All'interno del workshop "Intelligenza strategica: per lo sviluppo della società della conoscenza", nel corso del pomeriggio si è parlato di informazione nell'era di internet ed è stato dedicato alla tavola rotonda dedicata alle "Strategie di informazione in giornali, riviste e blog on line per lo sviluppo multimediale della cultura digitale". “L'approccio mio e delle persone che lavorano con me inizialmente è stato molto artigianale – ha dichiarato Mauro Romanelli, consigliere regionale Federazione della Sinistra e Verdi - , non disponevamo e non disponiamo di grandi risorse, siamo un piccolo partito e non avevamo una strategia.
Ci siamo detti “C'è questo nuovo strumento cerchiamo di farci valere”. La comprensione immediata ci è arrivata: attraverso internet, mailing list e facebook dopo. Questi strumenti ci hanno dato la possibilità di raggiungere tante persone con pochi soldi, creare discussioni anche virtuali e non solo fisiche. Per quel che riguarda la comunicazione politica ci siamo accorti che non potevamo di certo incidere sugli orientamenti delle persone, che è una cosa che non si fa solo sul virtuale, ma va abbinata ad un lavoro di contatto personale.
La rete non può di certo sostituire il volantinaggio, con il banchetto o gli incontri. Un altro aspetto è quello del linguaggio, che anche noi abbiamo dovuto affinare per distinguerci dalla enorme quantità dei dati che raggiungono le persone. Il linguaggio è diventa sempre più sintetico e a volte più semplice. Va approfondito anche il rapporto fra contenitore e contenuti. Noi abbiamo utilizzato molto le newsletter con tutti i comunicati che facciamo, alcune molto generiche e alcune dedicate a temi specifici". "Per l'esperienza come la nostra, nata da una cittadinanza attiva, internet e i social network sono stati fondamentali - ha detto Ornella De Zordo, consigliera comunale perUnaltracittà - perchè siamo riusciti a raggiungere molte persone.
Noi non li utilizziamo come luogo di dibattito ma come mezzo di comunicazione. Di sicuro internet offre una pluralità delle fonti, garantendo così una controinformazione". Ma internet può essere uno strumento di cambiamento sociale? E che cosa rappresentano oggi i social media? Alcuni dati, in una qualche misura impressionanti, sono stati illustrati da Umberto Tesoro, dell'Associazione Comunicazione Democratica. In Italia Facebook, in 3 anni circa ha acquisito 18 milioni di persone in un bacino d'utenza potenziale nel nostro Paese di 25 milioni: nella fascia d'età dai 0 ai 24 anni le persone che hanno Facebook sono il 93%.
La televisione nazionale rimane per il 90% il canale privilegiato da parte dei cittadini della raccolta delle notizie, segue internet con il 51%, le televisioni locali e le radio. In alcuni casi addirittura le persone si fidano di più dei portali che dei giornali on line. Le istituzioni pubbliche e l'obbligo di una nuova comunicazione on line “Noi esercitiamo sia le funzioni giornalistica che di comunicazione istituzionale – ha detto Susanna Cressati direttore di Toscana Notizie, Agenzia di informazione della Giunta regionale -. Il tentativo che abbiamo fatto in questi mesi è quella di sviluppare la parte giornalistica e la parte della comunicazione istituzionale, ognuno con le proprie specificità, adattando il nostro lavoro ai target e al bacino d'utenza.
Il sito essendo anche uno strumento di lavoro per le altre pubbliche amministrazione e quindi va fatto in un certo modo. Non siamo ancora riusciti a cambiare il modo di lavorare e la mentalità, stiamo cominciando solo ora a pensare a modificare la concezione del nostro lavoro. Noi non produciamo solo comunicati stampa ma un vero e proprio contenitore di notizie e materiale e li distribuiamo. Io penso che l'on line ci dia una grossa opportunità, quella di trasparenza dell'informazione”. Il potere dei comunicatori digitali, un rovesciamento concettuale “E' in atto un cambiamento dell'impianto cognitivo delle persone – dice Stefano Bettega, direttore dell'Isa di Firenze -, con la televisione prima e la rete poi.
