I risultati dell’indagine congiunturale sul primo semestre 2010, sebbene in relativo miglioramento rispetto alle precedenti rilevazioni, restituiscono ancora un quadro critico per l’artigianato toscano. Nei primi sei mesi del 2010 registrano cadute in termini di fatturato (-9,8% rispetto al medesimo periodo del 2009), di addetti (-0,1% tra il 31 dicembre 2009 ed il 30 giugno 2010) ma anche nel numero di imprese registrate (-0,2% tra il 30 giugno 2009 ed il 30 giugno 2010).
Questi i risultati dell’indagine congiunturale dell’Osservatorio Regionale Toscano sull’Artigianato - realizzata da Unioncamere Toscana con Regione Toscana, le federazioni regionali di CNA e Confartigianato Imprese, le sigle sindacali CGIL, CISL e UIL e con il supporto tecnico di IRPET. Notizie più confortanti provengono invece dal versante degli investimenti.
La quota di imprese artigiane con attività di investimento in corso raggiunge, nel primo semestre del 2010, il 12,4% risalendo dal 6,8% raggiunto nello stesso periodo del 2009. Fatturato La contrazione del fatturato interessa tutti i settori, le province e le classi dimensionali di appartenenza. Seppure solo il 10% delle imprese segnali un aumento del proprio giro d’affari, il dato rappresenta un miglioramento rispetto a quanto registrato nel primo semestre 2009 ma anche a fine 2009 (quando le quote furono, rispettivamente, del 5,1% e del 7%).
Se il fatturato del complesso dell’artigianato (-9,8% la variazione tendenziale) registra un sensibile miglioramento rispetto al I semestre 2009 e alla media del 2009 (-17,1% e -15,4% rispettivamente), lo deve principalmente alle flessioni meno decise, anche se consistenti, del manifatturiero (-8,6%) e dei servizi (-8,4%) mentre prosegue la crisi dell’edilizia (-12,4%). Una crisi che trascina in una spirale negativa tutti i settori afferenti alla filiera casa: -12,8% il vetro, ceramica lapideo e -11,2% il legno-mobili.
All’interno del manifatturiero le performance relativamente migliori sono quelle del sistema moda (-7,5%) e della metalmeccanica (-7,8%). Tra le altre manifatture, che registrano un complessivo -9,9%, preoccupa la crisi che ancora interessa l’oreficeria (-12,2%) e anche un settore tendenzialmente aciclico come l’alimentare (-7,9%). Tra i servizi flessioni molto consistenti si segnalano tra le riparazioni di beni personali e autoveicoli (-9,7%) e nei servizi alle imprese (-9,6%). Rispetto al primo semestre 2009, quando furono le imprese più strutturate a soffrire maggiormente, con l’inizio del 2010 la situazione torna ad evidenziare la consueta relazione negativa tra fatturato e dimensione aziendale.
Le imprese più piccole (1-3 addetti e 4-5 addetti) sono infatti quelle che soffrono maggiormente (-14,1% e -9,0% rispettivamente) mentre le più strutturate registrano flessioni più contenute (-7,4% oltre 9 addetti e -6,8% 6-9 addetti). Per quanto riguarda le province non si registrano particolari differenze con variazioni comprese tra i -12,5 punti percentuali di Grosseto ed i -8,6 di Arezzo. Occupazione e dinamica imprenditoriale Se il fatturato continua a flettere, rimane tutto sommato stabile il numero degli addetti (-0,1% pari a -384 occupati) alle imprese artigiane della Toscana nei primi sei mesi del 2010 rispetto a fine 2009.
A determinare questo risultato contribuiscono i servizi (+1,5% pari a +1.057 addetti) mentre in senso opposto operano le imprese afferenti all’edilizia (-0,9%, -1.190 unità lavorative) e al manifatturiero (-0,2%, -251). Va comunque considerato come la sostanziale tenuta dell’occupazione di questi ultimi mesi debba essere imputata sia alla forte componente di lavoro autonomo presente nell’artigianato sia al fatto che nella rilevazione si perde, ovviamente, il contributo occupazionale legato al saldo entrate-uscite delle imprese. Tra il 30 giugno 2009 ed il 30 giugno 2010, secondo la banca dati Infocamere-Stockview ed al netto delle (202) cessazioni d’ufficio, diminuisce (-0,2%, -487 unità) il numero di imprese artigiane della Toscana.
