Interviene la Presidente delle estetiste della CNA Toscana, Iris Incerti, a seguito della trasmissione “Porta a Porta” andata in onda nei giorni scorsi su RAIUno. Nel corso della serata, incentrata sul triste caso della donna di 35 anni entrata in coma a seguito di un intervento di chirurgia estetica in una casa di cura (e non in un centro estetico!) non autorizzata in Campania, sono state mostrate le immagini di un centro estetico nel quale venivano proposti, ad una giornalista che si fingeva cliente, trattamenti a base di iniezioni di botulino. “Ancora una volta – afferma la Presidente delle estetiste della CNA Toscana – abbiamo assistito ad un vero e proprio linciaggio mediatico dove, a partire da un unico filmato, si è fatto più o meno intenzionalmente un processo sommario a tutta la categoria delle estetiste.
A poco sono valse le parole del conduttore, Bruno Vespa, che ha sottolineato come la nostra sia una categoria rispettata e seria. La maggior parte della platea degli ospiti, composta anche da chirurghi estetici, oltre che dal Sottosegretario alla Salute Francesca Martini, si è infatti affrettata a rimarcare più volte la serietà della classe medica, mentre non una parola è stata spesa a tutela delle estetiste!”. “Vogliamo ribadire - prosegue Iris Incerti – che le estetiste sono professioniste serie, con competenze tecniche che derivano da percorsi di studio accreditati definiti dalle Regioni.
I nostri centri, dal punto di vista della sicurezza e dell’igiene, rispettano parametri che in certi casi, come ad esempio in Toscana, sono comparabili se non addirittura superiori agli studi medici. Ogni anno le estetiste investono importanti risorse in aggiornamento professionale ed in sicurezza, proprio per fornire alla clientela i migliori servizi estetici, con la massima tutela e serietà”. “Non accettiamo - conclude la Presidente delle estetiste della CNA Toscana – di essere infangate in questo modo e di essere messe sullo stesso piano di questi “pseudo-centri”, spesso abusivi, che discreditano il buon nome della categoria e rappresentano una forma di grave concorrenza sleale”.