C'è il classico e intramontabile "Bella ciao". Ma anche il chiassoso e calcistico suono delle vuvuzelas. Due i cortei che hanno sfilato sulle rive opposte dell'Arno in occasione dello sciopero generale promosso dalla Cgil a Firenze. Punto d'incontro dei deu serpentoni il Ponte di Santa Trinita dove è stata abbattuto un grande muro in polistirolo, simbolo della manovra governativa. In piazza ad ascoltare Susanna Camusso, secondo i rumors colei che prenderà il posto del segretario generale della Cgil Guglielmo Epifani, esponenti del sindacato, lavoratori della pubblica amministrazione, amministratori e membri dei partiti del centrosinistra e della sinistra. La Cgil aspettava tanta gente da tutta la Toscana e dalla città capoluogo per la manifestazione regionale nell'ambito dello sciopero generale di oggi, ne è arrivata molta di più.
In 100.000 hanno sfilato nei due cortei sui lungarni. Il primo, Firenze e provincia, partito da piazza Cavalleggeri, quella della biblioteca nazionale, il secondo, con il resto della Toscana, partito da piazza Demidoff. Ed è stato questo secondo che ha abbattuto il muro che gli sbarrava la strada sul Ponte Santa Trinità. Così tanti che hanno fatto fatica ad entrare in piazza Santa Maria Novella per il comizio conclusivo di Susanna Camusso. Con loro c'erano tanti rappresentanti delle istituzioni, sindaci, presidenti di provincia, assessori, c'era il presidente della regione Enrico Rossi e il vicepresidente del senato Vannino Chiti, senatori e parlamentari dell'opposizione, rappresentanti delle forze politiche e delle molte associazioni che avevano aderito alla mobilitazione della Cgil. Molto alta l'adesione allo sciopero, percentuali da sciopero unitario per intenderci: 80% di adesione nell'agroindustria, la Buitoni di Sansepolcro addirittura chiusa, 80% la media di adesione nella grande industria metalmeccanica, 60% in quella tessile e chimica, 60% l'adesione nel commercio. “L’Italia dei Valori – dichiara il Coordinatore regionale IdV, Fabio Evangelisti – scende in piazza a fianco della CGIL e dei lavoratori contro la Manovra economica ma anche, soprattutto, contro l’attacco ai diritti dei lavoratori perpetrato da questo Governo, che tramite Confinbdustria e aziende come Fiat (Pomigliano insegna), vuole attaccare e addirittura cancellare lo Statuto dei lavoratori.
Così non va e per questo siamo qui a manifestare in piazza e a raccogliere le firme contro il nucleare, contro la privatizzazione dell’acqua, contro il legittimo impedimento. Contro queste vergogne, così come la legge bavaglio che verrà, saremo sempre pronti a scendere in piazza, a raccogliere le firme e a chiamare i cittadini italiani a pronunciarsi”. “Siamo in piazza – aggiunge Roberto Rizzo, responsabile regionale del Dipartimento Lavoro/Welfare – per contrastare una Finanziaria che, anziché portare il paese fuori dalla crisi e mettere in campo delle ipotesi di rilancio e di sviluppo, riporta indietro, sotto l’aspetto ambientale, sociale e dei diritti, il nostro Paese.
Una Manovra che mette le mani in tasca per l’ennesima volta ai lavoratori, ai pensionati, ai giovani, alle donne, non dando un’ipotesi di prospettive, bensì evitando di colpire le banche, le rendite e gli evasori fiscali. Per questi motivi l’Italia dei Valori, a livello nazionale, regionale e territoriale, farà la sua parte non solo stando a fianco dei lavoratori e dei ceti deboli che subiscono la Manovra, ma si farà anche portatrice di ipotesi e proposte concrete, partendo dal rafforzamento dei salari e dei diritti dei lavoratori”.
La polemica dal centrodestra “La manifestazione della Cgil è solo una presa di giro nei confronti dei lavoratori”. E' questo il commento del segretario nazionale della Lega Nord Toscana, l'eurodeputato Claudio Morganti. “E' incredibile – asserisce Morganti – come certe manifestazioni siano presenti solo quando al Governo c'è il centrodestra. La manovra Finanziaria non va assolutamente a colpire l'operaio, dato che non alza assolutamente le tasse, a differenza di quanto fatto dal Governo Prodi, di cui il Presidente Enrico Rossi certamente se ne ricorderà.
Il Governo Prodi, infatti, ha innalzato le tasse, le cui conseguenze le paghiamo tuttora". "Questo Governo – evidenzia il segretario nazionale della Lega Toscana – con la manovra Finanziaria sta facendo un atto di responsabilizzazione e rigore, come d'altronde ci chiede l'Europa, per evitare che il Paese faccia la stessa fine della Grecia". "Trovo peraltro la partecipazione del Governatore Rossi fuori luogo – prosegue Morganti – perché, anziché attaccare a prescindere il Governo e piangere miseria, dovrebbe pensare a tagliare i tanti sprechi che ci sono in Toscana, come per esempio i consorzi di bonifica e le società partecipate". "E' grazie alle scelte politiche delle Giunte che si sono susseguite in Toscana, fra l'altro tutte dello stesso colore, che ci sono stati e continuano ad esserci gli sprechi come, per esempio, i 4 milioni di euro in più, del Dpef 2010, stanziati per il sostegno alle produzioni cinematografiche.
Non bisogna dimenticarci che le Regioni sono le maggiori responsabili di questo debito pubblico". "Queste azioni, come la manifestazione odierna, mi sembrano semplici sceneggiate di chi sa solo dire di no per pure ragioni ideologiche. Ci servirebbe, piuttosto – termina l'eurodeputato del Carroccio toscano –, un miglior controllo delle spese ed una riduzione degli enti inutili". "L’adesione di Rossi al corteo Cgil contro la manovra del governo è un grave sgarbo istituzionale da parte di chi dovrebbe essere il presidente di tutti i toscani, non solo degli iscritti alla Cgil o al Pd".
Lo afferma il vicepresidente del Consiglio regionale Roberto Benedetti (Pdl), che così boccia la scelta del governatore della Toscana Enrico Rossi di partecipare alla manifestazione odierna organizzata dalla Cgil. "Nel merito, ricordo intanto che a questa manovra, per altro non definitiva e ancora in discussione, ci chiama forzatamente la congiuntura internazionale. Ma al di là di questo, qui si pone un problema di rappresentanza. Al momento della sua elezione Rossi promise che sarebbe stato il presidente di tutti i toscani, compresi i molti che non lo avevano votato.
Oggi invece – osserva Benedetti – di fatto Rossi si schiera dalla parte dell’unico sindacato che porta avanti la strategia del no a tutto a prescindere, ma senza però proporre nulla, nessun modello alternativo per il necessario e urgente contenimento delle spese". "Trovo che questo comportamento rappresenti uno schiaffo in primis a tutte le altre organizzazioni sindacali, che poi dovranno sedersi insieme a Rossi ai tavoli di concertazione certi della sua non capacità di ascoltare tutti con uguale attenzione.
Non solo – conclude il Vicepresidente del Consiglio regionale – perché oggi Rossi consuma anche uno strappo con tutti i toscani che non si riconoscono nella linea dell’antagonismo a ogni costo contro il governo Berlusconi".