L'Associazione Pantagruel, nata a Pistoia nel 1986, segue, a partire dal 1995, unendo la riflessione culturale alle concrete pratiche del volontariato, le problematiche del carcere e del dopo carcere. L'associazione interviene infatti, attraverso i suoi volontari, nelle carceri di Firenze e Pistoia e continua poi a seguire i detenuti nel periodo del reinserimento nella società. I progetti che l'Associazione segue partono dai bisogni delle detenute e dei detenuti, ascoltati da sempre nei colloqui individuali e di gruppo: bisogni di esprimere la creatività, di farsi sentire, di trovare strumenti terapeutici, di superare le mura del carcere. I progetti peraltro non si limitano ad intervenire nel carcere ma cercano di coinvolgere il più possibile la città, creando da un lato una rete di contatti (associazioni, realtà varie, enti locali) e dall'alto organizzando incontri, mostre, dibattiti all’esterno. Gli intenti dell'Associazione sono dunque duplici: all'interno del carcere creare formazione, lasciare emergere nuove capacità e talenti per valorizzare l'umanità di ciascuno, in vista peraltro di un auspicabile reinserimento nella società; all'esterno aumentare l’informazione sul carcere che si configura un mondo separato, poco trasparente, mal conosciuto.
Il territorio dovrebbe sapere invece come vivono i detenuti e le detenute, che dovrebbe considerare come propri cittadini. In questo senso si colloca la cena organizzata per il 7 dicembre alle ore 20 presso la Casa del Popolo dell'Isolotto, in Via Maccari a Firenze. Questa cena è finalizzata a raccogliere i fondi necessari per l'acquisto di occhiali da vista per le detenute e i detenuti del cacrcere di Sollicciano. La prima fra le tante richieste che le detenute ed i detenuti rivolgono ai volontari dell'Associazione Pantagruel sono infatti gli occhiali da vista.
Fin dai primi mesi di detenzione nei soggetti reclusi si manifestano disturbi dovuti alla mancanza di riferimenti abituali e agli spazi limitati. La prima facoltà ad essere intaccata o alterata è il senso dell’equilibrio; segue immediatamente la vista, a causa della luce artificiale giorno e notte e della limitazione dello sguardo dovuta alle finestre dotate di griglie; infine l’olfatto e l’udito, che diventa sempre più acuto fino a diventare esasperato, poiché deve sopperire alla diminuzione della vista, mantenendosi così sempre in condizione di allarme. L'Associazione riporta a questo proposito l'esperienza di Cinzia, detenuta delle sezioni femminili del Carcere di Solliciano: La vista, si è abbassata tanto la vista…, io addirittura alcune volte ho pensato anche che le lampadine non siano a norma di legge perché ti brucia talmente gli occhi, dopo una mezz’ora che tu sei lì, le lampadine della cella ti fanno bruciare gli occhi, ti lacrimano dopo un po’, poi è buio, tu perdi la vista, tu la perdi per davvero, io sono entrata lì dentro e ci vedevo benissimo e invece ora c’ho l’occhiali, quando guardo la televisione non vedo quasi niente, dopo poco vedo tutto annebbiato, mi ci vogliono gli occhiali… La cena prevede un menù fisso a 15 euro ed è necessario prenotare telefonando a Rebecca 3334585350 , Bruna 3395257971 o Salvatore 3392445581 o scrivendo una mail a asspantagruel@virgilio.it entro il 5 dicembre.