“Un lavoro utile e ben fatto quello dell’Irpet, illustrato stamani in settima commissione – ha detto il presidente Fabrizio Mattei (Pd). E’ evidente la necessità di cambiare strada per costruire politiche della casa innovative e adeguate alla società toscana in continuo mutamento. Bisogna, prima di tutto, quantificare il patrimonio edilizio toscano destinato all’edilizia residenziale pubblica, verificarne l’adeguatezza alle reali necessità e poi capire gli strumenti a disposizione della Regione per indirizzare e favorire forme di affitto, per aiutare anche quei giovani che decidono di metter su famiglia”.
Dalla ricerca emergono l’alto tasso di diffusione in Toscana di case di proprietà (74%) contro la bassa percentuale di case in affitto sociale (4,3%) e il 12% di case a titolo gratuito. Dal 2000 ad oggi si rileva l’aumento dei prezzi delle abitazioni, cresciuti più del reddito familiare; l’andamento crescente degli sfratti per morosità; l’incremento del numero di famiglie che soffrono disagi per il peso economico dell’abitazione e il numero di giovani adulti che restano nelle famiglie di origine (più di 70.000 tra i 30-34 anni).
Inoltre, sono 50.000 in Toscana gli alloggi di edilizia sovvenzionata mentre sono state circa 19.000 le domande per il contributo per l’affitto. Il beneficiario del contributo per l’affitto ha reddito pro-capite e familiare inferiore a quello dei nuclei assegnatari di un alloggio pubblico e riceve minor tutela pubblica; infatti, il contributo è basso e l’assegnazione è annuale e meno certa. “Gli strumenti che abbiamo a disposizione non sono adeguati – ha detto Marco Ruggeri (Pd).
Quanto costerebbe alla Toscana fare una scelta di inversione di tendenza per modificare lo stato delle cose, per incrementare i contributi per gli affitti e diminuire l’eccesso di spesa rispetto alle esigenze dei beneficiari di alloggi pubblici e favorire il turnover?”. Anche Paolo Bambagioni (Pd) si è soffermato sulla necessità di potenziamento degli strumenti di sostegno ai redditi (contributo per l’affitto) e di creazione di uno strumento flessibile per individuare sia i beneficiari che l’entità dell’aiuto erogato.
“In Toscana – ha detto Gian Luca Lazzeri (Lega nord) - c’è stata troppa rigidità nel meccanismo di assegnazione delle case popolari: chi l’ha avuta, continua a mantenerla anche se le sue condizioni economiche sono migliorate, e ciò è diventato un privilegio. La soluzione potrebbe essere quella di vendere queste case per eliminare le spese di manutenzione e creare risorse da investire”. Secondo la ricerca, in Toscana emerge un forte contrasto tra strumenti di policy, ereditati dal passato, che garantiscono elevati livelli di tutela ad un numero ristretto di beneficiari spesso neppure troppo disagiati, e strumenti introdotti in tempi di maggior vincoli di spesa, che garantiscono invece basse tutele a famiglie in condizioni di disagio maggiore.
La necessità, dunque, è quella di prevedere strumenti nuovi e di introdurre criteri più selettivi per individuare la popolazione obbiettivo, al fine di garantire sostegno pubblico sufficiente a famiglie in reale disagio, rispettando i limiti di spesa degli enti pubblici.