Lavorare meno, lavorare tutti. Sono 770 i lavoratori di aziende in crisi che, pur aderendo ai contratti di solidarietà e lavorando un numero di ore inferiore allo standard, riceveranno comunque uno stipendio dignitoso e, soprattutto, conserveranno il loro posto di lavoro. Le aziende interessate, in tutto 16, riusciranno in questo modo a salvaguardare l'attività produttiva che, sia pure in maniera ridotta, potrà continuare in attesa di tempi migliori. Tutto questo avviene grazie al contributo della Regione, che ha stanziato in due anni poco meno di 3 milioni di euro per un fondo destinato all'integrazione degli stipendi dei lavoratori che aderiscono ai contratti di solidarietà. Il decreto che dà il via libera alle prime domande ammesse al contributo è già stato approvato e, a giorni, cominceranno a partire i pagamenti.
La Regione erogherà i contributi direttamente alle aziende, che provvederanno all'integrazione nella busta paga del lavoratore. L'entità del contributo è variabile e dipende dalla percentuale oraria del contratto. A questa prima tranche di contributi ne seguiranno altre. Il bando è ancora aperto: altrettante domande sono in fase istruttoria. Una volta esauriti i fondi, il provvedimento verrà rifinanziato e sarà aperto un nuovo bando. "Credo che la partenza di questo strumento, che la Regione Toscana è stata fra le prime in Italia a prevedere - commenta l'assessore alle attività produttive, lavoro e formazione Gianfranco Simoncini – sia un fatto importante.
Perchè ci permette di guardare oltre la pur essenziale funzione dell'ammortizzatore sociale, sostenendo il reddito del lavoratore ma, nello stesso tempo, aiutando le aziende a tenere testa al mercato. Mantenendo comunque il lavoratore legato, sia pure in forma ridotta, alla produzione, si evita la dispersione di un patrimonio di professionalità e competenze che si sono formate, spesso, nel corso di anni da parte di lavoratori e lavoratrici all'interno della stessa impresa". I contratti di solidarietà sono ammortizzatori sociali ma, rispetto alla Cassa integrazione straordinaria e alla mobilità, permettono di scongiurare i licenziamenti e tutelano il patrimonio industriale in un momento in cui si continua a registrare una pesante caduta dei volumi produttivi.
"Grazie a questa formula però – osserva ancora Simoncini – possiamo mantenere intatte le risorse umane, risorse molto spe sso di altissimo valore. Sono risorse di cui avremo bisogno per innescare la ripresa e fare in modo che la Toscana esca dalla crisi diversa e più forte da come ci è entrata. Lo sviluppo ha bisogno, oggi più che mai, di qualità e competenza". Come funzionano Esistono due forme di contratto di solidarietà, quelli finalizzati al mantenimento del posto di lavoro e quelli finalizzati all'espansione delle aziende, con ampliamento degli organici.
Questi contratti sono frutto di contrattazioni fra le parti sociali e devono essere autorizzati dal ministero del lavoro, che corrisponde quindi ai lavoratori una somma a titolo di ammortizzatore sociale in relazione al numero di ore di solidarietà effettuate. Il contributo della Regione Toscana va ad aggiungersi a quanto erogato dal Ministero. Ecco l'elenco delle imprese coinvolte:
- ÇG.G. MACCHINE DI GHERARDI TIZIANO (Firenze)
- TMM SRL (Pisa)
- MITSUBA ITALIA SPA (Pisa)
- DL SERVIZI INDUSTRIALI SRL (Livorno)
- METAWARE SPA (Pisa)
- NUOVA CEV (Firenze)
- INDUSTRIA CALZATURIERA MARROS (Pisa)
- SALVATORE FERRAGAMO ITALIA SPA (Firenze)
- STILE DI NIDIACI E C.
SNC (Firenze)
- PELLETTERIA LUCY DI LUCIANA UGOLINI (Firenze)
- QUERCIOLAIE RINASCENTE SC (Siena)
- CONCERIA SIRTE (Pisa)
- CONCERIA ANTIBA (Pisa)
- CODYECO SPA (Pisa)
- CALZATURIFICIO DUE ELLE SPA (Firenze)
- LMF BIOKIMICA (Pisa)