“La memoria della Shoah come base per vivere il presente e costruire il futuro. Noi ci crediamo e lavoriamo per costruire un futuro di pace e fratellanza, dove anche chi è diverso venga rispettato. Non siamo immuni da questi pericoli, anche qui, anche oggi. E noi siamo impegnati a ripetere questa esperienza. E’ vero, viviamo un periodo difficile, nel quale siamo costretti ad operare molti tagli, ma su questo no, non ci saranno tagli.“ Il presidente della Regione, Enrico Rossi, insieme al presidente del consiglio regionale, Alberto Monaci ed ai rappresentanti di tutte le istituzioni fiorentine, si è incontrato con i giornalisti un momento prima di dare inizio alla seduta solenne del Consiglio regionale dedicata alla “Giornata della memoria” ed ha lanciato un messaggio a tutta la società toscana.
Il presidente Rossi, che ha accompagnato gli studenti nel treno della memoria ai campi di sterminio, ha poi riferito di aver trovato “i giovani molto consapevoli” e di aver visto “con quanto rispetto e riflessione interiore” si sono avvicinati a quei luoghi. “Quei luoghi – ha ribadito Rossi – che io definisco i luoghi dell’orrore della civiltà europea”. Infine ha detto: “Quello che colpisce maggiormente è il carattere “industriale” dello sterminio. La guida ci ha detto che nei tre campi, molto vasti, che abbiamo visitato, non c’è un solo centimetro di terra che non sia stato ricoperto da ceneri umane”.
Ed ha concluso: “Noi crediamo molto in questo nostro lavoro, è fondamentale.” Poi, tutti in piedi, in aula del Consiglio Regionale per un momento di silenzio, prima di dare il via alla seduta solenne. L’intervento del presidente apre la seduta solenne del Consiglio regionale: “Oggi ricordiamo anche chi si oppose al progetto di sterminio, chi rischiò la propria vita per salvare altre vite; chi si distinse da quelli che sapevano, che si distrassero, che preferirono non vedere e non parlare.
Questi ultimi, anche questi ultimi, firmarono il progetto mostruoso di cui oggi taluni, ancora, tentano di negare l’esistenza”. Alberto Monaci, presidente del Consiglio regionale, apre la seduta solenne dedicata al Giorno della Memoria calcando i toni sulle responsabilità passate ma anche sui rischi presenti, a cominciare dal “negazionismo: sconfessarlo con fermezza significa stanare chi tenta di costruire nuovi punti di forza per riproporre orrori analoghi. Tragedie simili”.
Nelle parole del presidente, il Giorno in cui si piange il genocidio che “attentò alla più profonda libertà dell’uomo: quella di esistere”, si deve rivendicare convintamente “l’essenza di persona per ogni diverso”, in ogni epoca e in ogni luogo. Perché quanto perpetrato nei campi di sterminio e anche prima (“le infinite umiliazioni e violenze contro gli ebrei”) è il simbolo della persecuzione che non finisce mai, “di un demone che tenta continuamente di ripresentarsi nella vita e nella storia dell’uomo”. Monaci ricorda il Treno della memoria e sottolinea come la Toscana offra “a quei martiri perseguitati e ai loro discendenti ciò che di più prezioso ha: la coscienza dei propri ragazzi, il meglio, il futuro, l’unico anticorpo possibile perché quanto accaduto non si ripeta”.
La Shoa, lo sterminio del popolo ebraico, fu un atto teso a cancellare la libertà individuale e collettiva di un popolo di professare la propria fede, elemento costitutivo della identità di ciascuno e oggi tra le libertà fondamentali riconosciute dalla Costituzione. “Ma la partita che è tuttora in corso è quella della paura del diverso, dell’egoismo, dell’arroganza”. Sono mali non sopiti, non superati, dice Monaci: “il germe che ciascuno di noi, e massimamente le istituzioni, la politica e la cultura, debbono combattere”. Il capogruppo della Lega Nord Toscana in Regione, Antonio Gambetta Vianna, in occasione del Giorno della Memoria: «La memoria è una cosa che va mantenuta intatta, soprattutto nelle nuove generazioni, per evitare che facciano gli errori commessi da altri uomini in passato.
Il Treno della Memoria è un’iniziativa lodevole e molto importante, così come tutti quegli eventi organizzati per non dimenticare. Non si deve, però, limitare tali iniziative all’Olocausto degli ebrei e alle sole vittime del nazismo, bensì bisogna estenderle a tutte le vittime dell’odio cieco delle dittature, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali, come recita l’articolo 3 della Costituzione Italiana sull’eguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge».
«Spero che un treno della memoria e una seduta solenne del Consiglio Regionale venga, per esempio, organizzato anche per le vittime delle foibe e per tutti quegli uomini che hanno perso la propria vita nei gulag comunisti, soprattutto in Siberia. L’odio, infatti, non ha colore e non esistono morti di serie A né di serie B. E mi dispiace constatare che il Governatore Enrico Rossi, nella sua lista di vittime delle atrocità, non ha ricordato le vittime dei gulag comunisti, delle foibe e dei laogai cinesi, questi ultimi, purtroppo, ancora attivi.
La memoria deve essere solenne e condivisa e ciò aiuterebbe anche a sconfiggere sul nascere la ricomparsa di certe ideologie fondate sull’odio. Per questo – conclude Gambetta Vianna – mi auspico che venga istituita una giornata della memoria unica per tutte le vittime dell’odio dittatoriale ed ideologico».