Firenze– L’Assessore all’Ambiente, Anna Rita Bramerini, ha riposto a due interrogazioni urgenti prsentate rispettivamente da Giuseppe Del Carlo (Udc) e Monica Sgherri (Prc) sulle vicende legate all’inceneritore di Falascaia (Pietrasanta), al centro di un’indagine della Procura di Lucca per un’ipotesi, da accertare, di “gestione fraudolenta dell’impianto”. “Alla luce di quanto è successo – ha affermato Bramerini - stiamo definendo con Arpat più incisive modalità di controllo, per dotare l’Agenzia di una task force specializzata in inceneritori, con strumenti di monitoraggio di ultima generazione e un sistema centralizzato di gestione dei dati raccolti”.
L’assessore ha quindi ricordato la visita fatta all’impianto spiegando all’Aula che in quell’occasione, accompagnata da tecnici Arpat, ha potuto ispezionare tutti i locali al centro della “delicata inchiesta giudiziaria per sforamenti dei limiti di legge nelle emissioni tra il mese di giugno e luglio”.
E anche in conseguenza di quella visita, Bramerini ha ribadito “la necessità di applicare in fretta le linee guida sugli impianti di incenerimento che la Regione ha approvato e che sono diventate operative da agosto”. “Si tratta – ha ricordato - di uno strumento importante che fornisce nuove possibilità di controllo a Province e Arpat offrendo modelli di gestione efficaci alle aziende, mutuati dai migliori impianti italiani e europei”.
L’assessore ha quindi informato l’Aula della “disponibilità manifestata da Veolia (l’azienda che ad oggi gestisce l’impianto ndr) alla massima collaborazione e disponibilità verso le istituzioni in merito ai controlli sulle emissioni e alla trasparenza nella comunicazione dei risultati delle analisi”.
In particolare, Bramerini ha ribadito “l’obbligo nella nostra direttiva di mettere dei display nei luoghi accessibili al pubblico che indichino i valori di emissione degli impianti con la previsione di sanzioni in caso di inottemperanza”. “Abbiamo appreso dall’assessore che sulle emissioni degli inceneritori si applica l’autocontrollo, e che le verifiche pubbliche sono annuali. Dopo i fatti del Pollino, però, si è proceduto alla creazione di task force per effettuare un monitoraggio quasi costante da parte di Arpat: ciò significa che prima i controlli non si erano fatti”.
Giuseppe Del Carlo, Udc, ha replicato così a Bramerini, rimarcando che “evidentemente qualcosa non ha funzionato nel sistema pubblico delle verifiche”. Per Del Carlo, che chiedeva nell’interrogazione, tra l’altro, chiarimenti sulle misure di controllo da parte dei soggetti preposti e sui provvedimenti necessari per evitare il ripetersi di casi analoghi, il problema che si è venuto a creare “non riguarda solo i cittadini del comprensorio della Versilia: fatti come questi diffondo allarmismo in tutta la popolazione”, rispetto alla costruzione di impianti di smaltimento ritenuti necessari per trattare una parte dei rifiuti urbani non differenziati.
Monica Sgherri, che nell’interrogazione ricordava anche l’aumento dei casi di tumori alle vie respiratorie che sarebbero stati registrati nella zona di Pietrasanta, si è detta soddisfatta della risposta dell’Assessore, rimarcando “il punto centrale della veridicità dei dati di emissione trasmessi con un metodo che la legge europea e nazionale vuole affidato all’autocertificazione”. “La Regione fa bene ad annunciare che si costituirà parte civile – ha detto la consigliera -, ma è evidente che il problema non è solo la quantità dei controlli, ma la loro qualità”.
Sgherri ha concluso ribadendo l’importanza di uno dei punti evidenziati nell’interrogazione sul quale Bramerini ha confermato la disponibilità della Regione: “E’ importante avviare un’indagine epidemiologica nella zona”.
Le Associazioni della Valdisieve si chiedono se la procedura di autorizzazione integrata ambientale per il nuovo inceneritore di Rufina, seguirà le stesse orme della VIA (Valutazione Impatto Ambientale) conclusasi un anno fa con pronuncia positiva, senza alcuna analisi di alternative tecnologiche o alternative di localizzazione.
"La richiesta di valutazione d’impatto ambientale, del 2006, è stata presentata come ampliamento dell’impianto attuale da 9.000 tonnellate annue, anziché la valutazione d’impatto ambientale di un NUOVO impianto,quello previsto sarà da circa 68.500 tonnellate annue, pari a una capacità di smaltimento 7 volte maggiore -spiega Mariarita Signorini per il Gruppo di lavoro energia di Italia Nostra nazionale- In realtà si va a realizzare un nuovo impianto, in quanto sotto il profilo urbanistico ed edilizio è una nuova costruzione, con impegno di nuovo suolo, infatti la superficie coperta passerebbe dagli attuali 337 mq, a circa 4628 mq, con un aumento pari a oltre 11 volte l’attuale, con la rimozione completa delle attrezzature impiantistiche esistenti e conseguente maggior carico urbanistico della zona.
“Le preoccupazioni del mondo ambientaliste e del Comitato Valdisieve sono le nostre”.
Questo quanto affermano Luca Ragazzo, Capogruppo dei Verdi in Consiglio provinciale, Tommaso Grassi e Annalisa Pratesi, Portavoce Provinciali Verdi di Firenze. Da tempo sosteniamo le medesime cose in pieno accordo con i cittadini della Valdisieve: gli impianti sono ovviamente necessari per lo smaltimento residuale dei rifiuti indifferenziati, ma è necessario che essi siano ridotti al minimo, come numero e come dimensioni, intervenendo a monte con un capillare lavoro di riduzione dei rifiuti e raccolta differenziata, che l’Amministrazione provinciale, guidata da Matteo Renzi, si è rifiutata sistematicamente di promuovere e sostenere.
Inoltre, si devono valutare le alternative tecnologiche all’incenerimento tradizionale e porre attenzione a non creare, con localizzazioni infelici, impatto su aree di pregio ambientale, agricolo e paesaggistico, come nel caso di Selvapiana o fragili dal punto di vista idrogeologico (siamo in una cassa di espansione fluviale). I Verdi in Provincia continueranno ad incalzare l'Amministrazione, non solo con le critiche ma con, coerenti e documentate, controproposte alternative.