Firenze- «Una manovra, quella del Governo, che presenta i tratti dell'insostenibilità, con tagli che sul bilancio regionale vorranno dire minori risorse per 320 milioni. A questi si sommeranno, in maniera drammatica, i tagli che andranno a colpire il sistema degli enti locali. » Così il presidente della Regione, Enrico Rossi, ha introdotto in Consiglio Regionale le prime proposte della giunta per un piano di razionalizzazione della spesa della Regione e del sistema degli enti dipendenti a seguito dei tagli imposti da Tremonti.
L'augurio di Rossi è che, insieme alle altre Regioni, si possa fare massa critica per indurre il Governo a modificarla. Ma intanto la Toscana fa la sua parte. «Non è nostro costume – ha sottolineato il presidente – limitarci a protestare o chiamare i cittadini alla mobilitazione. Siamo una maggioranza di governo e intendiamo dare il nostro contributo, anche come Regione, per il controllo della spesa pubblica. Cogliamo dunque l'occasione di una situazione straordinaria per portare avanti una riforma che elimini gli sprechi e le ridondanze del sistema.
» Rossi elenca poi i punti qualificanti della proposta che porterà un risparmio simato di 33 milioni di euro. Via le indennità, che saranno sotituite da un gettone di presenza unico di 30 euro, per i consigli di amministrazione di enti quali: Irpet, Ars (l'agenzia di sanità regionale), Azienda regionale per il diritto allo studio, Enti Parco, consorzio Lamma. Riduzione a metà dei compensi per i revisori degli stessi enti. Applicazione del gettone unico di 30 euro per le cariche nelle Fondazioni.
Revisione del sistema delle società di gestione per le case popolari, con il rafforzamento del ruolo dei Comuni. Revisione, cas o per caso, delle spese di adesione ad associazioni cui la Regione negli anni ha aderito: attualmente sono 56 le associazioni e 600 mila euro la spesa. Ancora: Rossi presenta altre proposte, sulle quali ribadisce al Consiglio la volontà di parlarne e discuterne insieme per giungere alle decisioni più opportune. Gli enti interessati sono l'Arsia, l'agenzia che si occupa di agricoltura, l'azienda di Alberese e quella di Migliarino San Rossore.
Simile il ragionamento sulle Apt, attualmente 14 in tutta la Toscana, ma senza la possibilità di svolgere promozione all'estero. Un'ipotesi, basata sulla centralizzazione di azioni troppo disperse per fare massa critica, prevede una rimodulazione dei compiti di Toscana Promozione. Ancora: Artea, Fidi Toscana, il sistema delle partecipazioni. Rossi ribadisce che, quello presentato, è un pacchetto aperto, ma con alcuni punti fermi. «Non è possibile – ribadisce- che la Re gione sia chiamata a ripianare bilanci di gestione di società come gli Enti Fiera o le Terme, non possiamo più permettercelo.» Infine un accenno ad una ricollocazione degli Interporti, della Toscana centrale e di Guasticce.
La conclusione del presidente ribadisce le parole introduttive. «Quelle che oggi porgo alla discussione del Consiglio Regionale sono le prime proposte della giunta, su cui dovremo discutere e confrontarci. Ne seguiranno altre. Ma la linea è tracciata e resta fermo che la Toscana presenterà il bilancio entro il dicembre 2010. E che coglierà l'occasione di questa situazione straordinaria per fare quello che finora non si era riusciti a fare nell'ottica del riordino dei servizi e della razionalizzazione della spesa pubblica.» La proposta ha raccolto il pieno appoggio della maggioranza che ha invitato la giunta ad andare avanti con celerità. Ad iniziare il dibattito sulla comunicazione del presidente della Regione Enrico Rossi è stato il capogruppo Udc Giuseppe del Carlo, che ha “preso atto della volontà di razionalizzazione e di riduzione dei costi della macchina regionale”.
“Il documento dimostra che finora si era fatto ben poco – ha osservato – Adesso la manovra del Governo lo impone”. Del Carlo ha giudicato favorevolmente la proposta di concentrare la promozione turistica nell’Agenzia regionale, superando la frammentazione delle Apt, a fronte però di una ristrutturazione della stessa Agenzia “che chiediamo da anni”. Giudizio positivo anche sulla soppressione di Arsia, “richiesta da tempo dalle organizzazioni agricole”, mentre alla conferma del ruolo di Artea, “dovrebbe seguire la soppressione di Sviluppo Toscana spa”.
