I lavoratori senza paga per almeno tre mesi non dovranno sborsare il ticket per le prestazioni specialistiche ambulatoriali, di diagnostica e di laboratorio. E nemmeno i loro familiari a carico. Lo ha deciso l'assessore regionale per il diritto alla salute Enrico Rossi, che ha presentato alla Giunta una delibera approvata nell'ultima seduta. «La sanità pubblica toscana – dice l'assessore Rossi – contribuisce in molti modi a sostenere l'economia della regione.
In primo luogo tenendo in ordine i conti e in attivo i bilanci, quindi non esigendo dai cittadini tasse aggiuntive e infine con importanti investimenti che fanno lavorare persone e imprese. Tuttavia la crisi esige uno sforzo in più, un aiuto diretto a chi si trova improvvisamente in difficoltà e senza tutele sociali. Nel maggio scorso avevamo deciso di eliminare gli stessi ticket per i lavoratori in cassa integrazione e in mobilità e per i loro familiari. Ma girando per la Toscana mi sono reso conto che la situazione è ulteriormente peggiorata e che ci sono situazioni in cui i lavoratori semplicemente da un giorno all'altro non vengono più pagati.
Così ho deciso di estendere anche a loro l'esenzione.» Per essere esenti basta autocertificare di non riscuotere lo stipendio da almeno tre mesi consecutivamente. Per familiari a carico si intendono i familiari non fiscalmente indipendenti, cioè per i quali l'interessato gode di detrazioni fiscali. Naturalmente l'onere di pagare il ticket si riattiva nel momento in cui l'interessato ricomincia a percepire la retribuzione. Questo provvedimento comporterà per le casse regionali un onere di circa 700 mila euro (era un milione il costo della delibera riservata a lavoratori cassintegrati e in mobilità) che verranno compensati dalle Aziende e dal Fondo sanitario regionale.
Susanna Cressati