Con la diffusione della rete, pensavamo che si sarebbe aperto un piccolo mondo virtuale, ma ci sbagliavamo perchè si è aperto un altro mondo molto più grande, e il digitale incide sul mondo reale, molto più di quanto ci aspettavamo”. La professione giornalistica che cambia nel mare della rete “La rete anche per noi giornalisti è diventato un luogo in cui confrontartci - Pino Rea, Gruppo DiGiTi Dell'Assostampa Toscana -. All'inizio si è ipotizzato che il giornalismo via internet fosse di serie B, rispetto a quello consideravamo giornalismo con la 'g' maiuscola, quello dei giornali e delle televisioni.
Abbiamo creduto che il mondo on line fosse una sorta di doppione e questo ha anche portato forse ad una sottovalutazione dal punto di vista economico. Gli editori italiani sono stati timidissimi nell'approccio con l'on line. E' molto difficile far capire che il giornalismo on line avrebbe bisogno di attenzione e preparazione molto più intensa perchè è molto più complicato rispetto al giornalismo tradizionale. Non si capisce che cos'è il giornalismo nella rete, quasi che si comincia a usare l'espressione 'atto di giornalismo'.
Oggi il mondo dell'on line così ricco e tumultuoso comporta ad un ripensamento della professione. Ci sono delle cose che si stanno muovendo, ma una cosa è certa, non si potrà affrontare questo problema con i vecchi strumenti”. Fare comunicazione di base nell'Italia del terzo millennio “Noi abbiamo iniziato nel '94-'95 quando in uno scantinato di un palazzo delle Piagge – ha detto Cristiano Lucchi, fondatore del giornale www.altracitta.org - pensavamo a come far vedere il nostro quartiere in modo diverso da come veniva dipinto dai giornali.
Eravamo volontari e siamo nati prima sulla carta e poi dell'on line, chiedendo aiuto anche a giornalisti, perchè ci spiegassero come fare”. Quando parliamo di giornalismo parliamo di democrazia, quindi più dati abbiamo più contribuiamo alla democrazia è per questo che internet è una risorsa in grado di garantire una pluralità”. Ad aprire il Workshop "Intelligenza strategica: per lo sviluppo della conoscenza" è l'Assessore all'Istruzione del Comune Di Firenze, Rosa Maria Di Giorgi: "Come assessore all'educazione il tema da me affrontato è anche questo, dirò di più è un filone centrale. I nostri insegnanti non sono molto avanzati su questo, vorrebbero anche e lo farebbero con piacere credo, ma i tagli del Governo implicano una caduta della Formazione, non ci sono strumenti sufficienti e risorse. L'uso dei nuovi strumenti è demandato alle famiglie, nelle grandi città uso maggiore che in provincia, questo dipende dal livello sociale, è il digital divided che porta a questo.
La Regione Toscana ed altri enti si muovono in direzione duplice per migliorare la strategia che permetta l'ingresso in questo mondo, cercare strumenti di facile accesso alla rete. La Regione Toscana, sono stata responsabile della rete telematica, trovo che abbia fatto un lavoro molto serio andato nella diffusione della connettività, anche nei territori più difficili da raggiungere, da qui, con l'assenza di aiuti e finanziamenti di aziende che avrebbero dovuto portare la rete nei luoghi sperduti, tramite la Corte di Giustizia europea si è configurato tramite l'identificazione della Rete come bene essenziale, l'aiuto di Stato.
Credo sia stata una operazione molto interessante ed unica in Italia. Con la rete telematica regionale siamo avanti rispettoi ad altri territori; basta pensare che tutti i nostri comuni sono connessi, collegati, raggiungibili. Un passaggio affinché si crei la vera sinergia nazionale su questo tema, Sviluppo delle infrastrutture come primo passo. Il contesto poi fornisce informazioni, ed il nostro obiettivo è la trasmissione di questi dati, occorre però fare anche altro. Essere ad esempio determinati nei processi formativi ed educativi distinguendo anche le forme informative indirizzando verso i siti più utili.