Del Carlo ha quindi invitato a riflettere sull’abolizione dei consigli di amministrazione dell’Azienda regionale di sanità e dell’Istituto di programmazione economica, perché “svolgono funzioni di consulenza anche per il Consiglio e la rappresentanza deve essere valutata attentamente”. A fronte di un parere favorevole sulla scelta di uscire da fiere ed aziende termali, il capogruppo Udc ha espresso perplessità sul gettone di presenza: “Non tutti gli enti sono uguali – ha osservato - Non tutti richiedono lo stesso impegno e la stessa professionalità”.
“E’ un documento di intenti – ha concluso – Aspettiamo le proposte di legge per passare dalle enunciazioni ai fatti”. “Il presidente Rossi ha detto parole di saggezza, ma c’è poco merito. Noi ripetiamo da anni che la politica deve abbandonare territori occupati indebitamente, lui lo ha fatto perché costretto”. Lo ha dichiarato Alessandro Antichi (Pdl), sottolineando che “da tempo l’intermediazione pubblica e l’intromissione della politica sono state individuate come cause della perdita di competitività del nostro sistema paese”.
“C’è ritardo nella comprensione delle dinamiche sociali – ha aggiunto – Occorre una politica più leggera, meno invadente, con regole e poca gestione. A suo parere il cuore del problema è costituito dalle partecipazioni regionali, sulla quali già una legge regionale del 2008 aveva chiesto di fare una verifica entro il giugno 2009. “Il tempo è scaduto – ha concluso – Diciamo che i termini sono prorogati al 2010, sperando di non fare come con la riforma delle Comunità montane, che ha prodotto risparmi effettivi di soli 300 mila euro, come accertato dalla Corte dei conti”. Il dibattito sulla comunicazione del governatore Enrico Rossi in merito alle prime e “parziali proposte” di razionalizzazione della spesa pubblica, ha avviato una discussione in cui le posizioni di maggioranza e minoranza sono emerse chiare anche e soprattutto nell’approccio a tagli definiti da più parti “necessari e virtuosi”. E la “parzialità” del provvedimento è stata più volte sottolineata dal consigliere del PdL Nicola Nascosti.
“Mi auguro sia implementato e completato velocemente”. Il consigliere vicepresidente della commissione Sviluppo economico, ha quindi puntato l’attenzione sul pensiero che emerge chiaramente in queste linee guida. Portando ad esempio l’imminente estinzione degli Ato (Ambiti territoriali ottimali) ha parlato di “tentativo di affrontare il periodo di transizione con strutture di commissariamento” sulle quali tuttavia non si definiscono i termini temporali. “Mi fa un po’ paura – ha detto – pensare che questi organismi abbiano una funzione sine die”. Un taglio diverso è arrivato da Paolo Marcheschi (PdL) che ha invitato la Giunta ad un ragionamento: “Non parliamo di snellimento dei costi ma di come si compongono”.
Per il consigliere la voce “efficienza” deve essere “la priorità” perché la scelta “pur virtuosa della diminuzione dei gettoni non incide quanto quella di una radicale e profonda riforma del sistema”. Giusto allora tagliare ma intervenendo anche su un “incomprensibile accavallamento di competenze” così come su un numero elevato di “super dirigenti, settori, posizioni organizzative” che secondo i dati illustrati in Aula, costano “oltre 16 milioni l’anno”. Un costo per funzioni “in gran parte sono assolte da enti carrozzone altrettanto onerosi”. Di parere opposto il vicepresidente del gruppo Idv Marco Manneschi che si è detto convinto della comunicazione di Rossi perché il taglio non porterà solo a “un risparmio di denari ma ad un recupero dell’efficienza”.
Quello dell’Esecutivo è dunque un “approccio nuovo” che “smantella un sistema di nomine e di incarichi”. Una manovra che “richiede uno sforzo di correttezza da parte di tutti”. “Mi auguro – ha continuato – che il senso di responsabilità prevalga nella minoranza quando nel territorio dovremo affrontare problematiche stringenti”. Dal presidente del PdL Alberto Magnolfi l’appunto ad una “necessaria modifica culturale, di impostazione che ha dei costi politici evidenti e tuttavia inevitabili”.
