Sono già 4 i reclami presentati dal Comitato Pendolari Valdarno Direttissima alla Regione in soli 10 giorni. "Sono il sovraffollamento e i vagoni insufficienti uno dei problemi maggiori dei treni del Valdarno - afferma il portavoce dei pendolari, Maurizio Da Re - si viaggia in piedi, stretti come sardine, in particolare sui treni nelle ore di punta del pomeriggio, al rientro nel Valdarno". Sotto accusa i treni diretti della linea Firenze-Foligno e Firenze-Roma, che usano la Direttissima.
"Sono treni composti da 8 carrozze per 604 posti - sottolinea Da Re - negli ultimi giorni ma anche in passato si sono dimostrati insufficienti ad accogliere il picco dell'afflusso dei pendolari del Valdarno. In particolare il treno delle 18.13 da Firenze è stracolmo di gente - sostiene Da Re - la Regione e Trenitalia devono aumentare i vagoni o cambiare il treno, mettendoci un Vivalto a 6 o a 8 carrozze, che permetterebbe per volta dai 100 ai 300 posti in più per i pendolari del Valdarno". Il portavoce dei pendolari ha posto alla Regione anche il problema dei treni in ritardo nel Valdarno, che diventanto "puntuali" o arrivano addirittura in anticipo alle stazioni finali di Roma e di Foligno, modificando così le statistiche di Trenitalia, fondamentali per gli eventuali rimborsi ai pendolari.
"E' inammissibile il trucco dei tempi di percorrenza - protesta Da Re - i treni accumulano ritardi per entrare sulla Direttissima a causa delle interferenze dei Frecciarossa, a Figline e soprattutto a Firenze Rovezzano, ma poi corrono velocissimi nella galleria San Donato e hanno tempi di percorrenza ampi fra Montevarchi ed Arezzo e di arrivo alle stazioni finali. Così i treni in ritardo nel Valdarno diventano puntuali a Roma o a Foligno. In questo modo i treni sulla linea aretina risultano regolari - conclude amaramente Da Re - e ai pendolari del Valdarno non toccheranno mai i rimborsi-bonus per i rtardi".