Marchionni è passato dall'essere un giocatore rappresentativo e determinante ad uno dei tanti che arrancano ma sembrano essere altrove: "E' normale - spiega Marco Marchionni - un calciatore non può essere sempre al cento per cento". Nell'aria si respirava la possibilità di trovare in campo una squadra migliore, "più forte" della passata stagione. Aria di montagna (Cortina) e di collina (San Piero) ed a parlare non erano i tifosi ma gli stessi calciatori che caricavano l'ambiente.
Sbagliando? Chi può dirlo, certo, ad oggi, sarebbe stato meglio partire gradualmente. Meglio puntare ai quaranta punti senza grossi obbiettivi? "No, il Campionato è appena iniziato - risponde l'esterno - c'è da vedere quello che succederà nelle prossime partite. Se riusciamo a far scattare la scintilla possiamo fare bene". Mihajlovic ha individuato nuove posizioni in campo, Marchionni adesso è considerato una sorta di jolly: "Si, un calciatore professionista deve saper ricoprire più ruoli".
"Il mister è molto sereno - confessa - perchè vede che la squadra lavora bene in settimana". La sosta doveva essere l'occasione per ritrovare la condizione, anche se l'infermeria continua a tenere in apprensioni quanti vorrebbero poter scendere in campo con il potenziale al completo. Per vincere, certo, ma anche per evitare alibi che, nel bene e nel male, anche a volerli evitare, incidono sulla piena maturità di una squadra che ha bisogno di conoscersi, o riconoscersi, il prima possibile. Ritieni importanti le parole di Andrea Della Valle? "Sono importantissime.
La società ci sta vicino, starà a noi ripagare la loro fiducia" dice Marchionni. I fischi dell'Artemio Franchi? "E' dieci anni che sono nel calcio e so bene che devono essere soltanto uno stimolo". Su possibili sistemi tattici e modulo non si espone: "Non conta - risponde il giocatore - conta la voglia di aiutare il compagno e la serenità mentale". Giusto, conta correre per la squadra, magari anche con un'idea precisa di cosa fare con e senza il pallone tra i piedi. Questo vogliono i tifosi dalla Fiorentina: il gioco.
Oppure, i punti che in classifica latitano. Li cercano anche i calciatori che solo con la serenità possono puntare ad uscire dal tunnel che sembra non finire mai. La trasferta di Genova è insidiosa, ma lo sono tutte, anche le partite in casa, specie in un Campionato così imprevedibile. Quindi che la partita sia difficile non vale. Vale scendere in campo convinti di potercela fare, a prescindere dalla grinta o dagli 'occhi di tigre' quando c'è la convinzione nei propri mezzi si trova anche il compagno accanto per l'assist decisivo. Antonio Lenoci