Si può facilmente scegliere tra i siti quelli più affidabili, da qui la possibilità di muoversi in modo produttivo in una rete che porta anche ad uno sviluppo economico. Se l'Amministrazione si apre alla trasparenza il cittadino ha la possibilità di conoscere le attività dell'amministrazione e di interagire con essa. Era inferiore il numero dei contatti all'interno della scuola con ragazzi e famiglie, immaginate invece il numero di mail che arrivano adesso al mio assessorato ad ogni ora anche della notte, c'è un rapporto molto vivo.
La nostra logica è quella di rispondere a tutti. Diverso era con le lettere, quando il problema arrivava magari dopo la soluzione. La risposta deve essere tempestiva, questo ci si aspetta dal nuovo sistema. Una interazione immediata che implica un cambiamento. Le politiche sono quindi verificate, commentate. Con la stampa siamo abituati, ma con l'elettore no, lui basa la risposta sul proprio consenso. Dobbiamo essere attenti su questo: non è che la gente ha sempre ragione.
Ecco allora che l'interazione diretta da parte dell'Amministrazione deve essere di fornire tutti gli elementi affinché la critica sia basata su dati di fatto. Non abbiamop ancora la cultura di mettere in rete tutto e spesso ci si limita a notizie parziali che portano ad una presa di posizione basata su prime informazioni precarie o errate. Dobbiamo puntare allo sviluppo di un territorio su un tema che fino a poco tempo fa era inimmaginabile. L'idea di poter interagire in modo così rapido con lo scambio di documenti, anche senza vedersi, con un lavoro enorme fatto prima ci porta alla migliore qualità del lavoro.
Le agenzie formative in primo luogo sono interessate per cambiare il mondo e le persone. Noi dobbiamo seguire questo cambiamento affinché sia un utile strumento, facendo attenzione a che non ci sia un rapporto troppo diretto tra cittadino ed amministratore senza una intermediazione. Il sindaco ed il presidente della Regione ad esempio usano oramai Facebook in modo tale da far alterare anche l'Ordine dei giornalisti. Sono soggetti che hanno un ruolo che non deve cadere altrimenti cade la democrazia.
Io ritengo che gli organi come i sindacati o le grandi rappresentanze debbano avere un ruolo di consulto e deve essere stabilito un ruolo per ciascuno di loro, e la rete può far saltare questo facendo diventare i rapporti uno ad uno, piuttosto che uno a molti, su questo dobbiamo confrontarci. I rischi possono essre enormi". Nella giornata odierna, che rientra a pieno titolo nei festeggiamenti dei 150 anni dell'Unità d'Italia, ricordata nel saluto ai partecipanti del Workshop in Sala Pistelli di Palazzo Medici Riccardi da parte di Paolo Manzelli presidente di Egocreanet/LRE, si guarda anche alla settimana del Cervello 2011. "Ci sono dei sistemi che non dovrebbero essere by-passati - a dirlo è Albino Caporale, coordinatore Innovazione tecnologica della Regione Toscana - mi spiace per il sindaco Matteo Renzi e per le altre istiituzioni che fanno uso dei social network, ma non dobbiamo perdere di vista strumenti come il Difensore civico o altri deputati al recepimento delle problematiche. "La rete è determinante nel processo economico e di Impresa.
Noi in Toscana guardiamo al manifatturiero dove la robotica sfrutta applicazioni avanzate, per portare a progetti strutturati , come assemblaggio di più idee e soggetti. Consideriamo che nella nostra regione stiamo perdendo competenze meccaniche. La filiera si è allungata, attraversando campi strategici che coinvolgono i rami della ricerca, come le nano tecnologie. Ci sono tecnologie avanzate che potrebbero farci fare un grande salto di qualità, ci sono anche Istituti che puntano su questo, la formazione degli operatori è determinante.
Ci sono imprese leader in Toscana che hanno brevetti in quantità impressionante e lavorano con alcune Università. Abbiamo pensato che fosse utile prendere chi ci mette le idee e raopportarlo a chi le mette in pratica scontrandoci con situazioni reali impressionanti. In Germania il costo del lavoro è più alto, ma hanno prodotti innovativi di livello maggiore, questo anche in Francia. Per migliorare il livello qualitativo dobbiamo puntare sul potenziamento delle imprese. In Regione abbiamo puntato su una rete di imprese, da tre a cinque o più, che possano accedere ad un finanziamento comune.
