Che cosa hanno in comune personaggi come Caravaggio, Céline, Gainsbourg, che appartengono a periodi storici così lontani e diversi tra loro, ma che esercitano ancora su di noi il loro fascino? Come sottolinea Giuseppe Scaraffia nella sua introduzione al volume scritto da diversi autori ed edito da Vallecchi: “ Non possiamo fare a meno di venerare chi ha cercato quello che noi evitiamo, chi ha sentito il fascino di quel che ci fa rabbrividire e l’ha accanitamente cercato, fino a perdersi”.
Firme del giornalismo italiano come Marcello Venenziani, Marina Valensise e Umberto Cecchi ci accompagnano in questa galleria di “vite verso l’Inferno”, maledetti che si svelano ai nostri occhi con le loro tormentate esistenze. Incompresi e incompatibili con la generalità provinciale, come nel caso di Dino Campana, il poeta di Marradi, la cui geniale e dirompente creatività (della cultura dominante) finisce per essere considerata un pericolo dai piccoli contemporanei italiani e toscani.
Destino, quello di non essere compreso davvero nemmeno con il suo capolavoro, I Canti Orfici, comune a diversi autori che in quella stessa epoca si travano a cantare note dissonanti con la retorica prevalente. E Campana pagerà a caro prezzo, con il manicomio, la sua originalità. Caso simile per un altro poeta toscano del '900, Piero Ciampi, classe 1934, partito da Livorno per Parigi per far crescere la sua voglia di musica e poi tornato in un'Italia conformista, che non accetta i suoi eccessi con l'alcol.
La sua vita si trascina, tra notti e locali, sino all'epilogo mortale, causato dal fumo. Tra gli altri Maledetti raccontati nel volume: Cagliostro, Niccolò Paganini, Nietzsche, Paul Verlaine, Vincent van Gogh, Arthur Rimbaud, Oscar Wilde, Aleister Crowley, Drieu La Rochelle, Julius Evola, Klaus Kinski, Rolling Stones, George Best e Theo van Gogh.