Riceviamo e pubblichiamo Oltre quattromila bambini senza tempo pieno in Toscana? Sgherri: "dimostra la scelleratezza della riforma Gelmini. Massimo impegno nel contrastarla". Le stime sugli effetti dei tagli al tempo pieno nelle scuole toscane comunicati dalla CGIL - se confermate -, cioè con oltre quattromila bambini e ragazzi che ne saranno esclusi, dimostrano una volta di più la scelleratezza della riforma della scuola voluta dal ministro Gelmini. Così Monica Sgherri - Consigliera regionale del Gruppo di "Federazione della Sinistra Verdi".
Per dare un futuro al paese, ai propri ragazzi, realizzare una società più giusta e che dia possibilità di nuovo e buon lavoro - prosegue Sgherri - sarebbe necessario aumentare gli investimenti nella scuola, nella sua offerta formativa e nel tempo scuola, invece la Gelmini va nella direzione opposta. E su tutta la linea, dalla prima elementare all'università. E' davvero paradigmatico che, mentre la scuola pubblica subisce tagli ai finanziamenti, al personale docente e non, alle dotazioni strutturali, al tempo pieno, accorpamenti di studenti per classe, e la conseguente compressione dell'offerta formativa, nel contempo le scuole private l'aumentino mettendo in campo più lezioni complementari ed appunto più offerta formativa: tutto ciò evidentemente per spingere - chi se lo potrà permettere - ad optare per il privato, e quindi minando il diritto all'istruzione per tutti, ad una scuola di qualità e con le stessi standard su tutto il territorio nazionale; principi e diritti sanciti in primis dalla Costituzione. Di fronte ad un quadro così grave e in un ambito chiave come questo la Regione e gli enti locali sono chiamati prima di tutto - per quanto di competenza - a difendere il dettato costituzionale e contrastare quindi con forza i provvedimenti governativi e calmierarne gli effetti, facendolo contrastando nel contempo l'inaccettabile indirizzo di una regionalizzazione dell'istruzione e quindi di una serie di diverse “scuole regionali”: si creerebbe infatti un'Italia a due velocità fra offerta scolastica migliore in regioni più ricche e più modesta in regioni economicamente meno floride.
Questioni così rilevanti, queste, da spingerci a chiedere un dibattito e una presa di posizione del Consiglio Regionale. Contrasto alle scelte della Gelmini a livello istituzionale, ma anche politico e sociale: per questo parteciperemo con convinzione - conclude Sgherri - ai presidi e alle manifestazioni a difesa della scuola pubblica indette a Firenze per il prossimo 3 giugno. PRC Gruppo Toscana