"Ripartire dai territori e andare dagli elettori a spiegare motivi e necessità di quanto accaduto ieri a Roma". Questa la prospettiva che il consigliere regionale e Coordinatore provinciale del Pdl fiorentino Nicola Nascosti, all’indomani dello strappo consumatosi tra Berlusconi e Fini, traccia per il suo partito a livello locale. "Apprezziamo la scelta fatta ieri dal presidente Berlusconi – afferma Nascosti – perché è chiaro che avanti così non si poteva andare. Da troppo tempo assistevamo a uno stillicidio che riguardava sì il livello nazionale, ma anche quello locale, con alcuni esponenti del Pdl che a più riprese si ponevano in maniera strumentalmente divergente rispetto alle linee del partito". "Ci fa piacere – prosegue Nascosti – apprendere che il patto con gli elettori sarà rispettato anche dai finiani e che si potrà dunque continuare a governare serenamente.
Anche a livello locale, però, ritengo che questa giornata possa segnare una ripartenza con rinnovato slancio". "Non è – spiega Nascosti – il momento di rimanere chiusi nelle nostre stanze. Al contrario: fin da subito dopo la pausa estiva sarà necessario convocare assemblee in tutto il territorio per spiegare le motivazioni e le necessità che hanno prodotto la dolorosa decisione assunta ieri sera a Roma dall’ufficio di presidenza del Pdl. Solo così potremo palesare ai nostri sostenitori ed elettori l’intendimento ad andare avanti con l’azione del governo nazionale, ma anche, a livello locale, con la nostra opera di opposizione stringente e puntuale". Ma il Pdl a Palazzo Vecchio rischia di perdere pezzi “I gravissimi provvedimenti presi dal ‘Direttorio’ del Pdl nei confronti del presidente Gianfranco Fini e dei parlamentari che a lui fanno riferimento smascherano definitivamente la natura illiberale di un partito che si professa paladino di democrazia e libertà.
C’è qualcosa di marcio alla radice del Pdl". Così Riccardo Sarra in una nota diffusa questa mattina. "Prima di tutto una grave concezione della moralità e della legalità per cui è proibito manifestare idee ma è ammesso non dimettersi e non deferire ai provibiri di fronte a gravi sospetti di reati contro la pubblica amministrazione e anche a condanne, seppur di primo grado. E ancora l’ignoranza della Costituzione e delle regole istituzionali che non prevedono la sostituzione del presidente della Camera" aggiunge il consigliere Pdl in Palazzo Vecchio. "Di fronte a questo scenario non è più possibile sottovalutare le difficoltà di una convivenza già per me da tempo molto molto problematica.
Nell’attesa delle decisioni nazionali stamani ho preavvisato il presidente del Consiglio comunale Eugenio Giani di una possibile evoluzione della mia situazione all’interno del Consiglio" termina Sarra. (mf)