“Le beghe e le baruffe tra ministri variamente competenti ad esprimersi sul cosiddetto decreto carceri allontanano qualsiasi prospettiva di soluzione all’emergenza penitenziaria. Questo è un bruttissimo segnale che rischia di alimentare le già palpabili tensioni interne e contribuisce a deprimere e demotivare ulteriormente il personale. Comincia a radicarsi, ormai, l’idea che, al di là delle parole e degli slogan, si è costretti ad operare in solitudine e nel più completo abbandono e disinteresse.
Delle annunciate assunzioni non c’è traccia, del fantomatico piano carceri non si ha notizia, le misure deflattive sono oggetto di feroci scontri politici e tra politici. Nel frattempo in carcere si continua a morire e a lavorare in condizioni infamanti senza garanzie, senza diritti e con il concreto rischio di soccombere alle violenze”. Non usa giri di parole Eugenio Sarno, segretario generale della Uil PA Penitenziari, per rilanciare l’allarme sulle condizioni di vita e di lavoro all’interno dei penitenziari italiani. “Ad una già drammatica situazione amministrativa ed operativa che affligge il personale di polizia penitenziaria, si aggiungono - ricorda Sarno - gli eventi critici che si verificano all’interno di esse.
Dall’inizio dell’anno nelle carceri toscane tre i detenuti suicidatisi ed altrettanti sono stati i suicidi sventati in extremis dai poliziotti penitenziari; cinque sono le unità di polizia penitenziaria ferite a seguito di aggressioni da parte di detenuti. Senza dimenticare i gravi disordini accaduti a Porto Azzurro con il sequestro di due agenti e l’incendio della cella appiccato da un detenuto a Livorno con il rischio di una intossicazione collettiva”. “Il contingente complessivo della polizia penitenziaria in servizio negli istituti dovrebbe assommare, secondo un decreto ministeriale del 2001, a 3201 unità.
Ne sono presenti, invece, 2137 per una carenza organica pari al 30%, la seconda più alta d’Italia dopo la Liguria. Gli istituti regionali potrebbero ospitare al massimo 3229 detenuti e invece se ne contano 4421, per un sovraffollamento pari al 136%. Insomma – chiosa il Segretario della Uil PA Penitenziari - gli elementi per essere molto più che preoccupati ci sono tutti. E temiamo che il peggio debba ancora arrivare”. Da una tabella riepilogativa delle presenze dei detenuti alle ore 17 di lunedì 10 maggio, a Sollicciano erano presenti 973 detenuti (497 la capienza regolamentare), al Mario Gozzini 73 (89 la capienza regolamentare), mentre risulta ancora inutilizzata la struttura di Empoli.