Dopo il grande successo dell'anno scorso con Tosca, "L'Opera con tre soldi" torna al Castello dell'Imperatore con la Bohème l'11 e il 13 luglio nell'ambito del cartellone della Pratestate 2011. Punta quindi sul più celebre melodramma di Giacomo Puccini il progetto creato dall'assessorato alla Cultura del Comune per riportare a Prato l'opera lirica e colmare così una lacuna nel panorama culturale locale. Anche quest'anno la formula è quella di una produzione locale realizzata convogliando le risorse della città, viste le ristrettezze di budget, ma con tutta la passione per la musica e la voglia di offrire uno spettacolo unico ed emozionante non solo per chi è già amante del genere.
La cornice sarà anche quest'anno quella del Castello, ma con delle sorprese: il centralissimo Caffè delle Logge si trasformerà per una sera nel Caffè Momus del secondo atto dell'opera e anche il Museo del Tessuto e il Teatro Colosseum saranno luoghi di ritrovo dei quattro giovani bohemien protagonisti. Fil rouge tra l'opera pucciniana e Prato sarà la sua vocazione per eccellenza: il tessile. La seconda edizione dell'evento è stata presentata stamani in Comune dall'assessore alla Cultura Anna Beltrame, dal regista Goffredo Gori, riconfermato al timone della produzione, e dal direttore d'orchestra Carlo Moreno Volpini. "L'opera con tre soldi" è stata presentata con così largo anticipo perchè l'assessorato alla Cultura è alla ricerca di sponsor privati che credano nel progetto e vogliano dare una mano al Comune, che nonostante la scarsità di risorse finanziarie ha messo a disposizione "i primi tre soldi": «La nostra richiesta è rivolta a chi è appassionato d'opera e crede nell'importanza di farla ritornare un appuntamento fisso nella nostra città - ha detto l'assessore Anna Beltrame - L'anno scorso la nostra iniziativa è stata accolta con grande entusiasmo e partecipazione, come dimostra il tutto esaurito per Tosca.
Ricordiamo che la lirica è nata proprio come genere popolare e la nostra ambizione è appunto quella di portare il popolo al Castello per ascoltare il bel canto». «Opera con tre soldi non significa certo che sarà una rappresentazione di scarso valore - ha aggiunto il regista Gori, - ma realizzata con il popolo, convogliando tutte le risorse e le eccellenze del territorio che sopperiscono alla mancanza di quelle finanziarie». Tra le tante novità di quest'anno vi è l'allargamento della rosa di soggetti coinvolti, oltre alle associazioni OperAltra e Corale S.Martino, tutti accomunati dalla "pratesità": anche quest'edizione sarà infatti del tutto made in Prato, a partire dal maestro Volpini, discendente di una dinastia di musicisti pratesi, e dal regista Gori fino alla Scuola comunale di musica Verdi, allo Studio Rami e all'Opificio J.M., che realizzeranno i costumi bohemien dei quattro protagonisti, al Liceo artistico Umberto Brunelleschi di Montemurlo, con cui è stato avviato un progetto di formazione per la creazione dei costumi degli altri 40 personaggi, alla scenografia, all'allestimento e alla direzione tecnica firmati da Jean Paul Carradori e alla parte fonica, curata dal Teatro dei suoni.
Fanno poi parte della squadra la Circoscrizione centro, il Museo del Tessuto, il Comitato cittadino per le attività musicali e le associazioni Terrena, Centro di solidarietà e il Cral dei dipendenti del Comune, che fornirà le comparse. La Bohème andrà in scena al Castello lunedì sera 11 luglio, con replica mercoledì 13. Nell'ambito de "L'opera con tre soldi" faranno da corollario alla rappresentazione tanti eventi ed iniziative che coinvolgeranno vari scorci della città e il pubblico per creare un frizzante clima "bohèmien": primo fra tutti "Una gelida manina", lezione-spettacolo intorno a Bohème, che si terrà martedì 12 luglio, sempre al Castello dell'Imperatore, analogamente a quanto avvenuto nel 2010 per Tosca con "ReconditArmonia".
A maggio al teatro Colosseum di S.Giusto, in collaborazione con la Circoscrizione centro, si terrà l'incontro-spettacolo "Quando un olezzo di frittelle...!", come l'aria cantata nel primo atto. A giugno ci sarà poi un evento nello spazio all'aperto del Museo del Tessuto, dal titolo "Vecchia zimarra...senti!", come la romanza finale, in cui come spiega il regista Goffredo Gori, saranno messi in luce i richiami a Prato e alla sua tradizione tessile, al desiderio di vestirsi bene dei giovani bohemien che andavano nel magazzini dei cenciaioli pratesi, perchè appunto spesso dalle balle uscivano vecchi cappotti ancora eleganti.
Sempre a giugno il Caffè delle Logge si trasformerà nel Momus per una prova all'aperto de La Bohème che coinvolgerà anche il pubblico. Infine sarà allestita una vetrina pucciniana all'Urp di Corso Mazzoni con oggetti legati al periodo e all'opera. Il fermento bohemièn in città è già scoppiato, come ha detto anche il maestro Volpini: al primo cast per scegliere i personaggio, tenutosi sabato scorso alla scuola Verdi, hanno partecipato decine di artisti provenienti da tutta Italia. A titolo di curiosità si può poi aggiungere che gli studenti dell'istituto d'arte di Montemurlo saranno particolarmente ispirati nella realizzazione dei costumi di scena: raccolgono infatti un prestigiosissimo testimonial da Umberto Brunelleschi, a cui è intitolata la scuola, montemurlese che nel 1926 realizzò i costumi per la prima di Turandot a La Scala.
L'opera con tre soldi avrà anche un fine solidale: attraverso il Centro per la solidarietà parte del ricavato dell'11 e del 13 luglio sarà devoluta alla Casa Madri e bambini dell'Opera S.Rita, nel decennale della sua fondazione. cb