Firenze- L'unione fa la forza e solo scambiandosi dati e informazioni potrà crescere il recupero dell'evasione fiscale, che pure in Toscana negli ultimi anni ha dato buoni risultati: almeno per quanta riguarda i tributi regionali. Con questo scopo l'assessore regionale alle finanze e al bilancio Riccardo Nencini ha convocato per lunedì 30 agosto alle 9 una riunione con i rappresentanti di Anci Toscana, l'associazione dei Comuni, l'Upi Toscana, ovvero l'Unione delle Province, l'Agenzia delle Entrate, l'Aci, Equitalia, Inps e Guardia di Finanza.
Quello che sarà proposto e discusso sarà una sorta di patto territoriale contro l'evasione fiscale e contributiva. Preoccupazione per i tagli di una manovra economica che rischia di mettere in ginocchio gli enti locali, ma anche voglia di lanciare una grande mobilitazione per dire ai toscani e agli italiani che un’altra Italia è possibile. Sono questi i sentimenti che ieri, venerdì 27 agosto, presso la Fortezza Medicea di Siena hanno caratterizzato l’iniziativa della Festa provinciale del Partito democratico senese, alla quale erano presenti Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, Franco Ceccuzzi, deputato del Pd e Stefano Fassina, responsabile nazionale economia del Pd.
Rossi, parlando della manovra economica approvata dal governo lo scorso luglio, ha tracciato un quadro a tinte fosche del futuro, invitando dirigenti di partito, amministratori e militanti ad una forte mobilitazione “Questa volta – ha esordito Rossi - non ce la facciamo. La manovra correttiva di Tremonti taglia alla Regione Toscana 350 milioni e noi, pur ipotizzando interventi che richiedono ‘lacrime e sangue’, con tagli ai servizi possiamo arrivare a recuperare 100 milioni, non di più.
La manovra è sbagliata perché che induce un processo recessivo dell’economia, ingiusta perché colpisce solo una parte della popolazione ed ideologica perché indica nella pubblica amministrazione l’unica colpevole del dissesto dei nostri conti pubblici. Sono molto preoccupato perché su alcuni versanti, come quello della scuola, del sociale, dei trasporti non sappiamo come intervenire. Dobbiamo, dunque, avere la forza di sviluppare un movimento che intrecci la difesa della democrazia e la questione sociale; dobbiamo ridare forza ad una politica che guardi agli interessi del Paese, dobbiamo farci capire da chi ha un reddito di 1000 euro al mese e da chi fatica ad arrivare a fine mese.
Per questo sono contento e fiducioso della campagna lanciata da Bersani per un nuovo Ulivo e per un ‘porta a porta’ che ci consenta di spiegare ai cittadini che siamo ad un passaggio cruciale della democrazia del Paese”. Sul fronte dello sviluppo regionale, Rossi ha detto “Dobbiamo far sapere alla società toscana che puntiamo sulla reindustrializzazione, sul recupero di competitività. Vogliamo rilanciare la formazione, in particolare verso i giovani che, insieme ai cassintegrati, sono i più sofferenti e superare campanilismi e particolarismi che, talvolta, ostacolano la crescita e danneggiano la qualità dei servizi.
In questo senso la dimensione regione – città diventa fondamentale”. Anche Franco Ceccuzzi ha sottolineato la necessità di una grande mobilitazione nelle prossime settimane da parte del Pd: “La proposta di Bersani – ha detto Ceccuzzi – di organizzare una grande campagna di mobilitazione sugli effetti depressivi e iniqui della manovra ci ha trovato pronti. Il Pd toscano, infatti, a giugno ha approvato un documento intitolato ‘Lavori e imprese’, che rappresenta la base per il grande viaggio che inizieremo nelle prossime settimane nei luoghi di lavoro della nostra regione, tra le fabbriche, i commercianti, nel pubblico impiego, e che culminerà con una a grande iniziativa nel gennaio 2011.
Dobbiamo ridare alla nostra regione quel dinamismo essenziale per la ripresa e il mantenimento della coesione sociale e possiamo farlo facendo sistema e realizzando quella intuizione di Enrico Rossi rappresentata dalla città – Toscana, la cui competitività sarà garantita dall’apporto di ogni realtà della regione. Siena può offrire le sue eccellenze in campo finanziario, farmaceutico e in altri settori come quello dei trasporti e della produzione di energia. Dobbiamo – ha concluso Ceccuzzi – mobilitare, contro informare, andare nei luoghi di lavoro, stare vicino agli artigiani, ai commercianti, al sistema industriale.