La flessione, a livello settoriale1, è determinata dal comparto manifatturiero (-1,0%, -412 unità) e da quello edile (-0,4% la variazione delle registrate, pari a -238 imprese negli ultimi 12 mesi); mentre avanzano i servizi (+0,4%, +98). All’interno del manifatturiero continua il ridimensionamento dei settori afferenti al sistema casa quali legno-mobili e la ceramica-vetro-lapideo (entrambi -3,9%). Arretrano anche l’orafo (-4,2%) ed il pelli-cuoio-calzature (-1,5%). Cresce, invece, il tessile-abbigliamento-maglieria (+2,2%, grazie al contributo delle aziende cinesi di Prato) e l’alimentare (+0,8%).
Per il terziario, avanzano i servizi alle imprese (+4,4%), quelli di ristorazione (+3,9%) ed i servizi alle persone (+1,0%) mentre flette il settore del trasporto merci e magazzinaggio (-4,4%). Tra le province arretrano molto Firenze, Pistoia (entrambe -1,2%) e Lucca (-1,1%) mentre avanza, grazie al contributo del settore abbigliamento, la provincia di Prato (+2,2%). Investimenti e Credito Nel I semestre 2010 il 12,4% delle imprese artigiane della Toscana dichiara di avere in corso programmi di investimento: un valore quasi doppio rispetto al medesimo periodo del 2009 (6,8%).
Si tratta di un valore decisamente più elevato rispetto a quello delle imprese che segnalano un aumento del fatturato: 5,1% nel I semestre 2009 e 10% nel I semestre 2010. In posizione migliore, rispetto alla media complessiva, troviamo il manifatturiero dove la quota di imprese attive sul versante degli investimenti tocca il 14,7%, con un picco del 20,2% nella metalmeccanica. Se i servizi (12,6%) registrano una media in linea con quella generale l’edilizia, con un 10,4%, tocca il valore più basso tra i diversi comparti.
Considerando la variabile dimensionale le quote di imprese con progetti di investimento in atto sono particolarmente consistenti, indipendentemente dai settori di appartenenza, nelle classi dimensionali più elevate: quasi un terzo delle imprese con oltre 9 addetti ha dichiarato di avere programmi di investimento in corso. Decisamente più bassa (8,6%) la quota di micro-imprese (1-3 addetti) che dichiarano di investire. I dati della Banca d’Italia segnalano come, pur rimanendo negativo (-1,1% la variazione tendenziale nel I trimestre 2010), si attenui la contrazione dello stock di prestiti concessi alle imprese artigiane della Toscana.
A determinare questo recupero contribuisce soprattutto il ritorno in positivo dei servizi (+2,2%). Per contro rimane ancora molto difficile la situazione del manifatturiero che, con un -3,7%, registra la quinta flessione tendenziale consecutiva. Stabile, invece, il credito concesso al settore delle costruzioni (+0,4%). La crisi fa peggiorare la qualità del credito concesso all’artigianato. Il rapporto percentuale tra sofferenze e prestiti raggiunge infatti il 7,6%, un valore nettamente superiore a quello del complesso delle imprese, artigiane e non, della Toscana (2,5%). Previsioni per il secondo semestre 2010 rispetto al primo semestre 2010 Le aspettative delle imprese relative al secondo semestre del 2010, rispetto al primo, segnalano il permanere della fase negativa.
Il saldo percentuale tra coloro che hanno dichiarato di aspettarsi un aumento del giro d’affari e coloro che prevedono una riduzione è migliorato passando dal -15,0% del II semestre 2009 al -0,6% del II semestre del 2010 con saldi che, però, divengono positivi solo per la metalmeccanica (2,4%) e le manifatture varie (1,9%). E’ interessante rilevare, sempre per quanto riguarda il fatturato, come circa un quarto delle imprese preveda, nel corso della seconda parte dell’anno, di aumentare il proprio giro d’affari.
