Sono iniziate nelle prime ore di questa mattina le operazioni di sgombero dello spazio multiculturale, conosciuto come “Mercatino multietnico” in lungarno Pecori Giraldi. In quest’area sorgerà un giardino pubblico. L’intervento, effettuato dalla Polizia Municipale in collaborazione con personale della Provincia e addetti del Quadrifoglio, è scattato in seguito all’ordinanza del sindaco Matteo Renzi. Questa prevede l’immediato allontanamento di tutti i soggetti che vengono individuatati nell’atto di occupare abusivamente l’area, (fermo restando l’accertamento a loro carico di eventuali violazioni amministrative o penali verificate in flagrante) e prescrive la contestuale bonifica del sito, con rimozione di strutture o delle cose rinvenute (che non siano oggetto di sequestro, amministrativo o penale in conseguenza dell’avvenuto accertamento di illeciti).
Inoltre l’ordinanza invita “gli uffici tecnici della Provincia ad adottare tutti gli accorgimenti tecnici necessari ad impedire la facile accessibilità dell’area dai medesimi utenti originari, onde consentirne il progressivo e celere recupero alle finalità ludiche precedenti. I commenti degli assessori Mattei e Saccardi “Con l’intervento di questa mattina abbiamo riportato la legalità in un luogo dove ormai gli illeciti erano all’ordine del giorno – commenta l’assessore al decoro Massimo Mattei -.
In questo modo restituiremo alle famiglie questo spicchio di città affacciato sull’Arno: verrà infatti realizzata un’area attrezzata che diventerà sicuramente un gradevole luogo d’incontro per i cittadini”. Alla base della decisione la presa d’atto di una situazione fortemente problematica sotto diversi aspetti. Prima di tutto una sostanziale illegalità rispetto a quanto previsto nella delibera originaria che, nel 2003, istituì lo spazio multietnico. Nato come alternativa alla vendita abusiva in centro, in realtà il mercatino non ha mai svolto questo ruolo come testimonia la permanenza dei venditori nelle strade più frequentate dai turisti.
Inoltre l’atto prevedeva l’esistenza di rapporti convenzionali per la gestione dell’attività con soggetti operanti nel terzo settore, convenzioni scadute da anni e mai rinnovate. Di fatto, quindi, da tempo mancava qualsiasi tipo di autorizzazione, concessione o convenzione per le attività che si svolgevano nello spazio. Senza contare poi che l’assenza di un soggetto gestore (dal 2003 le associazioni del volontariato si sono progressivamente defilate dalla gestione) ha causato nel corso del tempo un progressivo allentamento dei controlli sull’area.
E soprattutto che quanto avveniva ogni giorno in questo spazio non corrispondeva assolutamente a quanto indicato nella delibera di istituzione. Nell’atto infatti venivano specificate le attività, ovvero “esposizione, promozione e scambio-cessione dietro offerta libera di prodotti artigianali tipici e in modo particolare di quelli realizzati nei paesi di origine dei singoli espositori”. E “manifestazioni culturali, d’intrattenimento e di svago, degustazione e somministrazione di piatti tipici delle aree di provenienza degli espositori”.
Invece non soltanto nell’area veniva svolta, ormai da tempo, soltanto un’attività commerciale (peraltro non possibile vista la destinazione dell’area a verde pubblico) ma anche i prodotti messi in vendita non rispondevano a quanto previsto nella delibera: si trattava infatti manufatti per lo più di apparente provenienza orientale (occhiali e chincaglierie varie). Da non dimenticare inoltre che da nessuno atto risulta l’assenso della Provincia, diventato ente gestore dell’area destinata a giardino pubblico dopo il trasferimento delle competenze dal demanio, all’utilizzo commerciale dell’area.
