Una vera narrazione, fatta di pitture, sculture, fotografie, oggetti, carteggi, pubblicazioni, che si snoda nei vari luoghi espositivi di Palazzo Medici Riccardi. Questa l’essenza della mostra "1910 FUGA DALLA CAPPONCINA. D’ANNUNZIO FRA FIRENZE E LA FRANCIA", organizzata dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di Firenze e che resterà aperta fino al 13 febbraio. Questa mostra promossa e realizzata della Provincia di Firenze si propone innanzitutto di far rivivere al visitatore le atmosfere irripetibili di quell’ambiente e di quel momento storico, così importante per Firenze e il suo territorio. Il 1910, per Gabriele d’Annunzio, è l’anno dell’addio.
Costretto a lasciare Firenze probabilmente a causa dei debiti accumulati, fugge a Parigi, l’altro polo culturale con cui nel corso degli anni non aveva mai interrotto i legami. D’Annunzio era arrivato a Firenze nel 1898 insieme ad Eleonora Duse e qui aveva vissuto per dodici anni “come un Signore del Rinascimento”, perfettamente a suo agio in quell’ambiente intellettuale e artistico, all’epoca fra i più fecondi e vivaci del mondo. Tra la fine dell’800 e l’inizio del ‘900 Firenze contende a Parigi il ruolo di capitale della cultura e non a caso Gabriele d’Annunzio ponendo la sua dimora nel quieto rifugio collinare della Capponcina, a Settignano, non disdegna frequenti incursioni nella Ville Lumiere. Dalla collina di Settignano osserveremo quindi il panorama culturale fiorentino dell’epoca composto di riviste letterarie (dal Marzocco alla Lacerba), di associazioni culturali, di luoghi per la riflessione e il confronto (i famosi caffè da Doney alle Giubbe Rosse).
Ma la vitalità culturale si estende anche in altri ambiti, a cominciare dall’artigianato artistico, come testimoniano i fini prodotti della Manifattura di Signa esposti in mostra, fino alla fotografia che con Nunes Vais e i Fratelli Alinari si è imposta in quegli anni all'attenzione del mondo. In questo vivacissimo contesto l’attenzione della mostra si soffermerà su quattro personaggi, su due “coppie di fatto” che hanno vissuto con Firenze un rapporto speciale anche se limitato nel tempo: oltre, naturalmente, a Gabriele d’Annunzio la divina Eleonora Duse legata al Vate da un fortissimo legame di arte e di vita, e insieme a loro Edward Gordon Graig, padre della moderna regia teatrale con la danzatrice americana Isadora Duncan, che sembrerà liberare nella danza le “grazie primaverili” del Botticelli.
Il loro avvicendamento permetterà di “testare” da angolazioni diverse, la particolare posizione di Firenze nel contesto dei cambiamenti in atto fra la fine del secolo e il ‘900 prebellico. "La mostra – dice l’Assessore provinciale alla Cultura Carla Fracci – promossa e realizzata dalla Provincia di Firenze si propone di suggerire al visitatore le atmosfere irripetibili dell’ambiente fiorentino dell’epoca. Firenze si presentava allora come un crogiolo di grandi proporzioni in cui uomini, donne elette, voci e luoghi dell’anima si fondevano per produrre un distillato artistico-mondano da fare invidia a quella che stava diventando il nuovo centro del movimento culturale di statura mondiale: Parigi.
La mostra è quindi per noi un’occasione importantissima per rievocare e far conoscere un momento cruciale della vita culturale e artistica di Firenze e del suo territorio. Per questa ragione sono profondamente grata a Beppe Menegatti che ha avuto la prima intuizione per la realizzazione di questo evento e a Elena Puliti, curatrice della mostra, cui si deve la sua ideazione e concretizzazione”.