Firenze, 18 Settembre 2006- Il governo regionale ha predisposto due nuove manovre, sul fronte delle spese e delle entrate, con lo scopo da un lato di reperire ulteriori risorse finanziarie e dall’altro di realizzare nuovi investimenti sul piano infrastrutturale; l’IRPET ne ha stimato gli effetti.
La manovra di bilancio 2007 prevede nel complesso una spesa aggiuntiva media per famiglia di 5 euro al mese. La maggiore spesa, nel dettaglio, è stimata intorno ai 7euro per le famiglie più ricche e 2,6 per le più povere.
Un aumento di 2,58 centesimi al litro per la benzina, infatti, comporterà un aumento medio familiare di 3 euro al mese: 4,5 per le famiglie più benestanti, ed 1,3 per le più povere. L’aumento del bollo del 10% comporterà una spesa aggiuntiva di 2 euro al mese per famiglia, 2,5 per le più benestanti e 1,3 per le più povere.
Dal lato del sistema produttivo la manovra non dovrebbe gravare sulle imprese, che privilegiano mezzi che utilizzano carburanti diversi dalla benzina ed hanno un’imposta di bollo massima.
In ogni caso, una valutazione sull’effetto della manovra sul sistema economico consente di stimare, che -nel momento in cui le risorse prelevate da famiglie e imprese (60/70 milioni di euro) venissero effettivamente reinvestite in opere infrastrutturali- il risultato complessivo sarebbe positivo. L’incremento di valore aggiunto sarebbe, infatti, pari a 42 milioni di euro, a fronte di imposte versate pari a 10 milioni di euro.
Infine alcune considerazioni sull’efficacia ambientale delle manovre; l’elasticità dei consumi, notoriamente molto bassa, non provoca effetti di riduzione dei consumi: ovvero un aumento così limitato dei costi della benzina non necessariamente condiziona gli utenti nell’utilizzo dell’auto.
“Con il Piano Regionale di Sviluppo Martini volava alto, ma ha fatto come Icaro: si è bruciato le ali! Ancora una volta i costi delle decisioni sbagliate della coppia Martini & Rossi ricadranno sulle spalle delle fasce più deboli della popolazione che probabilmente dovrà sostenere un aumento del 10% del bollo auto e di 2,58 centesimi al litro dell’accisa sulla benzina”.
Con questa affermazione Anna Maria Celesti, consigliera regionale di Forza Italia e Vice Presidente della Commissione Sanità commenta la manovra di bilancio 2007 illustrata dalla Giunta regionale.
“Sono due anni che la Regione chiude il bilancio in deficit – continua l’azzurra Celesti - e il governatore Martini non potendo più scaricare sul governo centrale le responsabilità, ora finalmente rompe il tabù della parola tasse in netta contraddizione con gli impegni presi nel Programma elettorale del 2005, nel DPEF 2007 e nel PRS 2006 – 2010 circa “il perseguimento dell’invarianza in termini reali della fiscalità regionale.”
A nulla è servita l’ammonizione del 2005 della Corte dei Conti – prosegue Celesti - con la quale, a fronte di un deficit di 250 milioni di euro che, anche se coperto dallo stato, sarebbe comunque ammontato a 65 milioni di euro, si indicava all’amministrazione regionale o di mettere in atto una tassazione o un contenimento della spesa che potesse coprire il disavanzo.
A niente è valsa allora la nostra proposta di rivisitare il modello sanitario toscano, in quanto la spesa sanitaria occupa circa il 70% del bilancio regionale. Il governatore toscano sordo a qualunque richiamo – ammonisce Celesti - ha predisposto nei mesi scorsi un Piano Regionale di Sviluppo che ha fatto tutto meno che mettere sotto controllo la spesa sanitaria. Oggi sono venuti al pettine tutti i nodi di un sistema sanitario che aveva raggiunto solo un formale pareggio di bilancio tramite misure drastiche e penalizzanti per i cittadini quali la riduzione di ospedali, la riduzione dei posti letto ospedalieri, la riduzione dei posti letto per i non acuti.
Ricorrere alla tassazione – conclude Celesti - non coprirà le problematiche legate a un vortice quale quello della spesa sanitaria toscana. Occorre ripensare il problema sanità in tutta la sua complessità per evitare che, con l’illusione di avere un’assistenza gratuita per tutti, di fatto diventi una sanità di “classe”, dove solo chi ha le possibilità e spesso anche l’informazione giusta può scegliere con consapevolezza il luogo di cura e da chi farsi curare”.