Una città a “misura di impresa”, in cui il tessuto economico trovi le condizioni per svilupparsi e radicarsi con dignità, in cui le ragioni del fare impresa non siano contrapposte a quelle della popolazione residente ed in cui artigianato, commercio e industria abbiano pieno diritto di cittadinanza. E’ questa l’idea di città che reclama il sistema imprenditoriale fiorentino e che Cna Firenze ha presentato oggi nell’ambito del convegno “Le imprese alla ricerca della città”, davanti al vicesindaco Dario Nardella e all’assessore comunale alla Mobilità Massimo Mattei. Un’idea però ancora troppo distante dalla realtà e che Cna chiede di realizzare con urgenza. La sensazione infatti è che, nell’ultimo decennio, l’impresa sia stata percepita come generatrice di fastidi e fonte di problemi più che come risorsa da valorizzare ed elemento sui ci scommettere per incrementare la competitività. Sensazione avvalorata, secondo Cna, dalla programmazione commerciale messa in atto, che ha penalizzato il commercio di vicinato a favore della grande distribuzione, dalla mancata tutela delle botteghe storiche, dalla rendita immobiliare, dai disagi legati alla mobilità e alla logistica che non agevola gli approvvigionamenti.
Elementi, questi, che alla lunga hanno spinto sempre più imprese ad abbandonare Firenze e a preferire la ricollocazione in altri territori, impoverendo il tessuto economico cittadino. Anche i dati pubblicati dalla Direzione Sviluppo Economico del Comune, e relativi all’andamento economico della città di Firenze nel periodo 1999 -2008, confermano questa sensazione. A soffrire maggiormente per la situazione è stato il settore manifatturiero. Se nel 1999 le imprese manifatturiere rappresentavano il 16% delle imprese totali, nel 2008 il loro peso è sceso al 12,2%, registrando una perdita di 810 unità (pari al 15%), per lo più nel settore moda e nella meccanica. Anche il commercio ha subito una significativa perdita di unità (-4,1%), passando dal 35,5% al 30,7% del totale delle imprese.
Tassi di crescita hanno invece contraddistinto il settore edile che, nel 2008, ha segnato un più 53,3% di imprese attive rispetto al 1999, favorito dallo slancio del mercato immobiliare, a sua volta cresciuto, nello stesso arco di tempo, del 30,2%. I dati camerali relativi al primo trimestre 2010 confermano questo trend e mostrano un saldo negativo tra iscrizioni e cessazioni di attività (-119 imprese). A fronte, infatti, di 978 iscrizioni, le cessazioni al 31.03.2010 risultano 1097. Ma, per la prima volta, alla tendenza negativa confermata nel manifatturiero e nel commercio, si aggiungono allarmanti segni di cedimento anche nel settore edile.
Se questa è la situazione, allora diventa fondamentale muoversi rapidamente per affermare una nuova e diversa visione di Firenze. Per recuperare il gap tra ciò che Firenze è e ciò che invece dovrebbe essere, l’associazione ritiene essenziale non sprecare l’opportunità offerta dall’adozione del prossimo Piano Strutturale. Le scelte che l’amministrazione comunale fiorentina si prepara ad adottare condizioneranno il volto della città per i decenni a venire. Sotto questo aspetto il punto cruciale del Piano Strutturale sarà indubbiamente rappresentato dal nodo della mobilità, infrastrutture e trasporti.
Per Cna, che nel comune di Firenze associa più di 5.000 imprese, la priorità è quella di ridefinire le strategie di accesso al capoluogo ed individuare e realizzare una politica organica in grado di accogliere e canalizzare i flussi di mobilità da e per la città. Per fare questo è necessario integrare la scelta della realizzazione dell’Alta Velocità con una valida rete metropolitana su ferro, capace di collegare efficacemente l’Area Vasta Firenze-Prato-Pistoia e consentire una più rapida connessione tra Firenze e l’area Empolese.
Nell’ottica, poi, della valorizzazione di Peretola e della sua integrazione con il Galileo Galilei, Cna ritiene necessaria la realizzazione di un collegamento rapido Firenze–Pisa con cui scongiurare l’ipotesi, una volta completato il sottoattraversamento dell’Alta Velocità, di un vero e proprio monopolio bolognese nei traffici aerei. Per quanto riguarda infine l’accesso e la viabilità del centro storico, per l’associazione esiste un’unica soluzione in grado di conciliare gli interessi delle attività commerciali e artigianali presenti con il diritto dei residenti alla vivibilità, ovvero la realizzazione di alcuni parcheggi, da troppo tempo all’ordine del giorno e ancora più che incompiuti, primo tra tutti quello interrato di piazza del Carmine.