Alla sostanziale illegalità dal punto di vista amministrativo, si aggiunge la situazione di generalizzato degrado attestata anche da un recente rapporto della Polizia Municipale. Una situazione riconducibile alla mancata manutenzione dell’area e delle rudimentali attrezzature presenti, dall’abbandono di rifiuti, dal fatto che spesso veniva utilizzata per bivacchi notturni con tutto quello che ne consegue dal punto di vista igienico-sanitario. A questo si somma il fatto che la struttura stessa dell’area, coperta di rigogliosa vegetazione, l’ha fatta diventare un luogo “appetibile” per presenze poco raccomandabili acuendo il senso di insicurezza dei cittadini.
Una situazione degrado generalizzato che va avanti da tempo: già nel 2006, infatti, il nucleo annonario della Polizia Municipale aveva chiesto, a seguito di un sopralluogo nel corso del quale gli agenti avevano accertato anche la vendita di prodotti contraffatti, lo sgombero dell’area “per ripristinare una situazione di legalità”. Illegalità e incuria rilevati anche in ispezioni successive, tanto che nel 2007 fu effettuato un intervento di pulizia straordinaria “per una situazione di forte degrado igienico-sanitario con possibili pregiudizi anche per la salute delle persone”.
E da allora le cose non sono cambiate, fino all’ordinanza eseguita questa mattina che non soltanto permette il recupero dello spazio a una fruizione più consona da parte dei cittadini, ma consente di eliminare una fonte di insicurezza e una zona di sostanziale. “L’Amministrazione comunale sarà comunque disponibile ad incontrare le persone che abbiano l’autorizzazione al commercio anche itinerante e anche in altre città – spiega l’assessore alle politiche sociosanitarie Stefania Saccardi – per identificare un eventuale percorso alternativo.
Al momento dello sgombero soltanto una persona ha potuto esibire la documentazione necessaria”. (mf) I commenti del centrodestra fiorentino “Finalmente dopo nove anni chiude il mercato multietnico, l'esempio dell'accanimento terapeutico della politica pseudo solidale dei vari Monciatti&company che Forza Italia ha combattuto fin dall'origine. Prendiamo atto con soddisfazione che è finita l'era dei progetti velleitari, ma i cittadini che per nove anni non hanno potuto usufruire di quello spazio chi li risarcisce?” Così la vicecapogruppo Pdl Bianca Maria Giocoli. “Il mercato multietnico del Lungarno Pecori Girardi, fortemente voluto dalla Giunta Domenici nel 2001 come spazio di legalità per i lavoratori stranieri al fine di contrastare l’abusivismo nel centro storico, chiude oggi i battenti confermando il fallimento che da sempre l’opposizione di centrodestra aveva denunciato.
Fondato su evidenti contraddizioni e costato all’amministrazione negli anni oltre 1 un milione e 200 mila euro, fra installazione dell’impianto di illuminazione, l’acquisto dei banchi vendita e ombrelloni, servizi igienici, sistemazione del giardino, vigilanza e interventi di pulizia straordinaria dovuta a condizioni igieniche sempre precarie, finanziamento e pubblicizzazione di varie manifestazioni con l’intento mal riuscito di rivitalizzare l’area (l’ultimo provvedimento dirigenziale risale al 2007 con una spesa di circa 341.000 euro), oggi viene smantellato sconfessando la politica della Giunta Domenici che l’aveva propagandato come opportunità di integrazione e diffusione di nuove culture.
Uno spazio nato fra le polemiche dei commercianti che lamentavano l’ingiustizia dell’abbattimento del 90% nell’applicazione della Cosap agli ambulanti del multietnico, delle stesse comunità di extracomunitari che si ritenevano ghettizzati e allontanati dal flusso turistico con scarse possibilità di introiti regolari, è stato mantenuto in vita per dieci anni a spese della collettività senza risolvere il problema dell’abusivismo commerciale che ha continuato a rappresentare una piaga nel centro storico e senza ottenere alcuna riqualificazione del lungarno, perché il mercatino è stato frequentato poco e male, utilizzato come dormitorio e deposito improprio di merci nonché luogo di spaccio di sostanze stupefacenti con numerosi arresti e denunce.
