Approda nuovamente in Consiglio regionale la vicenda dell’inceneritore di Falascaia, in provincia di Lucca, dopo che lo scorso 8 luglio la Procura ha disposto il blocco e il sequestro dell’impianto per inquinamento ambientale. L’assessore regionale all’ambiente Annarita Bramerini ha risposto a due interrogazioni in materia presentate rispettivamente da Giuseppe Del Carlo (Udc) e da Monica Sgherri (Fed. Sinistra-Verdi).
Bramerini ha spiegato che il procedimento “riguarda la contaminazione da diossina e metalli pesanti del ruscello prospiciente l’inceneritore”, e che “la contaminazione di diossina è stata messa in relazione con la non corretta gestione e depurazione delle acque prodotte”. L’assessore ha anche spiegato che l’autorizzazione allo scarico dei reflui industriali dato dalla Provincia di Lucca sembra essere stata rilasciata a seguito di presentazione, da parte del gestore dell’impianto, “di perizia non rispondente alla situazione reale”.
Quanto al ruolo della Regione Toscana e di Arpat, l’assessore ha ricordato che l’Agenzia per la protezione ambientale ha effettuato controlli sull’intero corso del torrente suggerendo alla Provincia di attivare la procedura per inquinamento. Inoltre è stata proposta la costituzione di una commissione tecnica, composta dai tecnici delle amministrazioni locali e di Arpat, per “valutare complessivamente i fattori di pressione ambientale sull’area dell’impianto e la sua efficacia del funzionamento”.
Se dovessero emergere problemi la Regione non esclude di chiedere alle amministrazioni competenti di ordinare la chiusura di Falascaia. Infine, sostiene Bramerini, se le indagini dovessero sfociare in un processo penale la Regione Toscana si riserva di costituirsi parte civile. Giuseppe Del Carlo si è dichiarato insoddisfatto della risposta, perché “l’impegno della Giunta nella vicenda dell’inceneritore di Falascaia appare quantomeno tardivo, e questo può creare ripercussioni devastanti nell’opinione pubblica”.
“Due anni fa, a seguito di un altro episodio del genere – ha ricordato Del Carlo – si era già parlato di questa commissione tecnica, che mi aspettavo nel frattempo fosse diventata già operativa, e mi aspettavo che la Regione avesse già messo in piedi una cabina di regia per controllare anche l’operato della Provincia”. Monica Sgherri ha invece evidenziato “il grosso limite di permettere l’autorizzazione di impianti altamente inquinanti sulla base di autocertificazioni e non di controlli preventivi”.
“E’ già la seconda volta che sorgono problemi con le autocertificazioni – ha commentato Sgherri – e dovremo appurare se ci sono omissioni di controllo da parte della Provincia oppure se il limite è nella normativa, a questo punto da modificare”. (cem)