Firenze, 7 settembre 2010- I posti nei nidi in questi anni sono cresciuti. In Toscana gli asili e i centri per l'infanzia sono in grado di accogliere un bambino su tre tra tutti quelli che hanno meno di tre anni: una percentuale altissima, l'anno scorso la migliore tra le regioni italiane, più alta della media europea e quasi tre volte tanto quella italiana. Ma proprio perché le liste di attesa non finiscono mai, la Regione ha deciso, come fa da quattro anni, di intervenire finanziando voucher che i Comuni distribuiscono alle famiglie.
Finora a potere beneficiare degli assegni era solo chi aveva fatto domanda per un nido comunale e lì non aveva trovato posto. “Da quest'anno - annuncia la vice presidente della giunta regionale toscana, Stella Targetti - dei fondi potranno usufruire anche i Comuni, e quindi le famiglie, che non hanno nidi comunali sul loro territorio ma solo nidi privati accreditati. Si tratta di un ulteriore aiuto per le coppie e le donne che devono conciliare i tempi del lavoro con quelli della famiglia e necessari ad accudire i figli”.
La Regione ha stanziato 3 milioni di euro: in parte fondi europei e in parte fondi statali. L'anno scorso con 1 milione e 650 mila euro furono assegnati oltre 1500 voucher ad altrettante famiglie residenti in 74 comuni toscani. A chi rivolgersi L'assegno dovrà essere richiesto dalle famiglie al Comune, che poi ha tempo fino all'11 ottobre per trasmettere tutta la documentazione alla Regione. Requisiti Del voucher potrà beneficiare chi ha un bambino o una bambina, nati tra il 1 gennaio 2008 e il 31 gennaio 2010, che frequenta un nido dell'infanzia privato accreditato, un centro gioco educativo privato accreditato, un nido aziendale privato accreditato, un nido domiciliare privato autorizzato oppure anche da chi ricorre alla baby sitter, purché q uesta sia iscritta nell'apposito elenco comunale.
Fino a 3.000 euro in un anno L'assegno copre il 50 per cento delle rette per la frequenza del nido e i pasti consumati, fino ad un massimo di 3.000 euro a famiglia per l'intero anno scolastico. Tutte le spese dovranno naturalmente essere documentate. Non ci sono limiti di redditi per poter usufruire dell'aiuto: gli assegni disponibili saranno comunque erogati seguendo l'ordine della lista di attesa di ogni singolo Comune o, se nel Comune non ci sono servizi comunali per l'infanzia, seguendo l'ordine della graduatoria comunale presentata alla Regione ai fini di questo bando. «Targhe politiche a scuola? È una vergogna! Invece di far politica, la Regione Toscana dovrebbe fare in modo che tutte le classi necessarie nel nostro territorio vengano garantite.
Le risorse, volendo, si trovano». Interviene così Gian Luca Lazzeri, consigliere regionale della Lega Nord Toscana dopo aver appreso che l’assessore alla pubblica istruzione della Provincia di Pisa, Miriam Celoni, ha fatto sapere che verranno affisse quindici targhe informative della Regione davanti alle scuole materne per testimoniare l’“impegno” di questo Ente nel garantire il diritto allo studio. «La sinistra torna a scuola – prosegue il consigliere del Carroccio – e, cosa più grave, tenta di inculcare nelle teste dei bambini il mostro-Governo e la fatina-Regione.
Se la Regione e tutte le varie istituzioni scolastiche avessero risparmiato invece di sprecare, adesso non ci troveremmo in questa situazione. Se a Pisa mettono le targhe per ringraziare la Regione – conclude Lazzeri –, a Firenze Renzi dovrebbe far erigere un monumento al ministro Gelmini in ogni scuola primaria. Tutto ciò è assurdo e scandaloso». "Una situazione drammatica per centinaia di lavoratori della scuola di Siena e provincia, in gran parte precari, riunitisi al Sarrocchi, che hanno atteso con ansia lo scorrere delle graduatorie per l’assegnazione delle cattedre e in alcuni casi hanno appreso sul momento chi di loro avrebbe lavorato e chi sarebbe rimasto a spasso.
Una situazione di caos assoluto”. È il commento di Susanna Cenni, deputata del Partito democratico, che con il segretario di Generazione democratica Niccolò Guicciardini, con Giuseppe Bonura, Manuel Menzocchi e Francesco Carnesecchi del Pd senese, hanno incontrato molti dei circa 250 insegnanti precari delle scuole medie inferiori e superiori di tutta la provincia, compresi gli insegnanti di sostegno, alcuni dei quali con anni e anni di insegnamento alle spalle, riuniti al piano terra dell’Istituto Sarrocchi di Siena in attesa dell’assegnazione delle cattedre.