Occorre il lavoro di auto analisi delle piccole imprese, molte volte le imprese non percepiscono i propri bisogni. Al momento stiamo effetuando una verifica per capire quanto possa attecchire un tale meccanismo di trasferimento di conoscenze. Ci sono regioni d'Europa in cui esistono reti di imprese. Nel settore calzaturiero, ad esempio, esistono test effettuati da aziende specifiche, che sono importantissimi e ci sono centri servizi che devono dare risposte in 8 giorni altrimenti si perde il cliente.
Abbiamo inventato il modello del mediatore, un organizzatore di competenze che stanno sul territorio. Un servizio che ha un costo ma che offre al potenziale cliente un quadro in cui poter operare con sicurezza per trovare ciò che serve. Speriamo di arrivare nel giro di tre anni ad effettuare una valutazione anche in base al singolo fatturato. Con gli incentivi non vediamo crescere il valore delle imprese, da qui la necessità di peculiarizzare gli investimenti su quelle che sono le imprese migliori.
Che cos'è l'intelligenza? L'insieme delle conoscenze di ogni singola impresa che può dare una soluzione, la migliore possibile, tenendo conto di tutti i parametri e gli strumenti in uso. In Francia a fare questo fu una rete di operatori che scaricavano tutto ciò che trovavano su un determinato settore, partendo dal modellismo ferroviario. In America trovarono una fabbrica che lavorarava sulla mini componentistica, specializzata sui particolari. Pensate che noi in Toscana abbiamo aziende specializzate che lavorano all'estero e magari non hanno contatti con l'Università locale. Dobbiamo andare a cercare le Imprese - conclude Caporale - non farci trovare da loro, utilizzando tutto il sistema della formazione, per costruire un mestiere che stia a metà tra la ricerca e l'industria, dobbiamo recuperare su questo rispetto a Paesi che hanno scommesso più di noi".
Marco Bellandi, prorettore al trasferimento tecnologico dell'Università di Firenze, spiega il significato del ruolo universitario nell'innovazione produttiva e sociale: "La prima missione universitaria è la formazione del capitale umano, la seconda la ricerca, la terza è quella di trarre dalle conoscenze dei frutti che possano avere applicazione immediata. Senza perdere di vista in questo le conoscenze di base; quando si richiede all'Università un lavoro maggiore per aiutare l'impresa e lo sviluppo non si deve dimenticare la necessità di far avanzare le conoscenze e siamo in un periodo di ristrettezze economiche, le risorse arrivano dallo Stato e dobbiamo trovare metodi nuovi, impegnando gruppi di ricerca stabilmente in certe dimensioni in cui sviluppare ricercatori. Per capire il trasferimento tecnologico dobbiamo guardare a quelle realtà informatiche, che ad esempio in America come Netscape, hanno abbandonato il tessuto nel quale sono nate (in questo caso l'Illinois) per trasferirsi dove vi era concentrazione di cervelli attivi come nella Silicon valley.
I rapporti fra Università e imprese in Italia non sono facili, primo perché i professori non sono pratici a relazionarsi con le imprese sia perché le stesse imprese non sono spinte a relazionarsi con l'università. Ciò non vuol dire che non vi siano scambi di informazioni attraverso sistemi basati su progerti ad esempio regionali. Nella nostra provincia i contratti di ricerca coinvolgono 168 imprese, per la maggior parte a base individuale tra gruppi di studio. Da questo substrato emergono possibilità di fare sistema.
Dal 2010 stiamo puntando a rafforzare un centro di servizio universitario che punta a laboratori congiunti, ricerca ed istruzione, ma anche servizi come sportelli didattici. Le nuove imprese che nascono possono avere vita se partono da un incubatore attivo di progetti verificabili nella fattibilità; per arrivare a questo occorre una sinergia anche con gli Enti amministrativi, ma anche Confindustria e altre realtà" Lucio Scognamiglio coordinatore Eurosportello Nazionale Confesercenti, illustra la realtà territoriale nel sistema di imprese.
