Quasi trecento persone si sono iscritte al convegno ”Diritto alla salute delle persone detenute. Superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Ruolo delle Regioni”, attualmente in corso presso l’Opg di Montelupo.
Obiettivo di questo appuntamento promosso da Forum per la Salute in Carcere, Regione Toscana, Provincia di Firenze e Comune di Montelupo è riaprire un dibattito sulla situazione degli Opg e formulare una proposta di riforma di queste strutture.
L’idea elaborata dal Forum è stata illustrata da Alessandro Margara, presidente della Fondazione Michelucci.
Muovendosi entro i parametri fissati dall’attuale legislatura, è possibile sostituire gli OPG con una rete di piccole strutture da realizzare in ogni Regione, con diversa intensità della misura di custodia.
In sostanza si prevede una maggiore delocalizzazione delle strutture ed una partecipazione importante delle Aziende Sanitarie nella loro gestione.
Per Leda Colombini, presidente del Forum “per proporre un percorso di superamento degli ospedali psichiatrici è necessario intraprendere la strada del recupero sociale e possibilmente far mutare le condizioni di curabilità delle persone”.
La realtà di Montelupo è pilota in questo senso perché da anni sono stati avviati progetti di reinserimento sociale e laboratori di vario genere con l’obiettivo di avvicinare la popolazione alla struttura e di far si che al momento che gli internati hanno scontato la loro pena non siano alieni in un mondo sconosciuto.
Non è un caso che questa realtà sia stata scelta come sede del Convegno.
Massimo De Pascalis, Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per la Toscana, spinge ancora l’acceleratore proponendo di estendere anche all’Opg di Montelupo le sperimentazioni di carcere alternativo attualmente in atto per altre realtà come Volterra, Prato o Massa Marittima.
Un plauso all’iniziativa e la conferma dell’interesse del Ministero alla proposta discussa nel corso del Convegno arriva anche da Luigi Manconi, sottosegretario alla Giustizia.
“Il progetto corrisponde ad una politica delle pene intelligente e razionale per cui la reclusione è la soluzione ultima per gli internati che rappresentano una minaccia per la società. La proposta presentata oggi è pragmatica, cerca una soluzione partendo dallo stato di fatto, ma è fondamentale chiedersi se gli Opg devono continuare ad esistere. I tempi di realizzazione del progetto non sono brevi e in attesa che la proposta diventi operativa è necessario che le strutture superino se stesse ed avvino percorsi virtuosi e progetti di reinserimento sociale.
Detto questo è urgente che le Istituzioni ed in particolare la Commissione per la riforma del Codice Penale si mettano a lavoro”.