Lo si legge in una nota dell'istituto bancario, presieduto dal 1990 dal coordinatore nazionale del Pdl, Denis Verdini, che stamani ha annunciato le proprie ''dimissioni irrevocabili'' da presidente e da componente del CdA. Il coordinatore PdL coinvolto nell'inchiesta su illeciti negli appalti pubblici, tra cui progetti sull'eolico in Sardegna, ha dato l'annuncio in una lettera: «Su di me tempesta mediatica». Lascia la Presidenza del Credito Denis Verdini, uno dei Coordinatori Nazionali del Popolo della Libertà, il giorno in cui ha avuto luogo il suo interrogatorio da parte dei pm della Procura di Roma nell'ambito dell'inchiesta sulla P3.
Voglio usare bene questo momento": ha detto così l'onorevole Denis Verdini prima di fare il suo ingresso nell'ufficio del procuratore aggiunto. Nei giorni scorsi il coordinatore del Pdl aveva parlato di 'ricostruzioni fantasiose' e 'tsunami mediatico', ma ora anche il compagno di partito Urso commenta: «Abbia lo stesso rispetto per il partito». Denis Verdini, Marcello Dell'Utri, Roberto Formigoni. E' una lista 'eccellente' quella degli interrogatori che sono stati messi in programma dagli inquirenti romani.
Accertamenti bancari sui conti di dieci persone e tre società che ruotano intorno a Denis Verdini ea sua moglie Maria Simonetti Fossombroni. L’Italia dei Valori Toscana prende atto delle dimissioni, per quanto tardive, che il Coordinatore nazionale del Pdl Denis Verdini ha rassegnato dal Cda e dalla presidenza del Credito Cooperativo Fiorentino. “Apprezzabile, sarebbe stato – commenta il Coordinatore dell’Idv Toscana, on. Fabio Evangelisti – che Verdini si fosse assunto anche la responsabilità politica di un passo indietro per quanto riguarda i suoi incarichi nel Pdl nazionale e, indirettamente, toscano.
Se, come dichiara lo stesso Verdini, le indagini che lo riguardano rischiano di gettare un’ombra sulla banca, mi sembra evidente quanto quest’ombra si proietti sulla sua azione politica. Anche se, di questi tempi, il Pdl, più che all’ombra, pare proprio immerso nelle tenebre, tra inchieste, dimissioni a catena e lotte intestine”. “Se non sbaglio – puntualizza Evangelisti - le riunioni e le cene con pregiudicati e faccendieri, Verdini le faceva nella sede del suo partito e non in quella della banca che, fino a venerdì scorso, presiedeva”.
“Del resto, persino all’interno del suo partito – conclude Evangelisti - la posizione di Verdini è ormai considerata indifendibile. Certo, anch’egli è innocente fino a prova contraria, ciò nonostante sarebbe doveroso che rassegnasse le sue dimissioni anche dal Coordinamento del Pdl. In attesa che la giustizia faccia il suo corso, quello che si pone è, infatti, un problema di opportunità politica”.