"All'interno di una realtà frammentata, individuiamo dei confini. Accaparramento, eccessivo sfruttamento, spreco sono dovuti all'incapacità del sistema, effetti sono la sudditanza o lo scadimento sociale. Da qui la necessità di una governance, che parta dal sapere cosa o chi siamo stati in passato. Il sapere non è infatti proprio ma è nel mondo. Quali le peculiarità, cosa valorizzare, come classificare le conoscenze, quali le possibili relazioni tra i soggetti principali? Il primo step può essere una aggregazione funzionale che produce una sorta di collage.
Successivamente può nascere una unione tra soggetti indirizzati sulla stessa via, omogenei nell'eterogeneità. Ognuno crea la sua nicchia, ma nasce così la concorrenzialità, ed il territorio non esprimendosi unitariamente rischia la fagocitazione. Trovare un vantaggio è l'interesse dei singoli, ma lo si può conquistare partecipando con gli altri costruendo una nuova realtà organizzata per funzioni e per processi. La rappresentazione di questo deve arrivare attraverso il web e le nuove tecnologie che offrono un sistema di raccolta utile e funzionale.
Il progetto deve comunicare una vision di contesto dove la realtà frammentata riesca ad esprimersi anche in modo unitario. Una comunità biologica di interessi, siamo persone, non automi, le fondamente di tale approccio sono: Autorevolezza e terzietà per fare sintesi, conquistare la fiducia, convenienza reciproca, libera partecipazione, interesse diretto per i coinvolti nel progetto, emozionare i partecipanti. Una governance partecipata con una piattaforma web di riferimento per la comunità biologica da far crescere nel tempo, non sono prodotti dal risultato immediato, deve nascere una abitudine.
Esempio di tale riflessione è il sito www.toscanaeconomia.it una tecnorete composta da soggetti privati ed internazionali che scambiano tra loro dati economici, servizi a disposizione degli utenti/clienti per trovare quelli che sono i servizi offerti dal territorio. Ciò contribuisce a dare alle Imprese un quadro unitario che altrimenti non avrebbero. le singole Imprese possono poi accedere ad una piattaforma (Social Network) che mette in relazione tra loro gli addetti ai lavori che possono così creare sottocomunità che possono sviluppare processi di crescita unitaria.
Occorre Fare Sistema e non basta l'approccio tecnologico o sociologico, ma occorrono tanti elementi dove lo strumento tecnologico è il mezzo e non il fine. C.A.O.S. capacità antica di organizzazione strategica, Barbara Herreros, Stefano Magliole, Giuseppe Monti della redazione rivista on line Caos-Management mostrano un video che esprime la potenziale presenza di ordine nel caos.
Risultato dell'innovazione è la modifica tra spazio e tempo avvenuta con internet. "Una linea ferroviaria tra due città crea una modifica nello spazio, le avvicina, lo spazio è il veicolo. Simile una rete che collega più soggetti. L'intelligenza collettiva è un sistema di connessiona aperta da persona a persona all'interno di una rete specifica. Il telefonino rappresenta la nuova dimensione, è strumento univoco per conseguire la connessione tra persone, visualizzando servizi.
Gli utenti non sono solo fruitori di contenuti ma possono a loro volta generarli. Da qui la necessità di trovare autorevolezza, solo che siamo nel mondo in cui tutto si muove, non è il biliardo con la stecca ma il campo da golf di Alice nel Paese delle Meraviglie. I Social Network consentono tutto, servono regole che comportino responsabilità e questo implica identificabilità. "Più importante lo strumento o la fantasia che realizza lo strumento?" questa la domanda che pongono i relatori alla platea, dopo aver sottolineato come la telefonia mobile sia ben oltre la semplice comunicazione, potendo contare adesso su minicomputer portatili capaci di servizi a 360 gradi. All'interno dell'evento a Palazzo Medici Riccardi, la consegna del Premio Settimana del cervello 2010 (Brain Awareness Week) ai bambini della Scuola Elementare di Grumo Nevano di Napoli.
Segue il ricordo di Simone Zilli, traduttore e illustratore recentemente scomparso, dalla voce della madre Ida Mattei dell'Associazione La Rondine.