Le previsioni sull’occupazione evidenziano maggiori criticità. Da un saldo, tra coloro che prevedono di aumentare la forza lavoro e coloro che prevedono di diminuirla, di -2,4 punti percentuali del II semestre 2009 si passa infatti ad un -4,2 per il II semestre 2010 a causa, soprattutto, delle attese particolarmente negative del settore dell’edilizia: -6,2 punti percentuali il saldo. Nel complesso cresce infatti la quota di imprese con addetti in diminuzione (dal 7% al 10%) mentre si riduce ancora la quota di imprese che prevedono la stabilità dei propri organici (dall’88% all’85%).
I commenti “La Toscana non è fuori dalla crisi e le imprese artigiane continuano a pagarne il prezzo - afferma l'assessore alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini-. Occorre puntare su strumenti per fronteggiare la crisi e rafforzare una rete di imprese che, in molti casi, costituisce un patrimonio di competenze e di posti di lavoro che non può andare disperso. Per questo, prosegue l’assessore, stiamo lavorando per rafforzare ancora gli interventi per sostenere il manifatturiero e mitigare i problemi della liquidità e del credito, rifinanziando i due fondi di garanzia.
Abbiamo deciso di costituire un fondo di 5 milioni per garantire prestiti alle aziende dell'indotto della siderurgia e, a fine settembre, presenterò un bando che favorirà la formazione di consorzi, reti di imprese e anche accorpamenti, utilizzando in maniera integrata le risorse del Fesr e del FSE”. “Alla luce dei seppur flebili segnali di miglioramento - spiega Roberto Nardi, presidente della Camera di Commercio di Livorno e Delegato di Unioncamere Toscana per il settore Artigianato - è essenziale che nell’erogazione del credito, il sistema bancario integri le informazioni contabili con un’attenta valutazione dei progetti d’investimento che, ovviamente, sono più rischiosi e più complessi che in passato.
E’ inoltre importante continuare a supportare tutte le iniziative che accrescano la competitività del sistema della piccola impresa attraverso virtuosi e premianti processi innovativi e di internazionalizzazione”. “I dati confermano le nostre preoccupazioni sulla gravità della crisi in atto - sottolinea Paolo Graziani della CGIL Toscana, in rappresentanza delle Federazioni regionali CGIL, CISL e UIL - sull’occupazione il lavoro svolto dalle parti sociali e il ruolo delle istituzioni toscane ha permesso di contenere gli effetti dirompenti della crisi sul tessuto sociale attraverso l’utilizzo degli ammortizzatori sociali.
Unitamente agli ammortizzatori ora sono urgenti politiche mirate che garantiscano alle piccole aziende la liquidità necessaria attraverso il credito per sostenere gli investimenti e mantenere l’occupazione”. “Una situazione ancora difficile, con dati che continuano ad essere fortemente negativi - spiega Fabio Banti, presidente di Confartigianato Imprese Toscana in rappresentanza di Confartigianato e Cna della Toscana -. Per il manifatturiero ed i servizi il grosso della selezione sembra compiuto, chi rimane è fortemente portato ad investire pur in una prospettiva di fatturato non particolarmente positiva.
In termini occupazionali il dazio maggiore continuano a pagarlo gli imprenditori: le cessazioni superano gli addetti espulsi dalle aziende. Un contesto che dovrebbe sollecitare nuove riflessioni sulle dinamiche a sostegno dello sviluppo della Toscana, magari interrogandosi su come questi dati si raccordino con le recenti dinamiche positive dell’export toscano e sulla necessità di non abbandonare chi sta continuando ad investire, nonostante tutto”. Nota statistica L’indagine congiunturale sull’artigianato toscano fornisce stime relative all’evoluzione del fatturato, degli addetti e dei programmi di investimento con un dettaglio di 13 settori 10 province.
L’individuazione della popolazione obiettivo dell’indagine, della strategia campionaria e l’analisi della qualità dei dati rilevati è stata effettuata Settore Sistema Statistico Regionale della Regione Toscana. La rilevazione sul I semestre 2010 ha riguardato un campione effettivo di 3.607 imprese artigiane toscane.