Firenze, 17 gennaio 2011- Nella serata di sabato 15 gennaio 2010 Arcigay Firenze riceveva una richiesta di aiuto da parte di Mario (nome di fantasia), transgender che sta completando il proprio percorso da donna a uomo. Mario, di origine pugliese, dopo essere stato rifiutato dalla famiglia, e dopo essere stato licenziato dal proprio luogo di lavoro, nel Nord Italia, oggetto di gravi discriminazioni per la sua ormai avanzata transizione di genere, si trova a vivere da oltre un anno all'interno dell'abitacolo della propria autovettura, senza opportunità di lavoro né progetti di vita che gli consentano un inserimento sociale adeguato. Il ragazzo, dopo aver girovagato per mesi in cerca di lavoro, giunto a Firenze dall'Emilia Romagna, passando per il senese, senza ormai più alcuna risorsa per il proprio sostentamento, in preda alla fame e al freddo, si è rivolto al servizio di telefono amico di Arcigay Firenze, chiedendo disperatamente ai volontari un luogo caldo dove trascorrere alcune notti e dove consumare un pasto, visto che era costretto al digiuno ormai da giorni. I rappresentanti di Arcigay Firenze provvedevano immediatamente a contattare le strutture adibite all'emergenza freddo della città, ma la maggior parte risultavano complete o, vista l'ora tarda del sabato, ormai chiuse.
Di contro, l'albergo popolare di Firenze, che ospita unitamente soggetti di sesso maschile, e così diversi istituti di accoglienza gestiti da suore, pur avendo posti disponibili riferivano di non poter accogliere Mario, nonostante il suo aspetto fisico maschile, a causa dei suoi documenti di identità, che lo identificavano sia nel nome di battesimo che nel sesso di appartenenza ancora come donna. Dopo innumerevoli telefonate e inutili tentativi di persuasione per la presa in carico del ragazzo da parte di una struttura comunale di accoglienza, Arcigay Firenze provava a contattare telefonicamente il sindaco di Firenze Matteo Renzi.
"Renzi ha risposto immediatamente alla nostra richiesta di aiuto urgente," spiegano gli attivisti, "data anche dal fatto che il ragazzo versava in una condizione fisica e psicologica assai precaria. Subito, il Sindaco, nonostante l'ora tarda, ha contattato l'assessore alle Politiche Sociali Stefania Saccardi che, anche grazie alla straordinaria disponibilità e all'aiuto di Marzio Mori di Caritas Firenze, ha subito individuato una struttura a Sorgane che avrebbe potuto ospitare temporaneamente il ragazzo, fornendogli un'assistenza immediata che avrebbe scongiurato un'aggravarsi della sua situazione.
"Ringraziamo di cuore il sindaco Matteo Renzi e l'assessore Saccardi" proseguono i rappresentanti di Arcigay Firenze, "perché con un gesto umano e senza alcuna esitazione hanno dimostrato la giusta sensibilità e attenzione verso una persona in seria difficoltà, permettendoci di iniziare - ci auguriamo in ausilio con i Servizi Sociali del Comune di Firenze - un percorso di reale integrazione per Mario nella nostra città, affinché si delinei per lui un futuro di serenità, lontano dai drammi che ha dovuto finora attraversare.
Siamo grati" concludono, "anche a tutti coloro, tra cui il presidente del Quartiere 1 Stefano Marmugi, che, avvertiti dai nostri volontari, si sono dimostrati pronti e disponibili a ricercare soluzioni tempestive per Mario, al fine di prestargli assistenza e potergli donare la speranza di una vita migliore". “Renzi ha trovato un alloggio ad un protetto dell’Arcigay perché trans. Una discriminazione di genere in piena regola, quella di cui si è reso protagonista il sindaco di Firenze.
Una discriminazione di cui sono vittime le migliaia di fiorentini che da anni attendono una casa popolare, combattendo una battaglia contro l’inerzia di Palazzo Vecchio. Cosa devono fare i nostri concittadini in difficoltà economiche e senza un tetto? Devono pensare di rimettere in discussione la loro identità di genere per trovare un ricovero?” Questo il commento del consigliere regionale del PdL Giovanni Donzelli alla notizia. “Sono fermamente contrario ad ogni tipo di discriminazione, ma proprio per questo sono convinto che essere gay o trans non possa essere titolo preferenziale per ottenere un posto nelle strutture di accoglienza del Comune.
Se il giovane ha ottenuto sostegno solo grazie all’intervento dell’Arcigay – aggiunge il consigliere del PdL - viene da pensare che si sia di fronte a un paradossale caso di sessismo alla rovescia: per non essere tacciati di essere discriminatori nei confronti di alcune categorie si concede loro un canale preferenziale, negato invece a colui per il quale non si corre il rischio di esser accusati di sessismo o razzismo. Forse Renzi – conclude Donzelli - pur di recuperare voti a sinistra ha cercato così di prendere le distanze dalle sue frequentazioni ad Arcore”.