Pericolo scongiurato per gli imprenditori agrituristici. Almeno per i titolari di strutture diventate operative prima del 20 marzo 2011. Se l’emendamento alla legge di manutenzione proposto dal consigliere Spinelli sarà approvato anche dal consiglio regionale, i tempi per l’adeguamento degli impianti natatori esistenti si dilateranno. Le piscine già in funzione infatti avranno tre anni di tempo (dall’entrata in vigore del regolamento) per mettersi in regola con quanto previsto dalla legge n.
8/2006 e dal suo documento attuativo. Coldiretti, da mesi, chiede alla Regione Toscana di rivedere una norma, che, prima ancora di entrare in vigore, ha suscitato vivaci polemiche e vibranti proteste. “Riteniamo positivo l’intervento sulla legge n. 8/2006, ma ancora non basta. Il regolamento licenziato un anno fa, che dovrebbe entrare in vigore il prossimo 20 marzo, è adatto agli impianti pubblici, che funzionano tutto l’anno e hanno un elevato numero di presenze quotidiane.
Ma è sovradimensionato per piscine di piccole dimensioni, utili solo a rendere più gradevole il soggiorno ai turisti che in estate popolano le campagne toscane: questi impianti sono nati per essere utilizzati per brevi periodi, da un numero di bagnanti decisamente contenuto”, spiega Coldiretti che evidenzia come la piscina agrituristica sia fruibile solo agli ospiti di aziende che, mediamente, non hanno più di 10-12 posti letto. La modifica alla legge infatti non grazia gli impianti di nuova costruzione.
“Resta – continua Coldiretti - il problema per le imprese che aprono i battenti dal 20 marzo in poi. Per loro sarà obbligatorio l’adeguamento alla legge regionale in materia di requisiti igienico sanitari delle piscine ad uso natatorio e al relativo regolamento di attuazione, che necessita di profonde modifiche. Il nostro impegno sarà di sollecitare la giunta regionale ad adottare le modifiche proposte per semplificare in tempi stretti l’articolato e renderlo applicabile alle strutture agrituristiche.
Abbiamo già presentato le nostre osservazioni e le nostre proposte agli estensori della norma e stiamo lavorando, con le altre associazioni di categoria, per chiedere una modifica sostanziale del regolamento”, conclude Coldiretti. “Ci auguriamo che la sensibilità manifestata sul problema dai consiglieri regionali, sia condivisa e fatta propria dalla giunta. Non chiediamo l’esenzione dalle regole, ma di avere una norma efficace per garantire la sicurezza dei bagnanti e l’igienicità degli impianti ma senza penalizzare inutilmente gli imprenditori.
Oggi invece la norma contiene prescrizioni che creano problemi ambientali, economici e gestionali senza che tutti questi sforzi vadano realmente a beneficio dell’utente”.