La domanda sorge spontanea: perché l’Amministrazione si è accanita per dieci anni pur avendo nel tempo riconosciuto il fallimento dell’iniziativa? Non era forse meglio utilizzare le risorse – che tra l’altro l’Amministrazione lamenta siano sempre troppo scarse quando si devono affrontare emergenze che stanno a cuore a tutta la comunità come gli interventi rivolti al sociale, a garantire la sicurezza, alla tutela del patrimonio – in maniera più proficua? Se si persegue con convinzione l’integrazione multiculturale, bisogna impegnarsi a realizzare progetti credibili che trovino consenso e mostrino risultati apprezzabili piuttosto che propagandare un impegno che rischia di rimanere solo un’ideologia”. Questo l’intervento del capogruppo Pdl Giovanni Galli e del consigliere Mario Tenerani. De Zordo: "Si discutano in Consiglio motivazioni e modalità" "Lo sgombero che la Polizia Municipale ha effettuato stamattina sul Lungarno Pecori Giraldi facendo piazza pulita del mercatino multietnico ha bisogno di qualche spiegazione". Questo il commento di Ornella De Zordo che si chiede: "Per quale motivo sono stati scacciati venditori stranieri che pagavano regolarmente la tassa di occupazione del suolo pubblico? A cosa si deve un’azione tanto repentina e drastica, giustificata apparentemente dal solito “allarme degrado” tanto abusato quanto vuoto? Leggiamo nell’ordinanza del sindaco che l’area sarebbe occupata abusivamente, che non sono mai esistite autorizzazioni a svolgere in quel luogo attività di vendita… eppure quell’area era stata individuata dalla precedente amministrazione come sede di un progetto di integrazione e decine di persone per anni hanno lavorato lì". "Il blitz di stamattina appare un gesto emblematico e sembra voler dire che, al di là delle parole, il Comune di Firenze non ha, o non vuole avere, una politica di inclusione dei cittadini stranieri.
Il progetto del Multi – così si chiamava – è fallito miseramente, lasciato morire dalla giunta Domenici e poi rinnegato da Renzi, che per smantellarlo ha usato il pretesto del degrado e dell’insicurezza. Adesso che il centro-destra applaude allo sgombero del mercatino, ci chiediamo quali progetti l’Amministrazione Comunale abbia in mente per l’accoglienza e l’integrazione dei tanti cittadini stranieri presenti in città" conclude De Zordo. Grassi e Cruccolini "Un intervento nell'area era necessario nel metodo sicuramente poteva essere diviso il buono dal cattivo: così si è buttato via con l'acqua sporca anche il bambino, adducendo motivazioni che se vere hanno del paradossale". Così il consigliere della Lista Spini Tommaso Grassi che stamani è intervenuto ai microfoni di Lady radio sulla questione sgombero dello sgombero dello Spazio multietnico.
"Se le motivazioni dell'intervento di stamani sono la più completa illegalità delle attività commerciali svolte in quell'area da anni, allora è bene ricordare che l'attuale capo gabinetto del sindaco, Lucia De Siervo, nel periodo dal 2004 e al 2009 era assessore con delega all'immigrazione, e che l'attuale sindaco, Matteo Renzi, era il presidente della Provincia. Infatti nell'ordinanza si cita che nel periodo compreso fra il 2004 ed oggi non sono state rilasciate licenze e neppure autorizzazioni né dalla Provincia né dal Comune, anche se si scopre, nel comunicato stampa della Polizia Municipale, che almeno un venditore avrebbe prodotto su richiesta delle forze dell'ordine valida autorizzazione.
