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Una lunga incomprensione. Pasolini fra Destra e Sinistra

Il nuovo libro di Adalberto Baldoni e Gianni Borgna ne I Saggi Vallecchi. Con una prefazione del filosofo Giacomo Marramao

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 novembre 2010 23:40

Pier Paolo Pasolini è stato forse l’intellettuale del Novecento che più d’ogni altro ha diviso l’opinione pubblica. C’è chi lo ha amato e chi lo ha avversato senza riserve. La destra lo detestava per le sue idee e soprattutto per la sua dichiarata omosessualità. La sinistra, che pur lo annoverava tra le sue file, non accettava molte delle sue analisi anticipatrici e ancor meno la sua irriducibile autonomia di pensiero. E anche il mondo cattolico, di fronte alle sue opere, si divideva tra estimatori e detrattori.

Baldoni e Borgna, che pur da posizioni molto diverse ne riconobbero subito la grandezza artistica e l’originalità, ricostruiscono per la prima volta in questo volume a trentacinque anni dalla morte e che si avvale di molte testimonianze inedite ed è frutto di una meticolosa ricerca, la “lunga incomprensione” che caratterizzò i rapporti tra Pasolini e la cultura politica italiana, ma anche l’attenzione con cui molti giovani di tutto il mondo si confrontarono e si confrontano ancora con le sue idee e con il suo lavoro. Dopo la prefazione di Giacomo Marramao il libro si articola in due parti distinte.

Nella prima Gianni Borgna ripercorre le tappe fondamentali della vita di Pier Paolo Pasolini, descrive le sue principali opere letterarie e cinematografiche nonchè i suoi rapporti altalenanti, spesso tumultuosi, con il Pci, e specialmente con gli intellettuali di sinistra. Inoltre Borgna racconta i suoi personali frequenti incontri con il poeta, all’epoca in cui rivestiva l’incarico di segretario della Federazione giovanile comunista, insieme a Goffredo Bettini e a Walter Veltroni, da sempre suoi ammiratori e sostenitori. Non poteva mancare un riferimento anche ai recenti avvenimenti, legati alle confessioni del suo assassino, Pino Pelosi, che ha sostenuto che non era solo quella tragica notte del 2 novembre 1975, e al presunto ritrovamento dell’ultimo capitolo del romanzo “Petrolio” dove Pasolini svela i retroscena dell’assassinio di Enrico Mattei.

Borgna, inoltre, riporta numerosi documenti pressoché inediti, dalla sua orazione funebre davanti alla salma del poeta alla dichiarazione di voto al Pci che Pasolini fece pochi mesi prima di morire, alla versione originaria apparsa sulla rivista “Nuovi Argomenti” della famosa poesia sul Sessantotto, il cui titolo autentico era “Il Pci ai giovani!!!”. La narrazione è corredata da molte testimonianze di prima mano e da foto inedite , che testimoniano del rapporto personale con il “poeta-corsaro”. Da parte sua Adalberto Baldoni illustra, supportato dai documenti dell’epoca, l’iniziale avversità della destra ufficiale nei confronti di Pasolini, condannato perché comunista e omosessuale.

Il Msi di Michelini, Almirante e Romualdi, infatti, era visceralmente anticomunista ed omofobico. Le cronache dei giornali di destra, dal “Secolo d’Italia” al “Borghese”, dallo “Specchio” al “Nuovo Meridiano”, amplificavano le controversie giudiziarie di Pasolini ed i suoi “incidenti di percorso”, giungendo persino ad approvare le aggressioni, anche fisiche, dei giovani missini nei suoi confronti. Un primo, se pur cauto cambiamento di rotta, lo si avvertì nei primi anni Settanta quando Pasolini iniziò a collaborare al “Corriere della Sera”.

Ma, nonostante i suoi illuminanti “scritti corsari”, in cui, ad esempio, il Potere ( scritto con la P maiuscola) era accusato da Pasolini di gestire la strategia della tensione, la destra ufficiale mantenne inalterata la sua posizione negativa verso la scrittore. Salvo rare eccezioni, anche la sua tragica morte venne accompagnata da una serie di giudizi sfavorevoli. Poi, verso la fine degli anni Ottanta, un dibattito su Pasolini nella sede missina di Acca Larenzia, dove nel 1978 erano stati uccisi tre militanti del Fronte della Gioventù, aprì finalmente una serena, obbiettiva “rivisitazione” del fenomeno Pasolini.

Quella di Acca Larenzia fu una bomba mediatica che sconvolse gli ambienti della destra e quelli della sinistra. Per mesi la stampa d’ogni tendenza si interessò dell’evento. Baldoni, infine, cita i suoi fugaci incontri con Pasolini e svela come, quando e perché venivano organizzate (figurava tra i principali promotori) le contestazioni dei ragazzi missini contro lo scrittore. Come pure le sue indagini, su invito della direzione del “Secolo d’Italia” dove lavorava, per raccogliere verità “nascoste” o negligentemente (scientemente?) trascurate dalla polizia circa la morte di Pasolini.

Baldoni che, nella sua introduzione, ricorda di essere nato cronista, ossia di avere iniziato a fare giornalismo sulla strada e non a tavolino, riporta anche le testimonianze di coloro che hanno parlato con Pasolini poche ore prima che facesse salire nella sua auto il ragazzo che potrebbe essere stato utilizzato come esca per l’agguato mortale del 2 novembre 1975. Gli autori Adalberto Baldoni, giornalista, saggista, autore di documentari. Nel 1955 ha iniziato la sua attività politica nella Giovane Italia.

Più volte arrestato, processato e condannato per reati politici. Dirigente nazionale prima del Msi e poi di An. Più volte eletto consigliere comunale di Roma. Capogruppo di An in Campidoglio. Tra i suoi libri: Noi rivoluzionari (1986), La notte più lunga della Repubblica (1989), Fascisti 1943-1945. Storia della guerra civile (1993), Sessantotto. L’utopia della realtà (2006); Anni di Piombo (2009). Con Vallecchi ha pubblicato A che punto è la notte? (2002), Due volte Genova. Luglio 1960-luglio 2001(2004), Storia della destra.

Dal postfascismo al Popolo della libertà (2009). Gianni Borgna (Roma, 1947), giornalista, docente universitario, è autore di opere celebri come Storia della canzone italiana e Il mito della giovinezza. Recentemente ha scritto assieme ad Antonio Debenedetti un libro su Roma Dal piacere alla dolce vita edito da Mondadori. Assessore alla cultura del Comune di Roma tra il 1993 e il 2006, attualmente è presidente della fondazione Musica per Roma che gestisce il nuovo auditorium della capitale. Negli anni in cui era alla guida della Federazione giovanile comunista romana, Borgna ha potuto conoscere e frequentare a lungo Pasolini, su cui ha scritto in seguito numerosi studi e saggi.

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