FIRENZE- L’esempio più avanzato di carcere a custodia attenuata in Toscana finora era quello di Solliccianino a Scandicci e di Empoli. Il progetto presentato stamani per la piccola casa circondariale di Massa Marittima costituisce un ulteriore passo in avanti. Anche lì, come a Scandicci, tra detenuti e autorità carceraria sarà stipulato una sorta di patto. Obiettivo: rendere ancora più rapido il recupero e il reinserimento nella società. “Quella di Massa Marittima è la prima esperienza del genere in tutta Italia, una sorta di progetto pilota” commenta il vicepresidente della Toscana Angelo Passaleva, anche lui a Massa Marittima in palazzo comunale per la presentazione stamani del progetto.
”Si tratta di un carcere assolutamente innovativo ed aperto all’esterno - spiega - Per i detenuti ci saranno corsi di formazione e laboratori artistici, ma anche vere esperienze di lavoro, graduali, al di fuori della struttura carceraria. E questo grazie appunto al coinvolgimento di associazioni di volontariato e cooperative presenti sul territorio. La vera novità sarà infatti la creazione di una sorta di ‘comunità penitenziaria aperta’”. Il detenuto potrà diventare un falegname od un bravo artigiano.
C’è chi, come il consorzio Con-Arte, lavorerà appunto sui mestieri che stanno oramai scomparendo. Ci sarà spazio anche per l’agricoltura, per il cinema, per il teatro e per la musica: il carcere non solo fruirà dei servizi presenti sul territorio, ma li potrà anche erogare. E a seguire i detenuti non mancheranno psicologi ed esperti di risorse umane. Oltre a Con-Arte sono già coinvolte le cooperative sociali “Arcobaleno” e “Il nodo”, l’Arci e il gruppo di solidarietà Heos.
il Comune, la conferenza dei sindaci di zona e il Centro territoriale permanente per l’istruzione e la formazione in età adulta di Follonica. “In cambio – prosegue Passaleva – ai carcerati sarà chiesto naturalmente di rispettare un programma ben definito”. A Solliccianino, dove i detenuti possono circolare liberamente all’interno della struttura durante tutto il giorno e dispongono di celle singole, il primo impegno è quello di completare il ciclo di studi della scuola dell’obbligo.
Gli ospiti di Massa Marittima, al massimo una quarantina, saranno evidentemente selezionati: non tutti potranno accedere alla casa circondariale. Avranno la precedenza i carcerati condannati non a pene gravi o che devono scontare gli ultimi anni di fine pena. “Il maggior problema dei carceri oggi è il sovraffollamento – conclude il vicepresidente Passaleva – Migliorare il reinserimento dei carcerati nella società, riuscire a meglio motivarli può servire a diminuire il rischio di recidiva e quindi fornire anche un piccolo contributo a risolvere questo problema.
La Costituzione ci ricorda che il carcere non è solo pena, ma anche recupero. Nei mesi scorsi si è esteso in Toscana, da Firenze a Pisa e Siena, il polo universitario penitenziario regionale.Per questo abbiamo creduto anche in questo progetto triennale di inclusione sociale, che la Regione ha approvato lo scorso marzo ed ora sta finalmente partendo. Massa Marittima farà da apripista: i frutti potranno essere in futuro raccolti anche da altri carceri in Italia. Non a caso da parte del Ministero di grazia e giustizia c’è stato un vivo interesse ed una fattiva collaborazione con il provveditore regionale dell’amministrazione penitenziara Massimo De Pascalis”.
Toscana, regione italiana a più alta concentrazione di istituti penitenziari
La Toscana accoglie tutte le tipologie di istituti:
12 case circondariali: Arezzo, Empoli, Firenze Sollicciano, Firenze “Mario Gozzini”, Grosseto, Livorno, Lucca, Massa Marittima, Pisa, Pistoia, Prato, Siena.
La “Mario Gozzini” a Firenze e la struttura di Empoli (ed ora anche Massa Marittima) sono case a custodia attenuata.
5 case di reclusione: Gorgona, Massa, Porto Azzurro, San Gimignano e Volterra.
1 ospedale psichiatrico giudiziario: Montelupo
2 case mandamentali: Pitigliano (che ospita semiliberi) e Pontremoli (condannati fino a due anni). La prima dipende dalla direzione di Grosseto, l’altra da quella di Massa.
Tre carcerati su dieci studiano.
Lo scorso dicembre su 3.886 detenuti presenti nei vari istituti toscani 1.128 erano impegnati in attività di studio: il 29 per cento, quasi tre carcerati su dieci, di cui oltre un terzo (436) stranieri. La percentuale delle donne sale leggermente: il 32 per cento. Sempre a dicembre del 2002 erano 52, su 162 detenute: 22 erano straniere, abbondantemente oltre un terzo. Due delle 52 frequentavano l’università.
Le presenze nelle carceri: situazione al febbraio 2002
ITALIA
Capienza: 42.065
Presenze: 56.368
Sovraffollamento: 14.303 (34%)
TOSCANA
Capienza: 3.283
Presenze: 4.027
Sovraffollamento: 744 (23%)