E’ previsto per venerdì 30 aprile il termine per la presentazione delle domande per l’ottenimento della qualifica di restauratore. A pochi giorni dalla scadenza le imprese del settore sono ancora in grosse difficoltà e molte rischiano di non riuscire a conquistare il titolo che permetterà loro di continuare a lavorare. Principale accusata, ancora una volta, la eccessiva complessità della normativa di riferimento, spesso contraddittoria e per alcuni versi inapplicabile. I numerosi e frequenti ritocchi apportati alle sue disposizioni nel corso degli ultimi mesi hanno contribuito, infine, a rendere la procedura di compilazione della domanda ancora più difficoltosa ed incerta. Questi motivi hanno spinto CNA Firenze, insieme al livello nazionale, a presentare al ministro Bondi richiesta formale di proroga al termine di scadenza. Secondo l’Associazione la proroga è resa necessaria anche a causa dei ricorsi, alcuni dei quali presentati dalla stessa CNA, al momento pendenti presso il Tribunale Amministrativo del Lazio e che saranno discussi, nel merito, il prossimo 11 maggio. “I nostri legali hanno presentato un'istanza di sospensione del Bando in via cautelare ed urgente.
E questo anche a fronte dell'impegno assunto dall’Avvocatura dello Stato ad una proroga della disciplina a data successiva all’11 maggio ed invece ottenuta soltanto fino al 30 aprile” è il commento di Simone Beneforti, presidente Unione Artistico di CNA Firenze. Ad alimentare le preoccupazioni delle imprese c’è anche l’eventualità che, in caso di positivo accoglimento dei ricorsi proposti, la procedura per l’ottenimento della qualifica sia da rifare ex novo. CNA Firenze stenta, infine, a comprendere il rifiuto del Ministero dei Beni Culturali ad aprire un tavolo di trattativa con le associazioni di rappresentanza delle imprese e a ridiscutere le parti della normativa, a detta dell'associazione, "palesemente incostituzionali, penalizzanti ed ingiuste nei confronti delle aziende artigiane interessate dalla vicenda". “Sono in pericolo centinaia di aziende artigiane che oggi operano sul nostro territorio con grande competenza nel restauro dei beni tutelati dalle Sovraintendenze.
Un patrimonio che rischia di essere falcidiato da una legge che, con un po’ di buon senso, potrebbe essere migliorata e contribuire, realmente, al processo di qualificazione del settore” conclude Beneforti.