Nove milioni di euro d'investimenti, oltre cento nuovi posti di lavoro, sette nuove aree di business, una previsione di crescita occupazionale di oltre il 60% in quattro anni, una previsione di crescita dei ricavi superiore al 100%. Questi, in sintesi, i numeri del piano industriale quadriennale del Gruppo Nieri, presentato questa mattina a Firenze, al Grand Hotel Baglioni. Relatori Alberto Nieri, presidente del Gruppo industriale, e Ciro Lenti, docente all'Università di Pisa e redattore del piano quadriennale.
Al centro del dibattito, il momento opaco del settore degli imbottiti in Italia e le soluzioni che, come ha detto Alberto Nieri, «se non giungono dalle istituzioni e dagli attori socio-economici, non possono che trovare un traino vitale dagli imprenditori stessi, che però oggi sono lasciati soli». La crisi del mobile italiano, lo scenario internazionale, le risposte concrete per battere la crisi e tornare a rendere dignità al "Made in Italy". Questi i temi trattati durante il convegno "Nieri Start.
Your life. Your world". Partendo dalla presentazione del piano industriale quadriennale del Gruppo (171 dipendenti e un fatturato di 13 milioni di euro nel 2009), la discussione si è incentrata sulle possibilità che questo piano può dare all'intero settore dell'arredamento italiano. «Si tratta certamente di un intervento che può essere ripreso, pari pari, da altre realtà imprenditoriali. Noi ci siamo messi in gioco; chi vuole bene al "Made in Italy" faccia altrettanto», dice Alberto Nieri. Lo scenario economico Nel solo 2009, i tradizionali mercati di sbocco del mobile italiano hanno fatto segnare cali importanti.
Germania e Francia, i principali mercati esteri italiani, hanno segnato una diminuzione del 9 e dell'11%. La crisi ha fatto letteralmente evaporare alcuni mercati (Regno Unito -33%, USA -32%, Spagna -33%, Russia -34%) e il fatturato alla produzione dell'intera filiera (legno-arredamento) è diminuito di circa il 18%. L'export è calato del 22%, i consumi interni sono diminuiti del 15%. Le aziende che hanno cessato l'attività sono oltre 1.800 (2,4% del totale) con una perdita occupazionale di 12.700 addetti (3,1% del totale).
«È vero che gli ammortizzatori sociali hanno frenato l'emorragia -commenta Nieri-, ma nonostante ciò le perdite occupazionali sono state gravi, specialmente per le imprese sotto i 16 dipendenti, che rappresentano il 90% del comparto». Il piano industriale Presentato pubblicamente per la prima volta negli 80 anni di storia del Gruppo, il Piano Industriale «rappresenta un'ulteriore manifestazione del collante con il territorio e più precisamente con il comprensorio di settore» ed è stato presentato a tutti gli stakeholders (banche, imprese, pubblica amministrazione, attori sociali) quale modello d'intervento che permetta al divano italiano di uscire da una crisi che pare pesante ma non irreversibile e rappresenti, inoltre, un patto che l'azienda, anno per anno, rinnova con i soggetti socio-economici in gioco.
La durata è quadriennale per coprire i tre anni garantiti dai Contratti di Solidarietà (CdS), che sono alla base della crescita occupazionale del piano, e ripartire nel quarto anno a pieno regime. Di fatto, stando alle stime, i lavoratori del Gruppo Nieri (tra tipici, atipici e l'indotto) passeranno dagli attuali 171 a 280, con un incremento di 109 unità. L'investimento totale è di 9 milioni di euro che andranno a toccare sia le cinque linee produttive esistenti sia l'apertura di sette nuove Aree d'affari.
Nel dettaglio, oltre 6 Ml di euro saranno investiti nel core business aziendale (mobili imbottiti e interni per yacht); circa 1,5 Ml milioni di euro nel sector based (Nieri Motorhome, Hotel Contract, Swinging Mockup, Nieri Driver); circa 900mila euro nel settore energia; oltre 350mila euro nel settore advanced (B2C e Business Intelligence). Il 70% del totale investimenti, dunque, sarà destinato al "core business" e il resto per le tre aree innovative introdotte in parte perché sono collegate al "core business", in parte per rispondere alle esigenze di crescita e d'impatto ambientale.
Il piano industriale mira sia ad aumentare la presenza commerciale del Gruppo in aree con mercati consolidati (Russia, Medio Oriente, Europa, Asia), sia ad aprire nuovi mercati come quello cinese e sub-sahariano. «Gli obiettivi di questo piano -è il commento di Alberto Nieri-, che a un'analisi superficiale possono sembrare troppo ottimisti, in realtà non sono altro che il riappropriarsi di volumi che erano già nelle performances del Gruppo in anni recenti». Il Gruppo Industriale Nieri Il Gruppo Industriale Nieri è leader nel settore dell'arredamento domestico e nautico di fascia alta ed esporta in oltre 50 Paesi in tutto il mondo.
I mercati principali sono in Germania e in Russia, ma l'azienda commercia anche con Africa Sub Sahariana, le ex repubbliche sovietiche, Thailandia, Qatar, Cina, Vietnam, India, Stati Uniti, Brasile. Fondata nel 1929 come piccola realtà artigianale, l'azienda è cresciuta negli anni fino a diventare un fiore all'occhiello del Made in Italy conosciuto in tutto il mondo. Tutte le fasi di progettazione e produzione si svolgono rigorosamente in Italia, o meglio in Toscana. Il gruppo Nieri, che ha la sede operativa a Quarrata, in provincia di Pistoia, è presieduto da Alberto Nieri, nipote del fondatore Gino.
Tutti i prodotti firmati Nieri si contraddistinguono per l'alta qualità dei prodotti, il design ricercato e la distribuzione che avviene attraverso il network mondiale della Nieri Galleria e Studio, dei "negozi nel negozio", che consentono di portare l'impronta toscana in ogni angolo del pianeta. Il Gruppo Nieri comprende le linee: Nieri Galleria, Nieri Timeless, Nieri Domani, Nieri Accessori e Nieri Nautica. Silvia Perfetti