Se uniamo questione sociale, economica e democratica sapremo batterci in Parlamento ed essere pronti quando ci saranno le elezioni”. Per Stefano Fassina la connessione fra questione sociale ed economica è la chiave per dare forza alla mobilitazione dei prossimi mesi: “Cercheremo di riportare la discussione politica sulle priorità delle famiglie, dei lavoratori, delle imprese. Dobbiamo dare messaggi semplici: il primo è che non è vero che non si poteva far altro che tagliare indiscriminatamente di fronte alla crisi, c’erano strade alternative per tenere i conti sotto controllo e stimolare la ripresa con politiche per la crescita.
Il secondo è che fare un po’ di equità vuol dire rimettere in moto l’economia. Berlusconi deve andarsene anche perché fa politiche di destra che colpiscono le classi medie e danneggiano sistematicamente una parte del Paese”. Il 26 agosto il Ministero dell'Istruzione ha informato gli istituti scolastici che partecipavano al progetto di scolarizzazione degli ospiti del carcere di Sollicciano di una riduzione della pianta organica che li coinvolge. Lo ha deciso l'Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana nella sua assegnazione dei posti alla provincia di Firenze, di fatto non consentendo la tenuta dei corsi scolastici regolari o serali che erano previsti anche per l'anno scolastico 2010-2011 nel carcere. “Un’ulteriore riprova del danno che i tagli della manovra operata dal Governo nel settore della scuola sta infliggendo a una fascia debole della nostra società, così come è avvenuto per il tempo pieno, per il sostegno scolastico per i diversamente abili, per il licenziamento degli insegnanti precari, è emerso in queste ultime ore: un taglio anche ai corsi scolastici del carcere di Sollicciano”.
Questa la dichiarazione del capogruppo di Sinistra Ecologia e Libertà Eros Cruccolini. “Ritengo che questa sia complessivamente una situazione non più sostenibile alla quale dobbiamo ribellarci – ha aggiunto Cruccolini –. Quindi: sostegno pieno alla protesta dei detenuti e degli insegnanti che non potranno proseguire i loro corsi nel Carcere, e soprattutto apprezzamento per la disponibilità prontamente dichiarata dall'assessore Di Giorgi. Mi colpisce invece la contraddittorietà delle dichiarazioni dei parlamentari radicali, che si indignano, ma, anziché richiamare il Governo ai suoi doveri, invocano l'aiuto delle istituzioni locali; pensano davvero che i problemi che questo Governo provoca, possano continuare ad essere risolti da rocambolesche strategie messe in atto dagli Enti locali? Così il Governo continuerà tagliare i finanziamenti ai servizi destinati alle fasce deboli della popolazione, i genitori rinunceranno pian piano silenziosamente al tempo pieno o all'appoggio per le necessità dei diversamente abili, i precari perderanno il lavoro, ed i detenuti (loro poi!!!) cosa dovrebbero fare? Andare a scuola quando escono dal carcere? Non sarebbe meglio fare emergere le ‘falle’ di un sistema che dichiara di ‘non frugare in tasca ai cittadini’ e che invece ogni giorno che passa li spoglia di ciò che è indispensabile?”.
“Sono meravigliato anche dal silenzio dei parlamentari e dei consiglieri del PdL – ha concluso il capogruppo di SEL –. Su queste tematiche non si esprimono mai. Certo, forse perché i detenuti non possono votare e pertanto non hanno nessun ‘peso politico’”. E’ con una lettera indirizzata ai direttori degli uffici scolastici regionali e provinciali per la Toscana che il sindaco di San Casciano Massimiliano Pescini palesa il proprio dissenso in merito alla contrazione della dotazione organica che determinerà, per il prossimo anno scolastico, il non funzionamento dei Centri Territoriali Permanenti.
Quella di eliminare i centri per l’istruzione e la formazione in età adulta è una decisione che il primo cittadino definisce “di particolare gravità in quanto priverà il nostro territorio di una struttura di grande importanza per le attività di educazione degli adulti sia in ambito formale che non formale secondo quanto previsto dalla O.M 455/97”. Il sindaco chiarisce la propria posizione evidenziando il ruolo di grande importanza che da sempre il Ctp ha rivestito sul piano formativo nel territorio chiantigiano.
“Il Ctp – prosegue il primo cittadino - ha rappresentato in tutto questo tempo una realtà importante e significativa, un’istituzione indispensabile per dare risposte ai bisogni educativi, formativi, sociali e culturali delle diverse tipologie di utenti, oltre che strumento in grado di sviluppare conoscenze, competenze ed acquisire titoli di studio”. Nella lettera Pescini esprime il proprio rammarico “per la dispersione di un patrimonio storico di esperienze e di conoscenze consolidatosi negli anni” e conclude chiedendo che siano riviste le scelte che hanno portato alla soppressione del Ctp della zona fiorentina sud est “sulla base del principio fondamentale che l’istruzione è un diritto per tutti i cittadini lungo tutto l’arco della vita”.