Il 2010 in Toscana si apre con un andamento positivo sul fronte delle esportazioni, a conferma dei segnali di ripresa in atto a livello internazionale soprattutto nei paesi emergenti. L’andamento delle vendite regionali all’estero nel primo trimestre dell’anno (+13,5%), pur influenzato dal confronto con il periodo di più intensa propagazione degli effetti della crisi finanziaria attraverso il canale commerciale estero (il I trimestre 2009), si mostra più vivace rispetto a quanto osservato a livello nazionale (+6,6%), rivelando incrementi per tutti i principali raggruppamenti di beni.
In ripresa infatti le esportazioni di beni di consumo, sia nella componente dei beni durevoli (+21,0%) che di quella riferita ai beni non durevoli (+15,6%). Pur con ritmi inferiori, mostrano inoltre una crescita anche le vendite di beni strumentali (+14,7%) e di prodotti intermedi (+6,8%). Sono alcuni dei dati contenuti nell’analisi trimestrale sul commercio estero della Toscana, condotta dall’Ufficio Studi di Unioncamere Toscana nell’ambito dall’Osservatorio sull’Internazionalizzazione della Toscana, realizzato in collaborazione con Toscana Promozione ed Irpet. Quanto ai settori più vivaci sui mercati esteri, dominano i prodotti farmaceutici (+31,7%), ed i prodotti di gioielleria e oreficeria, che registrano un balzo nel valore delle esportazioni (+39,8%), prevalentemente dirette nei paesi del medio e Lontano Oriente.
Buono anche l’andamento dell’export di prodotti chimici (+46,2%), di articoli in gomma e materie plastiche (+12,5%), e del complesso dei settori della meccanica (+11,0%), anche se la componente della meccanica strumentale non mostra ancora segnali di ripresa (-2,3%). La ripresa nella domanda estera di beni di consumo si manifesta con andamenti in crescita anche per il sistema moda, che dopo ben otto trimestri torna in terreno positivo (+6,4%), per i prodotti dell’agricoltura (+5,0%) e dell’agroalimentare (+8,4%), per il settore cartario (+8,7%). Il buon recupero nell’andamento delle esportazioni della Toscana appare tuttavia differenziato in termini di mercati geografici di sbocco: accanto alla forte crescita dei paesi asiatici, in particolare della Cina (+82,2%), degli Emirati Arabi Uniti (+55,1%) e di Hong Kong (+43,3%) ed ai primi segnali di ripresa delle vendite anche sul mercato europeo (Unione Europea a 27 +16,1%), prosegue la contrazione della domanda statunitense, con un dato sulle vendite complessive che si mantiene in terreno negativo (-5,1%). Il positivo andamento delle vendite all’estero nel primo trimestre 2010 riguarda la maggior parte delle province toscane: spiccano Livorno (+72,1%), grazie soprattutto alla dinamica dei prodotti energetici, e Siena (+85,5%), principalmente per il contributo dei prodotti farmaceutici.
Torna infine in positivo l’andamento delle vendite all’estero di tutte le province distrettuali: Lucca (+13,3%) e Prato (+13,2%) registrano gli incrementi più elevati, seguite da Pisa (+8,7%), Firenze (+5,7%), Pistoia (+5,4%) e, in misura inferiore, Arezzo (+0,9%). “A conferma di quanto rilevato con l’indagine trimestrale sulle imprese manifatturiere – sottolinea Pierfrancesco Pacini, presidente di Unioncamere Toscana – la crescita degli ordinativi esteri sembra nel primo trimestre dell’anno aver stimolato una ripresa produttiva per le imprese esportatrici.
Accanto ad una ripresa dell’export si osserva un recupero anche dell’import, legato soprattutto agli acquisti di input produttivi ed, in particolare, alle importazioni di prodotti intermedi e beni strumentali. I primi segnali di crescita nella domanda internazionale vanno affrontati con misure di sostegno alle imprese toscane che operano sui mercati esteri: esse costituiscono il veicolo di trasmissione per la diffusione della ripresa sui territori in cui sono radicate. Tali interventi devono riguardare fra l’altro la promozione e l’offerta di credito: il ri-orientamento delle strategie di internazionalizzazione richiede la realizzazione di investimenti in tal senso - materiali e immateriali - per favorire una maggiore flessibilità operativa, una più elevata capacità di presidio dei mercati in crescita ed il conseguimento di livelli di competitività adeguati”.