“Il governo regionale – ha detto – deve avere il coraggio di sfidare l’impopolarità perché il vero problema non sono i tagli, quanto la riforma della spesa”. Un dato che per Magnolfi non deve essere acquisito come “occasionale, ma risultanza di “ristrettezze oggettive” che “non derivano da un Governo nazionale di questa o quella sponda”. “Acquisire coscienza di questo – ha concluso – significherebbe cominciare a ridisegnare il volto della politica”. Un volto che per il capogruppo del Pd Vittorio Bugli sta già cambiando: “Prima di chiedere sacrifici ad imprese e cittadini – ha sottolineato – deve essere la politica a mostrare sobrietà, serietà e autorevolezza a riformarsi”.
Una volontà che nella comunicazione di Rossi “emerge chiaramente” e che traccia “un cammino di forti contenuti di innovazione”. Per Bugli, dunque e riprendendo uno slogan già usato, la maggioranza è per “andare avanti tutta e veloce. Se abbiamo potuto farlo per la Sanità – ha detto ricordando lo stato eccellente del settore – possiamo farlo per tutto”. “I contenuti del documento illustrato dal presidente Rossi sono condivisibili, ma vogliamo ricordare che quando si parla di riordino delle agenzie è bene tenere presente che in quelle agenzie sono impiegati lavoratori, la cui occupazione non può essere messa in discussione”, ha detto il consigliere Paolo Marini (Fed Sin-Verdi).
Per Marini, i tagli non potranno riguardare né lo stato sociale né i trasporti pubblici. Secondo Pieraldo Ciucchi (Misto), le proposte contenute nel documento danno indicazioni precise sugli interventi da fare “e rispetto alla legislatura scorsa vedo una consapevolezza forte sulla necessità di intervenire”. Marco Carraresi (Udc) quella illustrata da Rossi è “un’operazione non credibile” e il documento presentato all’aula è “generico”. Di queste cose, ha ricordato, “se ne discute da dieci anni e finora non ci sono stati risultati apprezzabili”. “Abbiamo fiducia che alcuni punti si realizzeranno ma ci aspettavamo che il documento ci illuminasse su un percorso preciso di prospettiva”, ha affermato Marco Taradash (Pdl), che contesta la mancanza di critica verso ciò che in passato non è stato fatto.
“Siamo preoccupati – ha aggiunto – per la mancanza di risorse per il futuro e per il modo con cui, in precedenza, si sono affrontate le politiche di riorganizzazione e riordino degli enti e della macchina regionale”. Secondo Paolo Ammirati (Pdl), quello di Rossi è le linee del documento di Rossi sono “fumose e putroppo in continuità con l’azione di governo della scorsa legislatura”. Mancano, ha aggiunto, “sostanziali impegni e indicazioni precise di tagli o dismissioni” e quando ci sono, “sono solo vagamente annunciati”. Il presidente della Giunta, Enrico Rossi, nella sua replica, ha detto di aver apprezzato le sollecitazioni arrivate dal dibattito consliare, “anche quelle dell’opposizione”.
Dalla maggioranza, ha aggiunto, “sono venute indicazioni forti ad andare avanti e questo mi dà fiducia rispetto al lavoro che dovremo fare nei prossimi mesi”. Rossi ha ricordato l’importanza di riorganizzare gli enti e i servizi e di ridare una veste più sobria alla politica “ma con un limite, quello della democrazia; la democrazia ha un costo e su questo non intendiamo fare tagli”. Rossi ha anche contestao l’accusa di indicazioni vaghe o assenti: “Abbiamo detto dove vogliamo intervenire facendo nomi e cognomi”.
Rossi ha anche sottolineato che nelle indicazioni del governo sono contenuti “tagli insostenibili, che avranno effetti recessivi sull’economia, e su questi continueremo ad esercitare il nostro diritto di critica e di contestazione”. Infine, circa i tagli che la regione farà, ha aggiunto: “Saranno accompagnati da investimenti, perché se ci fermiamo solo ai tagli, non risolveremo nemmeno uno dei problemi che abbiamo di fronte”. Al termine del dibattito, il Consiglio regionale ha approvato una proposta di risoluzione presentata dalla maggioranza a sostegno del documento di Rossi.
Respinte, invece, le due proposte di risoluzione presentate dall’opposizione - primo firmatario di entrame il capogruppo del Pdl Alberto Magnolfi – che criticavano i contenuti del documento di Rossi.