separano le cause di ineleggibilità politiche rispetto alle cause di incompatibilità tecniche, già previste dalla normativa regionale. […] Ciò trova fondamento nell’esigenza di garantire la perfetta parità di tutti i candidati partecipanti alla competizione elettorale, in modo che nessuno possa esercitare, a ragione dell’ufficio ricoperto, un indebito condizionamento che possa incidere sulla libera scelta degli elettori.
L’ineleggibilità, a differenza dell’incompatibilità, vizia all’origine l’atto elettivo, quindi essa deve essere rimossa prima della competizione elettorale, ossia al momento della presentazione delle candidature». Va da sé, infatti, che far parte del Corecom un aiutino lo potrebbe dare. Infatti, si spiega diffusamente nella pdl, la normativa regionale attribuisce proprio al Corecom funzioni di controllo e vigilanza sulla comunicazione di massa in periodo elettorale. Addirittura, per le elezioni regionali il Corecom cura per l’ufficio di presidenza del Consiglio regionale adempimenti relativi alla pubblicità delle attività di propaganda elettorale a mezzo stampa e radiotelevisiva.
Ecco perché essere contemporaneamente membro del Corecom e candidato potrebbe prefigurare problemi, dato che «la funzione di controllo, per sua stessa natura, deve essere libera e terza, svolta dal Comitato regionale per le comunicazioni».