Regione e Provincia di Massa Carrara potrebbero costituirsi parte civile nell'eventuale giudizio a conclusione dell'inchiesta sugli appalti per il carcere di Massa. Ad annunciarlo è l'assessore alle attività produttive, formazione e lavoro Gianfranco Simoncini che sta seguendo, insieme alla Provincia, gli sviluppi della vicenda. Nel corso dell'inchiesta infatti è emersa, fra l'altro, l'ipotesi di illeciti legati alla gestione di un progetto finalizzato alla formazione e al lavoro dei detenuti finanziato dalla Provincia con risorse del Fondo sociale europeo. «A tutela dei cittadini e delle risorse pubbliche investite nel progetto - spiega Simoncini - considerando anche la particolare condizione di svantaggio dei soggetti destinatari dell’intervento, ci riserviamo, in caso di un eventuale rinvio a giudizio dei soggetti coinvolti nell’inchiesta, di proporre alla giunta regionale la possibile costituzione della Regione come parte civile».
L'iniziativa, precisa l'assessore, è condivisa e concordata anche con l’assessore al lavoro della Provincia di Massa Carrara Raffaele Parrini. Il progetto in questione è un intervento integrato finanziato dal Fondo sociale europeo, gestito da Livorno Sviluppo Spa (società in housing della provincia di Livorno) che coinvolge le cinque province costiere (Massa, Pisa, Livorno, Grosseto, Lucca) che lo hanno cofinanziato con proprie risorse. Importanti le finalità sociali del progetto, che sono quelle di prevenire e combattere l'emarginazione delle lavoratrici e dei lavoratori più svantaggiati attraverso azioni formative e di politica attiva del lavoro.
Gli interventi previsti si rivolgono a soggetti in condizione di svantaggio, specificamente individuati a seconda delle diverse realtà provinciali e dei diversi target individuati (ad es: Pisa si rivolge ad immigrati, Grosseto a donne immigrate e a Massa ai detenuti, appunto). Barbara Cremoncini