“Siamo di fronte ad una protesta strumentale operata da una componente politicizzata di professori. Il tutto a danno degli studenti che inizieranno l’anno scolastico senza testi di riferimento. Si penalizzano studenti e docenti ‘non allineati’ pur di andar contro al Governo”. Così Tommaso Villa, consigliere regionale del PdL, stigmatizza la mancata adozione dei libri di testo per l’anno scolastico che sta per iniziare decisa da alcuni istituti superiori di Pisa.
“La circolare ministeriale 16 del 10 febbraio 2009 fornisce istruzioni per l’adozione dei testi scolastici nelle scuole di ogni ordine e grado, fissando nella seconda decade di maggio di ogni anno il termine ultimo per l’indicazione dei testi. Nonostante ciò – ha ricordato il consigliere del PdL - i collegi dei docenti di alcune scuole superiori di Pisa, caso unico in Toscana, hanno deciso di non attenersi alla circolare sospendendo l’adozione dei libri, assumendo tale decisione a maggioranza e non all’unanimità.
Il risultato? Disagi per i professori contrari al boicottaggio antigovernativo e soprattutto disagi per gli studenti che saranno costretti ad iniziare l’anno scolastico senza poter disporre dei libri. Il problema si era posto nel maggio scorso, ma visto che a distanza di quattro mesi il nodo non è stato sciolto – ha concluso Villa - auspichiamo l’intervento del direttore dell’Ufficio scolastico regionale Cesare Angotti affinché metta fine a questa follia”. Prosegue, alla ripresa del nuovo anno accademico, l'attività di informazione a studenti e famiglie dello stato di mobilitazione e protesta del mondo accademico fiorentino contro i tagli della Finanziaria e il Disegno di Legge Gelmini.
Domani, mercoledì 8, presso la sede di Calenzano, in occasione dei test di ammissione al Corso di Laurea in Disegno Industriale i docenti del corso distribuiranno il documento approvato all'unanimità del Consiglio di Facoltà di Architettura e che testualmente afferma: "pur nella ferma convinzione che si debba comunque cercare di evitare situazioni di disagio e di difficoltà per gli studenti iscritti ed immatricolati, il CdF non può fare a meno di prendere atto che la situazione attuale non permette l'attivazione della programmazione didattica per l'a.a.
2010/11". I docenti del corso quindi, fra cui in particolare i ricercatori che in modo unanime hanno deciso l'indisponibilità all'attività didattica, spiegheranno lo stato e le cause della drammatica situazione in cui versa l'università a causa delle sbagliate iniziative del governo, sollecitando anche la solidarietà degli studenti e delle loro famiglie verso questa mobilitazione straordinaria e per il superamento di questo grave stato di crisi. «Mentre c’è un sindaco che lavora un minimo nell’interesse dei cittadini, un altro non fa niente se non urlare e sbraitare.
Il primo cittadino di Campi Bisenzio, Adriano Chini, sul diritto allo studio dovrebbe emulare il suo collega fiorentino Matteo Renzi che, battendo i pugni sul tavolo al ministero dell’Istruzione, ha ottenuto la copertura totale per il tempo pieno delle scuole primarie di Firenze». È questo il commento di Gian Luca Lazzeri, consigliere regionale della Lega Nord Toscana, dopo che è giunta l’ufficialità da parte del Governo della circolare ministeriale ‘salva-tempo pieno’ per Firenze.
“Il ministero – prosegue Lazzeri – farà arrivare a Firenze dieci insegnanti per attivare tutti i tempi pieni necessari in città. Mentre a Firenze c’è chi ha preso il treno ed è andato a alzare la voce a Roma, a Campi Bisenzio al contrario c’è chi la voce la alza soltanto sui giornali attaccando il Governo per mera propaganda politica senza attivarsi per cambiare le cose. Chini dovrebbe smettere di lamentarsi per i tagli del Governo, ma dovrebbe arricciarsi le maniche e andare a Roma dal ministro Gelmini che, come dimostra il caso-Firenze, è pronta ad ascoltare e risolvere i problemi di tutti.
Se Chini soltanto volesse – conclude Lazzeri –, potrebbe far garantire a quei cento bambini delle primarie del Circolo Didattico di Campi Bisenzio il tempo pieno che le famiglie chiedono giustamente a gran voce. Ma a quanto pare, in Toscana ci sono figli (i fiorentini) e figliastri (i campigiani)».