A questo punto ci domandiamo perché questo si scopre solo adesso e come sia possibile che le istituzioni che dovevano controllare, erano guidate da coloro che adesso hanno firmato l'ordinanza di sgombero. Non intendiamo - ha aggiunto Grassi - negare le problematiche che erano presenti nell'area del mercatino, e che, negli ultimi anni, avevano preso il sopravvento rispetto alla missione e agli obbiettivi originari del progetto, che sono l'integrazione e l'interazione tra popolazioni di origine diversa che abitano nella stessa Città.
Ricordiamo che il progetto inizialmente prevedeva appunto una presenza costante, di supervisione e di controllo da parte del Comune e della Provincia, ma che abbiamo potuto constatare si sono sempre più rarefatti fino al completo abbandono dell'area da parte delle istituzioni e questo, riteniamo, abbia contribuito in maniera determinante a rendere maggiormente fertile il terreno per attività illegali. Spiegazioni chiare - ha concluso Grassi - devono essere date al Consiglio comunale, al fine di comprendere meglio quale siano stati i tempi e le cause dell'intervento di stamani, e così da capire meglio ed affrontare un dibattito sulle riflessioni e orientamenti della nuova amministrazione in merito alle politiche che intende mettere in campo per l'integrazione e l'accoglienza della popolazione straniera". “Attivare la procedura affinché coloro che da oggi non hanno più il banco nello spazio multietnico sul lungarno Pecori Giraldi possano entrare nel circuito dei mercati rionali”.
Così si è espresso il capogruppo di SeL Eros Cruccolini che questo pomeriggio ha incontrato alcuni rappresentati dello spazio multietnico sgomberato stamani. “Tutti loro – ha detto Eros Cruccolini che li ha incontrati insieme all’ex consigliere comunale Pap Diaw e all’ex vice presidente del consiglio degli stranieri - hanno riconosciuto che l’intervento di stamani era dovuto perché l’attività illecita prevaleva su quella commerciale. Il che era favorito dal fatto che lo spazio loro destinato sul lungarno Pecori Giraldi era un luogo decentrato”.
Il capogruppo Cruccolini dopo aver ricordato le tappe di questo mercatino e anche della “gestione positiva dell’Arci”, ha anche sottolineato “alcune responsabilità legate a uno scarso decisionismo rispetto a questo spazio da parte dell’amministrazione precedente e le scarse risorse che gli sono state destinate. Intanto ho già sollecitato il presidente del Consiglio comunale Giani a ricostituire il consiglio degli stranieri”. E per quanto riguarda il Pdl Cruccolini è critico: “Il centrodestra come al solito tira conclusioni insignificanti volendo mettere in evidenza un fallimento degli altri, un ennesimo modo per nascondere la propria incapacità di fare proposte alternative e valide”. Il bilancio dello sgombero Un paio di televisori, un impianto stereo, alcune biciclette, cassette piene di cd e anche un motoveicolo bruciato.
Sono solo alcuni degli oggetti trovati dalla Polizia Municipale questa mattina nel corso dello sgombero dello Spazio Multietnico di lungarno Pecori Giraldi. “Nel corso dell’intervento, iniziato alle 5 e andato avanti per l’intera mattina – spiega la vicecomandante vicario della Polizia Municipale Antonella Manzione che ha coordinato gli oltre 30 vigili impegnati nell’operazione -, abbiamo rinvenuto oggetti sicuramente non destinati alla vendita e di dubbia provenienza di cui daremo notizia all’autorità giudiziaria”.
Inoltre, sotto i banchi, è stato trovato materiale che testimonia l’utilizzo dell’area come bivacco: coperte, resti di generi alimentari, fornellini e via dicendo. Ma soprattutto, come sottolinea la vicecomandante Manzione, “tanta sporcizia e rifiuti di vario genere. Una situazione davvero critica dal punto di vista igienico-sanitario. La quantità di materiale portata via dagli addetti del Quadrifoglio è stata davvero notevole”. L’area è stata quindi restituita alla Provincia, presente con i suoi tecnici alle operazioni di sgombero, gestore dello spazio.